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L’ATTUALITÀ DELLE RIPETUTE CONDANNE DI LEONE XIII VERSO LA MASSONERIA E I NOSTRI DOVERI
Il santo papa italiano e veneto Pio X scrisse il Catechismo Maggiore della Chiesa Cattolica. “Già dai tempi apostolici erano sorti uomini perversi, che per lucro e per ambizione turbavano e corrompevano nel popolo la purezza della fede con turpi errori. A questi si opposero gli Apostoli colla predicazione, cogli scritti, e colle infallibili sentenze del primo concilio che essi celebrarono in Gerusalemme” (Parte Terza, punto n. 126).
Il Catechismo di S. Pio X, continua ricordando ai fedeli come “…i legittimi successori di S. Pietro, sopra il quale Gesù Cristo fondò la sua Chiesa, siano stati, o siano al presente ancora, agli eretici ed agli increduli, oggetto d’odio, di scherno e di avversione, dovendo essi più da vicino rassomigliare al divino maestro, che disse: se perseguitarono me, perseguiteranno voi pure” (Parte III, punto 142).
Nel giorno della morte di J.M. Bergoglio, il 21 Aprile 2025, il Grande Oriente d’Italia di Palazzo Giustiniani lo ha ricordato con queste parole: “Nella sua ultima enciclica “Fratelli tutti”, pubblicata il 3 ottobre [2020, n.d.r.], Papa Francesco ha espresso apertis verbis in chiave assolutamente inedita un’idea di fratellanza universale, come legame che unisce tutti gli esseri umani, al di là della loro fede, ideologia, colore della pelle, estrazione sociale, lingua, cultura e nazione. Si tratta di un pensiero che è vicino agli ideali che costituiscono fin dalle origini le fondamenta stesse della Massoneria. Da oltre 300 anni il principio di Fratellanza è scritto in maniera indelebile nel trinomio massonico posto all’Oriente nei templi insieme a quelli di Libertà e Uguaglianza” (cfr. tutto l’articolo pubblicato cinque anni fa, sulla rivista Erasmo n. 9 ottobre 2020 pp. 4-5).
Papa Leone XIII scrisse contro la Massoneria quattro encicliche: la “Humanum Genus” del 1884, la “Dall’alto dell’apostolico seggio” del 1890, l’Inimica vis” e la “Custodi di quella fede”, entrambe dell’8 dicembre 1892. Il Magistero ordinario e straordinario dei Sommi Pontefici, fra cui rientrano le lettere encicliche, le esortazioni apostoliche, le definizioni ex cathedra, dispone, fra l’altro, di due caratteristiche essenziali: l’infallibilità e l’immutabilità, che lo rendono sempre valido ed efficace nel tempo. La mutevolezza dell’insegnamento in materia di Fede e Morale, secondo le epoche è storicismo hegeliano condannato anch’esso dalla Chiesa. Quindi tutto ciò che Lo contraddice non può venire dalla Chiesa di Cristo.
“Può errare il Papa nell’ammaestrare la Chiesa? Il Papa non può errare, ossia è infallibile nelle definizioni che riguardano la Fede e i costumi” (Catechismo Maggiore di San Pio X, punto n. 197).
Leone XIII si oppone nettamente alla Massoneria, che in due altre encicliche, la “Immortale Dei” e la “Sapientiae Christianae”, egli aveva definito solennemente come «il principio dell’uomo indipendente da Dio», che avrebbe il dovere «di ricercare nella natura il principio e la norma di ogni verità», anziché nel Dio, Uno e Trino dei Vangeli.
E’ vero che Papa Gioacchino Pecci, nella Sua monumentale enciclica sociale “Rerum Novarum” del 1891 enfatizza l’importanza della fratellanza umana, ovvero la consapevolezza di appartenere a un’unica famiglia umana, come fondamento per la costruzione di una società più giusta e pacifica. Senza mai dimenticare chi sia l’unico vero Creatore e quali siano i Suoi diritti sul creato e sulle nazioni, perché di origine soprannaturale.
Il Papa dichiarava come connessi alle idee della massoneria sia il comunismo che il socialismo, definiti come “una or l’altra di quelle capitali dottrine, in cui il veleno degli errori massonici pareva che fosse più intimamente penetrato”. Nella Humanum Genus, richiamandosi alla Tradizione, Leone XIII così si esprime:
“Ora poi, ad esempio dei Nostri Predecessori, Ci siam risoluti di prender direttamente di mira la stessa società Massonica nel complesso delle sue dottrine, dei suoi disegni, delle sue tendenze, delle sue opere, affinché, meglio conosciutane la malefica natura, ne sia schivato più cautamente il contagio”. Il relativismo morale e filosofico delle massonerie viene condannato con parole dure e grande fermezza da Papa Leone XIII.
Il Papa condanna la massoneria con tutte le sètte ostili alla Chiesa, che “con lungo ostinato proposito” vogliono impedirne l’influenza, il magistero e l’autorità, nonché sostengono “la piena separazione della Chiesa dallo Stato”. Verso lo Stato laico, in realtà ateo, Leone XIII scrive: “Leggi di odiosa parzialità si sanciscono contro il clero, cosicché vedesi stremato ogni dì più, e di numero, e di mezzi”.
Il silenzio di fronte a un grave errore è un peccato. Non è possibile “servire a due padroni”, ci insegna il Messia, fulminando così i mediani, i tiepidi o i compromessisti delle verità eterne.
Papa San Felice III disse: “Non opporsi all’errore significa approvarlo, e non difendere la verità significa sopprimerla”.
Santa Caterina da Siena, Dottore della Chiesa e Patrona d’Italia, esortò Papa Gregorio XI a essere coraggioso: “Grida con centomila lingue! Vedo che il mondo è marcio a causa del silenzio”.
Quindi il Deposito della Fede deve essere difeso a tutti i costi, indipendentemente da dove o da chi provengano gli attacchi. “Allora Gesù disse ai suoi discepoli: se qualcuno vuol venire dietro a me, rinneghi sé stesso, prenda la sua croce e mi segua. Perché chi vorrà salvare la propria vita, la perderà; e chi perderà la propria vita per causa mia, la troverà” (Matteo 16:24-25).
San Tommaso d’Aquino scrisse, contrariamente a quanto spesso si sente dire, anche da persone battezzate, nei confronti dei laici che parlano di religione: “Si deve osservare, tuttavia, che se la fede fosse in pericolo, un suddito dovrebbe rimproverare il suo prelato anche pubblicamente” (Summa theologica, II-II, q. 33, a. 4, ad 2).
I fedeli pretendono chiarezza, coraggio e la voce del Buon Pastore. “Il tuo silenzio non sarà dimenticato, e neanche il tuo coraggio, se sceglierai di stare dalla parte di Cristo e della sua verità. Non temete la perdita dell’approvazione umana, perché un giorno saremo di fronte al tribunale di Dio. Scegliete ora chi volete servire”, ha dichiarato il vescovo statunitense Joseph E. Strickland sul blog “Duc in Altum” del vaticanista Aldo Maria Valli.