15 Giugno 2025

Zecchi: “Papa Leone XIV è raffinato ed elegante, unisce tradizione e senso del sacro”

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di Bruno Volpe

INTERVISTA AL PROFESSOR STEFANO ZECCHI, DOCENTE DI ESTETICA A MILANO

“Papa Leone XIV? Raffinato ed elegante, unisce tradizione e senso del sacro”: lo dice in questa intervista il professor Stefano Zecchi, docente di estetica a Milano, scrittore di successo ed intellettuale.

Professor Zecchi, che idea ha ricavato dal punto di vista estetico e della eleganza del nuovo Papa?

“Intanto dico che a pelle mi è piaciuto. Ha un suo stile, diverso da quello del suo predecessore, nettamente. Non sta a me dire se peggio o meglio: la posizione giusta è differente”.

In che senso?

“Lo reputo discreto, moderato, equilibrato nelle parole, ma anche condivisibile quando mette Cristo al centro e soprattutto parla apertamente di pace”.

Il vestiario e i paramenti?

“Ecco appunto. Il vestiario sfoggiato al primo impatto ci parla di una differenza col suo predecessore molto minimalista e semplice, idem dicasi dei paramenti e della cura liturgica. Papa Leone torna alla tradizione dei pontefici precedenti. Non che abbia fatto una cosa straordinaria, ha indossato mozzetta rossa e stola, ma questo con Bergoglio non si vedeva. Unisce l’et- et cattolico. Ovvero collega le cose, non fa una drastica scelta. Cioè segue la tradizione, che non è male, anzi è importante, e comunque va in continuità con il magistero della Chiesa seguendo i segni dei tempi”.

Importante la tradizione?

“A mio avviso sicuramente sì e i simboli sono essenziali, non vanno dimenticati. Non è formalismo, ma il Papa ha un suo ruolo che deve essere identificato non solo da quel che dice, ma anche da come appare”.

Come appariva Papa Francesco?

“Era un gesuita e come tutti sappiamo essi sono meno attenti alle forme esteriori. Francesco nel suo pontificato ha prediletto il lato orizzontale su quello verticale, cioè l’aspetto sociale rispetto a quello tipicamente teologico. Non dico se peggio o meglio, ma è stato un pontificato che ha dato maggior rilievo al lato sociale e politico. Non che Leone non si occuperà di questioni geopolitiche e lo abbiamo visto. Ma nel suo messaggio egli pone Cristo al centro come elemento essenziale, quello che ci si aspetta dalla Chiesa e dal Papa, pastore di anime e deputato a predicare Cristo”.

Che dire di Francesco?

“I funerali così tanto partecipati dimostrano che era amato e molto dalla gente. Da buon sudamericano, cercava il popolo e il consenso del popolo anche con gesti non sempre adeguati alla sacralità, ma efficaci, cosa che difficilmente vedremo in Leone. Ha scelto una strada diversa. Non saprei dare un giudizio, ma non ha badato alla tradizione che nei messaggi ha messo in secondo piano. A me è piaciuta la enciclica Laudato sii”.

E il nuovo Pontefice?

“Porta con sè lo stile e il messaggio degli agostiniani, spirituali, amanti di Cristo e della carità. Sicuramente sarà diverso nel modo di porgersi dal suo predecessore. In quanto ai contenuti, a mio avviso bisogna valutarlo più avanti, alla prima enciclica, adesso è presto”.

Sintesi della difformità con Bergoglio?

“Francesco era un grande comunicatore, non attribuiva rilevanza eccessiva a tradizione e teologia che comunque conosceva. Papa Leone porta o riporta Cristo al centro e rispetta le forme. Non è male, la Chiesa ha bisogno dell’et et“.

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