San Giuseppe e le pie opere di devozione

San Giuseppe e le pie opere di devozione

di Claudia Di Dio

SAN GIUSEPPE E L’ORIGINE DEL SACRO MANTO

L’ etimologia (origine) del termine devozione deriva dalla parola latina devotio (venerazione, voto, dedizione). La devozione al Papà di Gesù si tramanda da secoli. Sembrerebbe che fu scelto il mese di marzo per consacrarlo a San Giuseppe grazie al libro di Giuseppe Marconi “Il mese di marzo consacrato al Glorioso patriarca S. Giuseppe sposo di Maria Vergine” del 1810. Del testo, tuttavia, non sembrerebbero esistere copie giunte sino ai nostri giorni.

Papa Pio IX (1846-1878), il 27 aprile del 1865, al fine di aumentare la devozione verso il Gran Santo, estese le indulgenze a tutti i fedeli. Le condizioni per accedere all’indulgenza erano legate al pio esercizio di preghiere e virtù per tutto il mese di marzo, sul modello di quelle della Santa Vergine.  Inoltre, lo stesso pontefice stabilì che il mese di San Giuseppe si concluda il 19 marzo, giorno in cui si celebra in tutta la Chiesa la festa del custode della Sacra Famiglia di Nazareth.

Il mercoledì sin dagli inizi della Chiesa era considerato un giorno di digiuno, preghiera e riunione sulle tombe dei martiri. Nella tradizione della Chiesa questo giorno è stato dedicato al Gran Patriarca San Giuseppe. Infatti, si raccomanda ai devoti, durante questo giorno, di rivolgersi al Santo con preghiere in suo onore. La Madre Chiesa invita in particolare, in questo giorno, a pregare per gli agonizzanti, per tutti i sofferenti e di compiere opere buone.

La preghiera del mercoledì al padre putativo di Gesù è fonte di grandi grazie materiali e spirituali. Molti fedeli che hanno praticato le pie devozioni in onore del Gran Santo, narrano di come abbiano sentito forte la presenza e l’aiuto di San Giuseppe.

Fra le tante devozioni in onore di Giuseppe, ricordiamo quella dei primi otto mercoledì del mese a favore degli agonizzanti. Con questa devozione si dedicano i primi sette mercoledì a ciascuna gioia (e dolore) di San Giuseppe e si offre l’ottavo, cioè l’ultimo, in onore del suo glorioso transito.

Un’altra devozione con la quale il Gran Santo viene onorato è il Sacro Manto. Approvato nel 1882 dall’arcivescovo di Lanciano Francesco Maria Petrarca, si recita per 30 giorni consecutivi, in ricordo dei 30 anni in cui San Giuseppe accompagnò la vita di Gesù. Sono innumerevoli le grazie che si ottengono ricorrendo a San Giuseppe attraverso questa orazione. Il Sacro Manto va accompagnato dalla frequenza dei Sacramenti, della Messa e Confessione. Infine, il devoto, deve impegnarsi affinchè il culto del Santo venga conosciuto e apprezzato.

L’origine di tale devozione sembrerebbe legata ad una vicenda della vita del Santo. Si racconta che San Giuseppe avesse lasciato in pegno il mantello donato da Maria il giorno del loro matrimonio ad Ismaele, uomo dal carattere difficile, avaro e attaccato al denaro; il quale forniva la legna al carpentiere di Nazareth. La Santissima Vergine invitò Giuseppe a far ciò, in attesa di poter pagare il fornitore. Ismaele, dapprima, non volle accettare, successivamente accolse la proposta. A seguito di ciò vide compiersi vari miracoli: la sua guarigione dalle ulcere agli occhi, la guarigione di uno dei suoi animali. Ismaele si interrogava sull’origine di tali miracoli. Giunse alla conclusione che il merito dovesse essere del Manto di Giuseppe, visto che tutto era successo da quando lo aveva indossato.  A seguito di ciò, si recò a Nazareth con la moglie da Giuseppe. I due coniugi si prostrarono ai piedi suoi e di Maria. Raccontarono quanto avvenuto grazie al Manto e chiesero di poterlo tenere per sempre, così che continuasse a proteggere la sua casa, il suo matrimonio, i suoi interessi e i suoi figli.  Giuseppe rispose ad Ismaele di tenere il Manto. La Vergine Santissima disse loro: “Non vi stupite per i prodigi: Dio ha stabilito di benedire tutte le famiglie che si mettono sotto il Manto del mio sposo. Amate Giuseppe, servitelo, mettete il Manto, dividetelo con i vostri figli e sia questa la migliore eredità che lasciate loro nel mondo”. Gli sposi fecero come Maria aveva detto e vissero nella pace e nella gioia.

Tante sono le devozioni nate verso il papà di Gesù che con amore e sollecitudine si prende cura di noi, come fece con l’amata sposa e il figlio suo. Dunque sull’esempio di Santa Teresa d’Avila andiamo con viva fede dal Gran Santo, preghiamo con devozione e vedremo grandi miracoli.

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