20 Giugno 2025

“Dobbiamo prestare obbedienza a Leone XIV”

di Bruno Volpe

INTERVISTA A DON ENZO BUGEA NOBILE

“Ai giovani occorre dare pane e il Signore nell’eucarestia. Bisogna trattare gli anziani con amore e competenza”.

Sono questi i punti salienti delle affermazioni di don Enzo Bugea Nobile, parroco a Messina e  soprattutto Superiore per Sicilia e Calabria della Famiglia Guanelliana, Servi della Carità, religiosi che si rifanno appunto al carisma del loro fondatore San Luigi Guanella canonizzato da Papa Benedetto XVI.

Don Luigi Guanella fu uno dei santi sociali ed ha molti punti in comune con San Giovanni Bosco, proveniendo dai Salesiani. Don Enzo Bugea Nobile è un sacerdote integerrimo, stimato dai fedeli e dalla diocesi di Messina sia per la solida preparazione terologica e liturgica, sia per lo zelo e l’impegno pastorale. Ha operato in Campania ed anche in Puglia, a Fasano.

Don Enzo, che cosa è l’Opera Guanelliana?

“E’ una Congregazione religiosa fondata appunto da San Luigi Guanella, canonizzato da Papa Benedetto XVI. IL nostro nome è Servi della Carità perchè in ossequio al comandamento dell’amore che Cristo ci ha donato, siamo vicini agli ultimi, ai poveri, ai disagiati, ai sofferenti, agli anziani e  alle persone con discapacità in particolare ragazzi. Siamo presenti in tutto il mondo, tranne che in Australia”.

La carità che  si sviluppa nel vostro carisma è sia in senso verticale, unione e sequela con Cristo, sia in senso orizzontale, assistenza al prossimo…

“Esattamente, una carità fondata su azioni concrete e al servizio dello sviluppo integrale della persona, specie i giovani con disabilità che don Guanella chiamava buoni figli, ai quali bisogna donare affetto e cuore, amore incondizionato che loro ricambiano gratuitamente. Lo stesso dicasi per altre categorie di persone bisognose di aiuto come orfani ed anziani. Questo ci ha portati a creare centri di riabilitazione, rsa, residenze per ragazzi in difficoltà”.

Lei è parroco a Messina dove è apprezzatisismo e stimato dai suoi fedeli, ma anche dalla diocesi e dalla cittadinanza…

“Sono parroco di periferia, felice di questa scelta. Ho da curare due parrocchie e sono Superiore della Congregazione per Sicilia e Calabria. Vivo questa dimensione con entusiasmo, grato alle comunità, ai Superiori, alla mia diocesi per l’appoggio e l’aiuto”.

Sacerdote, raffinato liturgista, teologo, ma uomo di concretezza per quello che ha fatto…

“Non sta a me dirlo. Indubbiamente mi ha arricchito l’esperienza di Scampia vicino Napoli dove sono stato nove anni ed ho cercato di offrire ai giovani occasioni di riscatto, specie a coloro che abbandonavano la scuola, creando laboratori quali parrucchiere, piazzaiolo, per barman in grado di offrire  un’occupazione. Poi ho fatto il vice  cappellano in carcere ed ho avuto l’occasione di toccare con mano l’umanità  ferita che va recuperata offrendo a tutti una seconda opportunità di riscatto”.

Poi gli anziani…

“Bisogna trattare bene gli anziani, rispettarli e occuparsi di loro unendo umanità e professionalità ed è questo che facciamo scrupolosamente nelle nostre residenze, fede e amore come diceva il nostro fondatore il quale  aveva punti di contatto con San Luigi Bosco, santo sociale, essendo egli stato per 3 anni tra i Salesiani. Oggi bisogna insistere su anziani e  giovani, in un tempo caratterizzato da emergenza educativa”.

In che senso?

“La famiglia in certe occasioni non è più punto di riferimento e questo fa in modo che alcuni ragazzi crescano non stabilmente inquadrati. Lo stesso dicasi per la scuola che in talune occasioni, non sempre, non fornisce adeguata formazione. Poi abbiamo il problema complesso dell’ abbandono scolastico. Ma questi ragazzi vanno aiutati  con alternative che li portino verso il mondo del lavoro”.

Lei opera con  competenza, ma anche entusiasmo…

“Amo questa missione e lo faccio col sorriso, mi piace donare e donarmi. Capisco ed apprezzo la voglia di riscatto e dobbiamo far tutto per aiutare i giovani in difficoltà e ovviamente gli anziani. Don Guanella diceva che al prossimo dobbiamo dare pane e Signore eucarestia”.

Abbiamo il nuovo Papa, che ne pensa?

“Intanto sono felice che la Cattedra di Pietro abbia un successore. Ritengo sia presto per dare giudizi, tuttavia bisogna essere attenti a quello che ci ha voluto dire lo Spirito Santo e docili al Magistero del Papa al quale prestare obbedienza”.

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