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IL TRADIMENTO DELL’IDENTITA’ CATTOLICA
In un’Italia che si proclama ancora in maggioranza cattolica, anche se sempre più svuotata nella pratica e nel cuore, assistiamo all’ennesimo episodio emblematico della deriva culturale e spirituale del nostro Paese: in Lombardia, in una scuola primaria, si organizza una lezione sulla religione islamica per bambini di dieci anni, con tanto di “dialogo” e domande preparate insieme alle insegnanti. Un rappresentante del locale Centro culturale islamico è stato invitato a spiegare il Corano, il Ramadan, il velo, la preghiera musulmana, la luna e la stella simboli dell’Islam. Tutto con l’approvazione della scuola e — presumibilmente — il silenzio della diocesi.
Siamo davanti a qualcosa di ben più profondo di una semplice “lezione culturale”: siamo di fronte a un vero e proprio atto di resa, l’ennesimo cedimento dell’identità cattolica sull’altare del multiculturalismo relativista. L’infanzia, tempo dell’innocenza e dell’educazione alla verità, viene ora impiegata per seminare il verbo di Maometto…
È paradossale e tragico: nelle scuole italiane, la Croce viene nascosta per “non offendere”; le preghiere cristiane vengono messe da parte per rispetto delle “diversità”; il nome di Gesù viene sostituito da un generico “essere superiore” nelle canzoncine natalizie; ma l’Islam viene spiegato ai bambini con dovizia di particolari e calorosa accoglienza. Come è possibile che una scuola, in una nazione che affonda le sue radici nel Vangelo, diventi il pulpito da cui si annacqua la fede dei nostri figli?
Siamo stati abituati, ormai, a sentirci ripetere che “conoscere l’altro” favorisce l’integrazione. Ma cosa vuol dire “integrazione”, se essa comporta l’abbandono della propria identità e la rinuncia all’evangelizzazione? La vera carità verso il prossimo — anche musulmano — non è quella che tace Cristo per rispetto umano, ma quella che lo annuncia, con amore e verità, come ci ha da subito insegnato Papa Leone XIV.
Altrimenti si tratta di semplice complicità con l’apostasia.
Dove sono le ore di religione cattolica in cui si spiegano la Messa, il Santo Rosario, i miracoli eucaristici, la vita dei santi e il significato del Crocifisso? Dove sono i parroci, i genitori, gli insegnanti cattolici che dovrebbero difendere i bambini da questa confusione spirituale, anziché favorirla?
Questa non è integrazione. È scristianizzazione sistematica. È l’oblio di ciò che siamo, di Chi ci ha redenti, di ciò che ha fatto l’Europa cristiana. Finché i cattolici non troveranno il coraggio di dire “basta” — basta con il buonismo cieco, basta con la neutralità suicida, basta con la paura di sembrare “intolleranti” — continueremo a costruire scuole senza anima, che preparano non cittadini liberi, ma sudditi di un pensiero unico dove Dio non è più Cristo, ma il “dialogo” elevato a idolo.
Che Dio ci dia santi educatori, non funzionari del nulla. E che Maria Santissima, Regina delle famiglie, protegga i nostri bambini da chi vorrebbe strapparli alla verità per immergerli nell’ambiguità.