15 Giugno 2025

Mons. Santoro sulla “pace cristiana di Leone XIV”

di Bruno Volpe

INTERVISTA A MONS. FILIPPO  SANTORO, ARCIVESCOVO EMERITO di TARANTO

“La Chiesa ha dimostrato vitalità e freschezza stupendoci”. Così Mons. Filippo  Santoro, arcivescovo emerito di Taranto, commenta l’elezione di Papa Leone XIV

Eccellenza, che cosa dimostra l’elezione di Papa Prevost?

“E’ stata una delle più rapide e veloci nella storia dei conclave, e a me sembra che la indicazione che possiamo ricavare è questa: la Chiesa cattolica ne esce rinforzata, rinvigorita e ha dimostrato vitalità, freschezza e soprattutto unità con questa elezione. Altro che Chiesa divisa e in crisi. Ha risposto adeguatamente a queste visioni e giudizi assolutamente non esatte. I cardinali hanno saputo ascoltare la voce dello Spirito Santo sapendoci sorprendere” 

Qualcuno parla di sconfitta delgi italiani e di favore agli Usa…

“Analizzare  le questioni religiose e di fede con gli occhi mondani e le categorie della politica è sbagliato. Nessuno esce vincitore e nessuno sconfitto. Chi vince è la Chiesa cattolica che si dimostra davvero universale. In quanto alla nazionalità rispondo a coloro che mostrano paure o temono complotti ed intrighi tipici della politica, che il Papa, una volta eletto, assume il titolo di Vescovo di Roma e perde la sua nazionalità, è il Pontefice di tutti e non di una sola nazione. Proprio a motivo della cattolicità della Chiesa, cosa che vuole dire universale e non particolare. Fare il tifo per il Papa italiano è ridurre cose grandi a meschinità e nazionalismi. Aggiungo poi che la Conferenza Episcopale degli Usa ha il più alto numeri di vescovi, seguiti dal Brasile e poi dall’Italia e che la comunità cattolica in quel Paese è molto  viva”.

Una scelta di compromesso?

“Ritengo che queste categorie tipiche della politica non vadano bene per la Chiesa. Io sono molto contento di questa elezione perchè dimostra, come affermavo prima, la presenza di una Chiesa reattiva, fresca, giovane che sa ancora dare sorprese e stupire. In Piazza San Pietro erano presenti fedeli di tutte le parti del mondo, allo stesso modo in Conclave erano riuniti cardinali di ogni origine, questa è universalità ed anche vitalità”

Papa Leone XIV ha citato varie volte la parola pace…

“Attenzione. Non si riferiva alla pace  secondo il mondo, ma a quella di Cristo come dice il Vangelo. La pace cristiana non è mera assenza di guerra, anche quella, ma è la presenza viva del Cristo morto e risorto. Il nuovo Papa nel suo messaggio ha citato varie volte Cristo, è stato un discorso fortemente cristocentrico e credo sia giusto rimettere Cristo al centro e non relegarlo all’ ultimo posto dei nostri pensieri”.

Non è casuale il nome di Leone XIII…

“Effettivamente è così. Leone XIV è il diretto successore di Leone XIII, il Papa fondatore, con la encilica Rerum Novarum, della dottrina sociale della Chiesa. A mio avviso questo denota una particolare dedizione alle cause dei poveri, degli umili e contro le disuaglianze sociali che affliggono questo mondo con una economia disumana ed ingiusta distribuzione di ricchezze”.

“Certo, ma la Chiesa per sua natura è missionaria, cioè deve portare il messaggio di Cristo, la Parola e i sacramenti a tutte le genti, così come dice il Vangelo. Siamo obbligati a questo e una Chiesa non missionaria tradirebbe il suo mandato”.

Vestiario, segni di discontinuità con Bergoglio?

“Io ritengo che nella sostanza Papa Leone XIV  camminerà in continuità col predecessore. Magari cambierà lo stile, il modo di porgere, questo sì. Del resto ogni Papa ha la sua sensibilità, il suo modo di essere e la sua formazione. Non esiste un pontefice fotocopia del precedente e fare continui paragoni non solo è sbagliato, ma anche privo di senso. Il primo banco di prova su cui valutare saranno le nomine curiali e i nunzi, cioè se conferemerà l’attuale curia o farà cambi”.

 

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