15 Giugno 2025

Due o tre cose su Leone XIV

di Pietro Licciardi

DOPO LE ANALISI DIVINATORIE DEI MEDIA ECCO POCHE COSE CERTE SU QUESTO PAPA

Papa Leone XIV non ha fatto in tempo a sedersi sul trono petrino che già i media mainstream hanno imbrattato pagine e pagine con analisi, profili, predizioni, sentenze circa quello che sarà il nuovo pontificato. Noi ci asteniamo dall’unirci al coro anche perché è assolutamente prematuro supporre alcunché. Quello che possiamo fare è soltanto trarre qualche cauta indicazione dai primi gesti e parole del Pontefice, attingendo da ciò che hanno scritto e detto persone molto più autorevoli. Autorevoli per la loro provata appartenenza al campo cattolico.

Innanzitutto, come molti hanno osservato con sollievo, il neoeletto si è presentato al balcone di San Pietro indossando le tradizionali vesti papali, ad indicare che Egli non è un qualsiasi vescovo – ogni città, compresa Roma, ha già il suo – ma il successore di Pietro, ovvero del primo capo della Chiesa investito della sua autorità da Cristo in persona. Non dunque un buon parroco di campagna, o il vicino della porta accanto, dispensatore di buoni consigli ma un autorevole pastore e guida.

Altra cosa che ha colpito di Leone XIV le sue prime parole: non un generico “buona sera” ma l’augurio rivolto a Gesù risorto agli apostoli: “la pace sia con voi”. Si badi bene: non un generico richiamo alla pace imbelle, pacifista ed ecumenica, ma a quella pace che viene solo da Cristo. Del resto lui, un agostiniano, per formazione spirituale e teologica sa che la guerra fra gli uomini – feriti dal peccato originale – ci sarà sempre. Inoltre per sant’Agostino certe guerre sono giuste e soprattutto la pace non è semplicemente una assenza di guerra, ma è armonia e tranquillità nell’ordine. Un ordine che a quanto pare nel mondo – e anche nella Chiesa – è venuto meno. Ma soprattutto dopo il suo discorso, letto e non improvvisato, ha recitato l’Ave Maria e ha fatto riferimento alla Madonna di Pompei; un passo indietro rispetto a certe espressioni francamente disturbanti come: “Maria, la ragazza della porta accanto” e “Maria una di noi”.

Anche la scelta del nome lascia ben sperare, nel senso di un recupero della Dottrina sociale della Chiesa, in questi anni ancor più messa nel dimenticatoio. E’ vero che di papi col nome “Leone” ce ne sono stati tredici e non sappiamo a quale Prevost si sia voluto ispirare, ma la sua attività missionaria, l’essere figlio di immigrati e la sua lunga permanenza nell’America latina lasciano supporre che voglia ispirarsi proprio al Leone XIII che per primo redasse una enciclica tutta dedicata ai problemi sociali. Questo comporterà quasi inevitabilmente un’attenzione prioritaria, come si dice oggi, agli “ultimi”, che si tradurrà in un appoggio all’immigrazionismo, come del resto Prevost ha sempre fatto nel suo passato di vescovo e cardinale. Ma Dottrina sociale e Catechismo contengono precise indicazioni e limiti, contemplando assieme ai diritti anche chiari dover da parte di chi accoglie e di chi viene accolto. Compreso quello di limitare gli ingressi secondo le reali possibilità di accoglienza e integrazione.

Purtroppo per onestà di cronaca dobbiamo riferire anche di certe “criticità”, che taluni commentatori hanno messo in evidenza; come il richiamo alla sinodalità, che come si è andata configurando con Bergoglio rappresenta un grave pericolo per la Chiesa, in quanto rischia di demolire l’unità e la struttura gerarchica come istituita e voluta dallo stesso Nostro Signore. Inoltre Prevost è stato più volte accusato di aver coperto gli abusi sessuali di ecclesiastici; la stessa accusa ricolta al suo predecessore. Insomma Egli sarebbe un continuatore della linea di Francesco, anche se certamente il suo pontificato rappresenterà un passo indietro rispetto ai due e più passi avanti compiti nei dodici anni precedenti nell’attuare la rivoluzione innescata dal Concilio Vaticano II. Tuttavia ciò non riporterà la Chiesa a disinnescare la mina modernista già in buona parte esplosa all’interno del recinto cattolico. E ricordiamo, ancora una volta, che per san Pio X il modernismo era la sintesi di tutte le eresie.

Ci fermiamo qui, consapevoli di aver forse detto già troppo per un Papa eletto da appena cinque giorni fa. Papa uscito da un Conclave in cui i porporati, che hanno “scelto” ancora una volta un outsider rispetto alle previsioni, confermando il detto che “chi entra Papa, esce cardinale”. Speriamo il Buon Dio abbia ascoltato le preghiere del Suo piccolo gregge.

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