La difesa della famiglia e del buon senso
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UNO SPAZIO PUBBLICO NON È UNA TRIBUNA IDEOLOGICA
Ieri, 7 maggio 2025, è entrata in vigore nello Stato dello Utah una legge che, pur nella sua apparente semplicità, segna un momento importante per il recupero della sobrietà e del rispetto nelle istituzioni pubbliche.
Si tratta della HB 77, chiamata Flag Display Amendments, promossa dal deputato Trevor Lee.
La nuova norma stabilisce che negli edifici pubblici – uffici statali, scuole, enti governativi – potranno essere esposte soltanto due bandiere: quella degli Stati Uniti d’America e quella dello Stato dello Utah.
Il dibattito che ha accompagnato l’approvazione della legge si è focalizzato soprattutto sul divieto esplicito di esporre bandiere legate a ideologie, movimenti o gruppi sociali, tra cui anche la bandiera arcobaleno, simbolo delle rivendicazioni LGBT.
Per molti, questo ha acceso un’allerta. Ma da una prospettiva cristiana – e più in generale da una visione che crede nell’ordine morale e nella centralità della verità – si tratta di un passo coraggioso e giusto.
Le istituzioni pubbliche appartengono a tutti, non a un partito, a un orientamento culturale, o a un’ideologia sociale del momento. La forza di uno Stato giusto sta nel suo equilibrio: nello sforzo di non piegarsi né alla pressione della maggioranza, né alle pretese delle minoranze attiviste.
Quando in una scuola pubblica si espone una bandiera ideologica, si manda un messaggio preciso: che quell’ideologia è patrocinata dall’autorità. Ma lo Stato non è una piattaforma morale. Il suo compito è amministrare con giustizia e garantire libertà a tutti, non farsi megafono delle agende culturali del nostro tempo.
La legge HB 77 riafferma con sobrietà questo principio. Non vieta a nessuno, singolarmente, di esprimersi. Non impone censure nella sfera privata. Ma ricorda che lo spazio pubblico, soprattutto quando è alimentato dai contribuenti, deve essere neutro e ordinato.
Non si può ignorare che molte delle istanze promosse dal movimento LGBT vadano in direzione opposta alla visione della famiglia naturale, della sessualità ordinata e della dignità dell’essere umano creato uomo e donna, come ci insegna la Sacra Scrittura
. Quando simboli legati a queste ideologie compaiono nelle aule scolastiche, anche con le migliori intenzioni, si rischia di trasmettere un messaggio fuorviante: che tutte le visioni dell’uomo si equivalgano, che la verità sia relativa e che ogni identità sia fluida.
La legge HB 77 è un segnale che esiste ancora uno spazio per il buon senso legislativo, e per una visione della società che non rinunci alle radici morali e culturali su cui si è costruita la nostra civiltà. Le istituzioni devono tornare a riflettere la realtà oggettiva, non le mode ideologiche.
C’è chi teme che togliere la bandiera arcobaleno dalle scuole sia un atto di intolleranza. Ma è vero il contrario: il rispetto autentico non nasce dalla promozione di simboli divisivi, bensì dall’educazione al dialogo, alla responsabilità, alla comprensione delle differenze dentro un quadro comune.
Quando tutto diventa rappresentabile, ogni cosa perde significato. E quando lo Stato prende posizione su ciò che riguarda la sfera intima, etica e spirituale della persona, si entra in un terreno pericoloso.
La legge HB 77 non cancella nessuno, non perseguita nessuno, ma restituisce al cittadino la certezza che le istituzioni non faranno propaganda. È un segnale che, in un tempo confuso, ribadisce un principio antico: che le verità fondamentali non hanno bisogno di bandiere colorate per essere difese, ma di leggi giuste, di cuori retti e di famiglie forti.
Che altri Stati possano seguire l’esempio dello Utah, e riportare nei luoghi pubblici la chiarezza, la sobrietà e la pace sociale che derivano dal rispetto dell’ordine naturale e della verità.