15 Giugno 2025

Il neurologo Gerardo Cesari su eutanasia e altre idee irrazionali

A cura della Redazione

INTERVISTA ALL’AUTORE DEL LIBRO “IL DIRITTO DI ESSERE PERSONA”

“Il diritto di essere persona” (maggio 2025) è il titolo di un libro scritto dal dottor Gerardo Cesari e pubblicato da Edizioni RnS. Il libro, che è disponibile in varie librerie online, come Hoepli, IBS, e Unilibro (l‘ISBN del libro è 9791281618268), fa parte della collana “Bioetica per tutti” di Edizioni RnS. L’autore del libro è un medico chirurgo specializzato in Neurologia, nato nel 1952. Dopo aver lavorato presso il Pronto Soccorso della propria città per più di dieci anni, ha poi seguito un reparto di Riabilitazione Intensiva, dedicato prevalentemente alle persone con ictus cerebrali, ed un ambulatorio neurologico. In questo ambito ha visto come l’idea di “persona” stesse perdendo valore nella società.

Dottore, perché ha scritto questo libro?

Per reagire a dei modi di pensare che ormai sono accettati nella nostra società, quali ad esempio la possibilità di ricorrere con facilità all’eutanasia, oppure il considerare l’embrione solo come un “grumo di cellule”, od anche la possibilità di ottenere un bimbo affittando l’utero di una donna povera. Non è stato scritto tanto per comunicare delle idee personali, quanto per mostrare dei fatti già accaduti, quindi indiscutibili. Verificando ad esempio, anche attraverso dati statistici, come sia cambiata la società in alcuni paesi esteri dove è stata resa facile l’eutanasia. Infatti qui le persone anziane o malate sentono una sorta di obbligo morale di togliersi di mezzo, sentendosi un peso per la società e per i propri cari. Questo è reso possibile anche dalla sensazione di avere una “vita non degna di essere vissuta”.

Cosa intende?

Tale concetto, presente fin dall’antichità, è stato ripreso dapprima dalle teorie dell’eugenetica e, successivamente, rinforzato dall’ideologia nazista. Più recente è l’antropologia funzionalista, un esponente della quale, il dottor Peter Singer, definisce vita degna di essere vissuta “il non morire prematuramente, la buona salute, l’essere adeguatamente nutriti, il possedere un’abitazione adeguata, il muoversi liberamente, la possibilità di godere del piacere sessuale, l’uso dei cinque sensi, l’immaginare, il pensare, il ragionare, l’essere in grado di esprimere i propri pensieri creativi”. In base a delle idee di questo tipo sono stati fatti morire di recente Charlie Gard, Alfie Evans ed Indi Gregory. Queste idee sono state introdotte pian piano, usando il metodo del “piano inclinato”, cioè facendo ricorso inizialmente a dei casi estremi: ad esempio mostrando come sia accettabile l’eutanasia nei casi di gravissima sofferenza, per poi poterla accettare in casi intermedi, per finire poi con l’ipotesi di renderla possibile anche per chi è semplicemente depresso.

Eutanasia e cos’altro?

Accanto all’accettabilità dell’eutanasia, sono state fatte scivolare sul piano inclinato altre idee irrazionali: – se desidero qualcosa, ho il diritto di averla (idea che si applica alla possibilità di affittare un utero); questo utero in affitto – detto dai benpensanti maternità surrogata – è un atto di pura generosità in genere praticato da sorelle o amiche (trascurando invece il reale giro d’affari nel quale sono coinvolte organizzazioni internazionali che sfruttano le donne povere); se non sono d’accordo con qualcuno, allora lo odio (tecnica che viene usata per tacitare l’avversario in una discussione); – un embrione è solo un grumo di cellule (no, numerose evidenze scientifiche, riportate anche col parere di noti embriologi, mostrano che è un piccolo essere vivente); – se cerco di mostrare alla futura mamma che di questo piccolo essere può ascoltare il battito cardiaco durante un esame ecografico pre aborto, allora sto facendo una violenza psicologica (no, sto cercando di farle capire bene cosa sta facendo, per evitare che poi sia tormentata dai rimorsi. Infatti, spesso la decisione di abortire è accompagnata da un non voler vedere, sentire e capire il reale significato di questo atto); – mio è il corpo, mia è la scelta (no, nel tuo corpo c’è il corpo di un’altra piccola persona)

Il suo libro è adatto solo a chi ha fede?

Mentre tutto il libro è scritto senza alcuna motivazione di tipo religioso, per essere leggibile senza intralci ideologici anche da parte di un non credente, c’è un capitolo finale dedicato ai credenti o a chi, pur non credente, sia interessato a conoscere le posizioni della Chiesa Cattolica.

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