15 Giugno 2025

Buttiglione: “Il Pontefice lo si ama… e basta”

di Bruno Volpe

INTERVISTA AL PROFESSOR ROCCO BUTTIGLIONE

“Chi sono io per giudicare il Papa? Da cattolico il Pontefice si ama e basta, lo Spirito Santo non sbaglia”. Lo dice in questa intervista il professor Rocco Buttiglione.

Professor Buttiglione, che pensa del neo Papa Leone XIV?

“Diamo tempo al tempo, è ancora presto. Poi chi sono io per valutare e giudicare il Papa? Un cattolico ama il Papa a prescindere come Vicario di Cristo e basta, del resto lo Spirito Santo non si sbaglia e non con la nostra mente finita non siamo in grado di leggerne le note, troppo più grande di noi”.

Un Papa americano…

“Il Papa quando viene eletto perde la sua nazionalità ed è prima di tutto Vescovo di Roma, poi guida di tutta la Chiesa universale. Certamente come statunitense ha una sua sensibilità e non dimentichiamo che egli ha due nazionalità, statunitense e peruviana”.

Che vuole dire?

“Che ha la capacità di parlare sia all’America del Nord, che a quella del Sud, all’America Latina, parti del continente americano non sempre legate da rapporti di stima o amicizia e spesso in conflitto. L’ America Latina non guarda agli Usa con eccessiva simpatia”.

Un Papa ponte…

“Esattamente. Sia tra Europa e America, sia tra le due parti del continente americano. Leone XIV potrà se Dio lo vuole portare a termine il piano di Papa Francesco incompiuto, quello di suscitare nell’ America Latina una rivoluzione della misericordia e dei poveri. Papa Giovanni Paolo II ci riuscì in Polonia perché aveva Solidarnosc, mentre i governanti e le popolazioni dell’America Latina non hanno compreso il messaggio preferenziale di Francesco. Penso che Leone raccoglierà quello che il suo predecessore ha seminato”.

Qualcuno ha detto che Leone XIV è un ceffone della Chiesa a Trump…

“In parte sì, ma non del tutto. Egli è statunitense, anche se da Papa perde questa caratteristica. Ma uno statunitense atipico che parla agli Usa da dentro il sistema che conosce bene. Trump che è furbo, lo ha subito salutato, ma lo teme. Negli Usa oggi ci sono due orientamenti contrapposti: quelli che vogliono un’America degli americani, ostile agli immigrati e questa corrente fa capo a Trump, e chi si rende conto che negli Usa il venti per cento è fatto da ispanici, oltre che neri ed asiatici. Una saggia politica deve portare ad accogliere senza discriminazioni come fa Trump, gli immigrati seguendo la rivoluzione della fratellanza universale e della solidarietà. La realtà che sia un Papa made in Usa non significa che sia automaticamente il cappellano di Trump, anzi”.

Punti di contatto con Ratzinger?

“Il fatto che sia un agostiniano lo conferma visto che Papa Benedetto XVI era profondo conoscitore di Sant’Agostino e da alcuni atteggiamenti, penso al vestiario e passi di discorsi, in effetti ricorda in un certo senso Papa Benedetto XVI. La sua provenienza in ogni caso dimostra una cosa: è finito il tempo di una Europa centrale nella geografia della fede e del potere ecclesiastico. Dobbiamo renderci conto che l’asse si è spostato dall’ altra parte dell’oceano e farcene una ragione. Leone XIV farà capire che è finito il secolo americano per come lo intende Trump e vuole portare una nuova era fatta di fratellanza e misericordia”.

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