di Bruno Volpe
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INTERVISTA A MONS. MICHELE PENNISI, ARCIVESCOVO EMERITO DI MONREALE
“Ha ragione Papa Leone XIV: non bisogna mitizzare l’intelligenza artificiale ma governarla”.
A dirlo è l’arcivescovo emerito di Monreale (Palermo), Monsignor Michele Pennisi, che condivide la posizione del nuovo Ponterice sull’intelligenza artificiale e la rivoluzione tecnolgica.
Eccellenza, Papa Leone ha detto che la Chiesa deve occuparsi ed affrontare il tema dell’ intelligenza artificiale, naturalmente senza fare corciate ma con la dovuta prudenza…
“Il tema della intelligenza artificiale è stato oggetto di ampie discussioni durante le Congregazioni prima del Conclave e correttamente il Papa lo ha ripreso. E lo giudica una delle sue priorità. A mio avviso ha perfettamente ragione. Non dobbiamo essere contro di essa, ci mancherebbe. Però non farne un idolo, come per la tecnologia avanzata che sta prendendo la mano a tutti”.
Che cosa vuole dire?
“Che il progresso è sicuramente positivo, tuttavia e vengo alla intelligenza artificiale, essa deve essere governata dall’uomo e mai prenderne il posto. Dobbiamo evitare che l’intellgenza artiticiale abbia il sopravvento sull’uomo. E’ come un coltello che può essere utilizzato bene per sbucciare un frutto e male per uccidere una persona”.
Ma per quale motivo il Papa giudica una priorità richiamare l’attenzione sulla intelligenza artificiale?
“Abbastanza semplice. Papa Leone XIV ha scelto questo nome in ossequio a Papa Leone XIII, colui che ha fondato con la Rerum Novarum la dottrina sociale della Chiesa e questo fu un testo essenziale direi profetico, in linea col Vangelo, durante la rivoluzione industriale a difesa dei lavoratori e loro dignità. Oggi abbiamo l’esplodere della intelligenza artificiale e delle nuove tecnolgie che devono essere governate e hanno bisogno di un codice etico. Possiamo parlare, contestualizzando, che la nuova rivoluzione industriale si chiama rivoluzione tecnologica. E siccome Papa Leone XIII si era occupato del problema, ecco che il suo successore affronta tra gli argomenti sociali, il super progresso tecnologico. In particolare le conseguenze che l’intelligenza artificiale potrebbe avere, e certamente avrà, sulla occupazione. Molti posti di lavoro non ci saranno più proprio per la presenza della intelligenza artificiale e diciamomolo pure. tanti non sono ancora preparati a questo e diventa un problema sociale ed occupazionale. Come Chiesa dobbiamo interesssarci del bene comune, perno della dottrina sociale della Chiesa assieme alla solidarietà e dunque derivazione del Vangelo”.
Insomma, un invito alla prudenza davanti a derive nella rivoluzione tecnologica e digitale…
“Esattamente. Non opposizione a priori, ma serena valutazione dei rischi, delle derive a non facciamone un idolo. Il fatto che un matematico come il Papa lo dica, dimostra che le preplessità e i motivi di preoccupazione sono fondati”.
Papa Leone XIV, contento della sua elezione?
“Innegabilmente. Tanti parlavano alla vigilia di Chiesa divisa e dilaniata da fazioni. La sua elezione rapida ha dimostrato il contrario. Non è corretto parlare adesso di un Pontefice americano. Lo è di nascita, ma oggi il cardinale Prevost non esiste più, abbiamo il Successore di Pietro che presiede nella carità la Chiesa cattolica, ovvero universale. E’ il Papa di tutti”.
Come classificarlo?
“Non amo le classificazioni ed è comunque presto. Ogni Papa ha la sua sensibilità ed il suo stile, pertanto fare paragoni col passato non ha senso. Dai suoi discorsi sin qui pronunciati, ma non è una scoperta, emerge una persona molto cauta, prudente, concreta, ma estremamente preparata dal punto di vista teologico e dottrinale e sicuramente continuità col predecessore. Inoltre egli ha una spiccata capacità pastorale ed una grande conoscenza della Curia avendo vissuto e lavorato in essa per lungo tempo. Conosce bene Roma e il suo ambiente. Mi piace il fatto che egli dia la dovuta centralità a Cristo “.
Vede qualcosa di Ratzinger?
“In alcune cose sì, penso al vestiario e alla sua provenienza agostiniana, santo caro a Papa Benedetto XVI. Lo ribadisco, un Papa che ha innegabile profondità teologica e soprattutto prudenza nel leggere i discorsi scritti”.
“Meglio essere cauti, ponderati e non improvvisare”.
Conclave, italiani ancora una volta sconfitti…
“Non è una sconfitta, dal Conclave esce vincente la Chiesa docile allo Spirito Santo”.
In una intervista ad altro organo di stampa lei ha dichiarato che i cardinali italiani scontano le lori divisioni…
“Vero. Ma in un Conclave con 133 cardinali provenienti da tutte le parti del mondo, occorrevano nomi di maggior notorietà e figure di maggior prestigio internazionale. Non abbiamo più il cardinal Martini o Pappalardo e Ruini e questo lo vediamo adesso”.