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TE DEUM – I FIGLI DELLA PROVVIDENZA, UN OTTIMO LIBRO DI SILVANA DE MARI
“Mi rivolgo ai potenti del mondo: mai più la guerra”. Queste sono le parole che papa Leone ha pronunciato al suo primo Regina Coeli. Un appello ai grandi della Terra perché si impegnino a realizzare una pace giusta e a mettere termini ai conflitti in atto.
La Chiesa, da Pietro fino al suo ultimo successore venuto dalle Americhe, nel corso della sua lunga storia ha sempre cercato di portare pace tra gli uomini. Certo, in molte occasioni ha anche benedetto le armi e gli armati, ma ha sempre cercato- nella sequela di Cristo Principe della pace di sanare le discordie e di spegnere l’odio.
La realtà della guerra è qualcosa di terribile. E’ stata raccontata nei libri di storia, ma anche in molti affascinanti romanzi, come ad esempio Guerra e pace di Tolstoj.
La guerra fa da sfondo anche all’ultimo romanzo di Silvana De Mari, Te Deum- I figli della provvidenza, pubblicato da Federica Picchi editore. La più grande scrittrice fantasy italiana negli ultimi anni si è dedicata con successo anche al romanzo storico. Te Deum è il seguito di Ora pro nobis. Storia di ussari alati.
Troviamo in questo romanzo i temi classici e amati da Silvana De Mari, tra cui l’infanzia violata, l’assenza di padri, la sofferenza di madri nubili, la ricerca di identità dei giovani eroi. Il Te Deum è una preghiera di ringraziamento, ma uno dei protagonisti- Andrej- è sicuro di non aver niente di cui ringraziare, ma solo da chiedere: non avere più fame, avere le scarpe, saper leggere, avere il cognome del padre e come lui essere un invincibile Ussaro Alato. Dall’assedio di Vienna, che era stato lo scenario del primo romanzo, fino alla leggendaria battaglia di Hodow, la Provvidenza guida la vita di Andrej. Le vicende personali della gente comune si intrecciano con quella degli eroi famosi, come il leggendario re Polacco Giovanni Sobieski. Tutt’intorno ecco le battaglie, il sangue, la morte: la dura realtà della guerra, un antico gioco crudele con cui gli uomini hanno sempre creduto di risolvere i problemi. Scorrendo le pagine del romanzo, con i suoi misteri dolorosi e gloriosi, non si può non pensare agli orrori che ogni guerra porta, e che ai nostri tempi sono diventati visibili a tutti.
Così, Te Deum è la descrizione del valore, ma anche della viltà, dell’onore e delle bassezze. Non fu uno scontro di civiltà, tra l’Europa cristiana e l’Islam dilagante, come molti pensano, ma una battaglia fra i polacchi e l’esercito del Gran Visir, che aveva anche soldati europei e cristiani, come i magiari. La guerra è sempre un affare sporco. A Vienna, come a Hodów, mancavano gli eserciti di quasi tutti i Paesi europei, alcuni dei quali speravano perfino in una sconfitta dell’Impero Austriaco per poi avvantaggiarsene.
La vera gloria fu quella di Sobieski e della sua straordinaria cavalleria, gli Ussari, che il giovane protagonista ammira quali fossero dei cavalieri medievali, non in cerca del Graal ma a difesa della propria terra, delle proprie case, delle proprie famiglie, dando le proprie vite.
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Un libro, che 4 giorni prima della fumata bianca, ha profetizzato un Papa di nome “Leone XIV” (VEDI QUI)