15 Giugno 2025

“La mia persona fu marianizzata”

di  Pamela Salvatori

L’ESPERIENZA MISTICA MARIANA DI IGINO GIORDANI

In occasione del mese di Maggio, tradizionalmente considerato il mese di Maria, entriamo nel mistero di un incontro mistico che ha segnato la vita di un Servo di Dio dei nostri giorni: Igino Giordani.

Si tratta di un’esperienza che, sebbene straordinaria, ha il potere di parlare alla vita di ciascuno di noi e incoraggiarci nel cammino di fede e di affidamento a Maria. Un evento fuori dal comune, che ci rivela quanto il Cielo sia vicino alla Terra, o meglio, quanto Dio, attraverso il Suo Spirito e la Sua Sposa, sia presente in noi, al punto da cristificarci, marianizzarci, renderci sempre più Suo Corpo e Sua Chiesa, vivendo in noi il Suo mistero di Amore, Morte e Resurrezione.

Igino Giordani è stato un politico, un fine scrittore, un bibliotecario italiano del secolo scorso, noto soprattutto per essere il cofondatore del Movimento dei Focolari di Chiara Lubich.

Con Chiara strinse una profonda amicizia spirituale e visse alcune esperienze mistiche che lo segnarono per sempre. Quando il 17 settembre 1948, la ascoltò condividere gli ideali del Movimento da lei fondato nel 1943, rimase profondamente colpito. In seguito, ne fece memoria con queste parole:

«Era la voce che, senza rendermene conto, avevo sempre atteso. Ella metteva la santità a portata di tutti; toglieva via i cancelli che separano il mondo laicale dalla vita mistica. Metteva in piazza i tesori d’un castello a cui solo pochi erano ammessi. Avvicinava Dio: lo faceva sentire Padre, fratello, amico, presente all’umanità. Riconobbi in quell’esperienza l’attuazione struggente di san Giovanni Crisostomo: che i laici vivessero a mo’ dei monaci, con in meno il celibato. L’avevo coltivato tanto, dentro di me, questo desiderio: che fossero rimossi i confini frapposti tra consacrati e gente comune. Era penetrato l’amore. Era successo che l’idea di Dio aveva ceduto all’amore di Dio. Mi produceva una sorta di conversione nuova, la quale svellendomi dalla stasi in cui parevo murato, urgeva ad immettermi in un paesaggio nuovo, sconfinato, tra cielo e terra, sollecitandomi nuovamente a camminare. E ad ogni passo, il paesaggio si faceva più attraente» (Igino Giordani, Memorie d’un cristiano ingenuo, Città Nuova, Roma 1981)

Dopo quell’incontro, ve ne furono altri e Giordani aderì al Movimento di Chiara, divenendo il primo laico sposato dei Focolari. La sua devozione a Maria era già autentica, ma il contatto con Chiara Lubich certamente favorì il suo cammino di affidamento e di abbandono alla Vergine. Giordani non solo scrisse e parlò di Maria SS., ma stabilì con lei un rapporto d’amore filiale autentico. Egli scelse come di perdersi in Lei, divenire con Lei una cosa sola per generare Cristo all’umanità. La sua devozione era semplice e profonda.

Nel 1957, dopo aver meditato sul mistero della desolazione di Maria, Igino Giordani ricevette un dono straordinario dal Signore: sentì dentro di sé la presenza viva di Maria. Così descrisse quell’esperienza:

«Meditando su tale mistero − su tale regalità del dolore − la sera del 1° ottobre, mese sacro a Maria, dopo le preghiere, di colpo l’anima mi fu sgombrata di cose e creature umane; e al loro posto entrò Maria, con Gesù dissanguato, e tutta la stanza dell’anima fu piena della sua figura di dolore e d’amore. […] Per 24 ore, Ella stette, come altare che regge la Vittima: Virgo altare Christi. La mia anima era la sua stanza: il tempio. Ma, dopo 24 ore, la partecipazione alla sua angoscia e l’amore per Lei fecero come un’unità tra Lei e l’anima, e parve che Lei divenisse la mia anima: non più ospite mia Lei, ma io ospite di Lei; sì che mi venne di dire: “vivo non più io, ma vive Maria in me”. La sua presenza aveva come verginizzato la mia anima: marianizzato la mia persona. L’io pareva morto e nata al suo posto Maria. Sì che non sentivo più il bisogno di levare gli occhi alle icone delle strade e alle immagini della Madonna; mi bastava, mi basta, configgere gli occhi dell’anima dentro di me, per scorgere, in luogo dell’idolo sordido e grottesco solito, la Tutta bella: la Madre del bell’Amore. E anche questo povero corpo sofferente apparirmi una sorta di cattedrale, dove Maria con Gesù morto evoca lo Sposo, il quale convoca la Trinità (I. Giordani, Diario di Fuoco, Città Nuova, Roma 1999, 93).

Da quel momento, Maria divenne per lui presenza vitale, madre e compagna dell’anima sua. Ciò che la Vergine ha realizzato con lui, può e vuole farlo con ciascuno di noi, suoi figli amati, in modo più ordinario e meno vistoso, ma non meno reale. È possibile vivere in Maria, con Maria e per Maria tutta la nostra esistenza. L’esperienza di Giordani può ispirare il nostro cammino di affidamento a Lei. Lui, che ha vissuto la sua presenza come realtà sensibile e trasformante, può parlare anche a noi di quanto la Vergine sia Madre attenta e premurosa. Perché Maria non è un’idea, non è lontana, è una realtà vicina che trasforma la vita di chi l’accoglie. Maria ci ama e attende il nostro amore per generare Gesù al mondo e fare cose grandi anche con noi, infatti, quando ci si ama ci si trasforma.

E tu, hai mai pensato che anche la tua anima può essere marianizzata?

 

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