Conosciamo il Cardinale elettore Anders Arborelius
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VIAGGIO NEL COLLEGIO CARDINALIZIO
Il Cardinale elettore Anders Arborelius., O.C.D., Vescovo di Stoccolma (Svezia) è il primo vescovo cattolico di origine svedese dai tempi della riforma luterana e primo cardinale dei Paesi nordici europei, Anders Arborelius è un uomo che sa ascoltare e dialogare, con uno stile fatto di mitezza e spiritualità.
Nato il 24 settembre 1949 a Sorengo, un piccolo centro del Canton Ticino in Svizzera, da genitori originari della Svezia, è cresciuto nel Paese scandinavo, precisamente a Lund. E’ stato battezzato nella comunità luterana, ma – come lui stesso ha riconosciuto – da bambino non è mai stato molto attivo nell’ambito religioso. Ha però avuto molti contatti con la Chiesa cattolica, verso la quale ha finito per avvertire una vera e propria “attrazione”. Da qui la decisione di aderire al cattolicesimo compiuta nel 1969, all’età di vent’anni.
Maturata la sua scelta di fede, nel 1971 è entrato nell’ordine dei carmelitani scalzi: una consacrazione che lo ha segnato così tanto da rimanere profondamente legato all’abito religioso anche da vescovo. All’origine della sua vocazione carmelitana c’è il fascino spirituale di santa Teresa di Lisieux, scoperto attraverso la lettura di Storia di un’anima.
Ha studiato teologia a Bruges, in Belgio, dove ha anche preso i voti perpetui. E poi ha perfezionato la preparazione alla Pontificia facoltà teologica Teresianum di Roma. Uomo di grande cultura – ha anche una laurea in lingue moderne (inglese, spagnolo e tedesco) conseguita all’università di Lund – è divenuto sacerdote l’8 settembre 1979 a Malmoe. Quindi ha vissuto a lungo nel convento carmelitano di Norraby, presso il comune di Svalov, nel sud della Svezia.
Dopo circa vent’anni di vita monastica, il 17 novembre 1998 Giovanni Paolo II lo ha nominato vescovo di Stoccolma. A conferigli l’ordinazione episcopale il successivo 29 dicembre, nella cattedrale di Sant’Enrico, è stato il suo predecessore, monsignor Hubertus Brandenburg, che già lo aveva ordinato sacerdote.
Per motto episcopale ha scelto In laudem gloriae – “A lode della sua gloria”. Perché spiega, “tutto ciò che sono e sarò è espressione della gloria del Dio trino”. E’ questo un aspetto a cui tiene particolarmente. Tanto da aver voluto spiegare sul sito internet della diocesi di Stoccolma che “nel nostro tempo spesso ci si dimentica che il nostro primo dovere, e il nostro privilegio, è quello di onorare e glorificare Dio” per diventare “più grandi, più liberi, più felici”.
Tra il 2005 e il 2015 è stato presidente della Conferenza episcopale della Scandinavia. Attualmente ne è vice presidente. E’ stato inoltre membro della commissione di presidenza del Pontificio consiglio per la famiglia tra il 2002 e il 2009 e consultore del Pontificio consiglio per i laici dal 21 gennaio 2014.
La sua azione pastorale abbraccia tutta la Svezia che, fa notare, “è il Paese più secolarizzato in Europa”. Ma è pure “un Paese in cui la Chiesa cresce grazie all’immigrazione e anche alle conversioni”. Sull’accoglienza ai migranti si è sempre schierato in prima linea per garantirne dignità e diritti. Alla questione immigrazione si lega pure la sua attenzione ai Paesi più poveri: per rilanciare progetti caritativi nel 2015, tra l’altro, ha preso parte al film documentario The indian priest, dedicato al missionario carmelitano Raphael Curian.
Una priorità di Arborelius è la continua ricerca di nuove strade per “essere Chiesa in una situazione minoritaria, proclamare il Vangelo e aiutare i fedeli a crescere nella santità anche in un ambiente come il nostro, dove però c’è molta apertura e interesse per la vita spirituale”. In questa prospettiva è stata un vero e proprio punto di svolta la visita di Papa Francesco in Svezia, il 31 ottobre e il 1º novembre 2016, per la commemorazione ecumenica del quinto centenario della riforma luterana e per incontrare la comunità cattolica.
La particolare situazione religiosa del Paese ha portato Arborelius a lavorare a tempo pieno per creare più armonia tra le diverse denominazioni cristiane. Così ha insistito perché nel Consiglio ecumenico svedese fossero rappresentate tutte le tradizioni, dai pentecostali all’antica Chiesa assira. E una conferma dei frutti di questo impegno comune è venuta di recente dal viaggio che il 14 giugno scorso una delegazione composta da esponenti cattolici – tra i quali lo stesso Arborelius – e luterani ha compiuto insieme in Vaticano per incontrare il Pontefice.
Da Papa Francesco è stato creato e pubblicato Cardinale nel Concistoro del 28 giugno 2017, con il Titolo di Santa Maria degli Angeli. È membro dei Dicasteri: per il Clero; per i Vescovi; per le Chiese Orientali; per la Promozione dell’Unità dei Cristiani; Consiglio per l’Economia.
Il Cardinale è un prelato mite e profondamente riflessivo, ha una grande devozione alla Santa Eucaristia, è ortodosso sugli insegnamenti di Cristo e favorisce una sincera devozione alla Beata Vergine Maria. Sostiene gli insegnamenti della Chiesa sulla vita, difende il celibato sacerdotale e si oppone all’ordinazione delle donne. È stato anche esplicito nelle sue critiche alla Via sinodale tedesca e ha difeso con forza la natura universalmente applicabile e immutabile dell’insegnamento morale della Chiesa, in particolare per quanto riguarda l’etica sessuale e il genere.
Il Cardinale ha una visione più pragmatica su altre questioni come il dialogo interreligioso e l’ecumenismo che promuove, sebbene si opponga ai non cattolici che ricevono l’Eucaristia. Come molti dei suoi connazionali, ha una fervente preoccupazione per l’ambiente, arrivando al punto di sostenere una legge internazionale contro l’”ecocidio”. Si allinea con Papa Francesco sul tema migrazione.
Sulla liturgia, ha sorpreso molti per la sua attuazione di Custodi Traditionis, sopprimendo il vetus ordo (Vecchia Messa latina) in alcune parrocchie. Nonostante il laicismo dilagante in Svezia, la sua diocesi ha assistito a una leggera crescita del numero di vocazioni durante il suo mandato di vescovo, e un aumento della partecipazione della Chiesa, in gran parte aiutata dall’estensione dell’immigrazione nel paese.
Chi conosce il Cardinale Arborelius lo descrive come genuinamente mite e umile, ascoltatore attento che è stato lodato per aver mantenuto la calma e i fedeli all’insegnamento della Chiesa, come quando è stato provocato dagli atei in televisione. Questo gli ha fatto guadagnare il rispetto sia dei cattolici che dei non cattolici. Il santo preferito del cardinale è Teresa di Gesù Bambino. Ha una preferenza per la preghiera silenziosa e senza parole, ed è appassionato di storie poliziesche e di cucina.
Il cardinale Arborelius è un abile linguista avendo conseguito un master in lingue moderne presso l’Università di Lund. Oltre al suo nativo svedese, parla fluentemente inglese, spagnolo, francese, tedesco e olandese.