Robert Francis Prevost è il nuovo Papa Leone XIV
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IL CARDINALE STATUNITENSE E’ IL NUOVO SUCCESSORE DI PIETRO
Dopo Clemente VI (il cardinale Pierre Roger, eletto il 7 maggio 1342, uomo di profonda cultura che si distinse per la carità e l’impegno nel proteggere gli ebrei dalle persecuzioni) e Paolo V (il cardinale Camillo Borghese, eletto il 16 maggio 1605 che si distinse per un pontificato che diede alla Chiesa un periodo di rinnovato potere temporale e spirituale), Sua Santità Papa Leone XIV (il cardinale Robert Francis Prevost) è il terzo Pontefice nella storia della Chiesa ad essere eletto in un Conclave tenutosi a maggio, il mese che la liturgia cattolica dedica alla Beata Vergine Maria.
L’8 maggio del 2025 rimarrà nella storia perchè, per la prima volta, alla quarta votazione, è stato eletto un Papa statunitense.
Sua Santità Robert Francis Prevost, agostiniano statunitense e con Papa Francesco prefetto del Dicastero per i Vescovi, incarna una visione etica profondamente radicata nella spiritualità agostiniana.
Leone XIV è nato il 14 settembre 1955 a Chicago (Illinois, Stati Uniti). Nel 1977 è entrato nel noviziato dell’Ordine di Sant’Agostino (O.S.A.), nella provincia di Nostra Signora del Buon Consiglio, a Saint Louis. Il 29 agosto 1981 ha emesso i voti solenni. Ha studiato presso la Catholic Theological Union di Chicago, diplomandosi in Teologia. All’età di 27 anni è stato inviato dall’Ordine a Roma per studiare Diritto Canonico presso la Pontificia Università San Tommaso d’Aquino (l’Angelicum). Ha ricevuto l’ordinazione sacerdotale il 19 giugno 1982. Ha conseguito la Licenza nel 1984, quindi è stato inviato a lavorare nella missione di Chulucanas, a Piura, in Perù (1985-1986). Nel 1987 ha conseguito il Dottorato con la tesi: “Il ruolo del priore locale dell’Ordine di Sant’Agostino”. Nello stesso anno è stato eletto direttore delle vocazioni e direttore delle missioni della Provincia Agostiniana “Madre del Buon Consiglio” di Olympia Fields, in Illinois (USA). Nel 1988 è stato inviato nella missione di Trujillo come direttore del progetto di formazione comune degli aspiranti agostiniani dei Vicariati di Chulucanas, Iquitos e Apurímac. Lì è stato priore di comunità (1988-1992), direttore della formazione (1988-1998) e insegnante dei professi (1992-1998). Nell’Arcidiocesi di Trujillo è stato vicario giudiziario (1989-1998), professore di Diritto Canonico, Patristica e Morale nel Seminario Maggiore “San Carlos e San Marcelo”.
Nel 1999 è stato eletto priore provinciale della Provincia “Madre del Buon Consiglio” (Chicago). Dopo due anni e mezzo, il Capitolo generale ordinario lo ha eletto priore generale, ministero che l’Ordine gli ha nuovamente affidato nel Capitolo generale ordinario del 2007. Nell’ottobre 2013 è tornato nella sua Provincia (Chicago) per essere insegnante dei professi e vicario provinciale; incarichi che ha ricoperto fino a quando Papa Francesco lo ha nominato, il 3 novembre 2014, amministratore apostolico della Diocesi di Chiclayo (Perù), elevandolo alla dignità episcopale di vescovo titolare della Diocesi di Sufar. Il 7 novembre ha preso possesso canonico della Diocesi alla presenza del nunzio apostolico James Patrick Green; è stato ordinato vescovo il 12 dicembre, festa di Nostra Signora di Guadalupe, nella Cattedrale della sua Diocesi. È vescovo di Chiclayo dal 26 settembre 2015. Dal marzo del 2018 è stato secondo vicepresidente del Conferenza episcopale peruviana. Papa Francesco lo aveva nominato membro della Congregazione per il Clero nel 2019 e membro della Congregazione per i Vescovi nel 2020.
Il 15 aprile 2020 il Papa lo ha nominato Amministratore Apostolico della diocesi di Callao. Dal 30 gennaio 2023 è Prefetto del Dicastero per i Vescovi e Presidente della Pontificia Commissione per l’America Latina. Da Papa Francesco è stato creato e pubblicato Cardinale nel Concistoro del 30 settembre 2023 con il titolo della Diaconia di Santa Monica. É membro dei Dicasteri: per l’Evangelizzazione, Sezione per la prima evangelizzazione e le nuove Chiese particolari; per la Dottrina della Fede; per le Chiese Orientali; per il Clero; per gli Istituti di Vita Consacrata e le Società di Vita Apostolica; per la Cultura e l’Educazione; per i Testi Legislativi; della Pontificia Commissione per lo Stato della Città del Vaticano.
Sua Santità Robert Francis Prevost ha trascorso molti anni come missionario in Perù prima di essere eletto capo degli Agostiniani per due mandati consecutivi. Negli ultimi anni, come prefetto, Prevost ha mantenuto un certo silenzio sui media, ed è stato apprezzato per la sua capacità di ascoltare e la sua padronanza delle questioni.
Papa Prevost sottolinea che il vescovo deve essere anzitutto un pastore, non un manager. Egli deve vivere una “prossimità” autentica con Dio, con gli altri vescovi, con i sacerdoti e con tutto il popolo di Dio. Questa vicinanza implica l’ascolto, l’accompagnamento e il servizio, evitando l’isolamento e l’autoreferenzialità. Il vescovo è chiamato a testimoniare la bellezza della fede e la gioia di conoscere Gesù Cristo, più che a esercitare un’autorità formale.
La vita di Prevost è segnata da una disponibilità costante al servizio, che lo ha portato a svolgere ruoli diversi, dal missionario in Perù al priore generale degli agostiniani, fino all’attuale guida della Chiesa Cattolica. Questa attitudine riflette un’etica del “sì” alla chiamata della Chiesa, vissuta con umiltà e spirito missionario.
Sua Santità Prevost attribuisce grande importanza alla maturità psicologica e spirituale dei vescovi. Egli promuove una formazione continua e un discernimento attento nella selezione dei candidati all’episcopato, affinché siano capaci di guidare le comunità con saggezza e compassione. La sua esperienza come formatore e docente in Perù testimonia questo impegno.
Prevost riconosce la necessità di un cambiamento culturale nella Chiesa per affrontare efficacemente il problema degli abusi. Egli sottolinea l’importanza di una vicinanza autentica sia verso le vittime sia verso i sacerdoti, promuovendo un’etica della responsabilità e dell’accompagnamento. Il suo approccio mira a non chiudere il cuore né le porte della Chiesa a chi ha sofferto.
Sotto la guida di Prevost, il Dicastero per i Vescovi ha visto l’inclusione di donne tra i suoi membri, riconoscendo il valore delle diverse prospettive nel processo decisionale. Egli considera questa partecipazione non solo simbolica, ma sostanziale, arricchendo il discernimento ecclesiale con sensibilità e intuizioni diverse.