di Daniele Trabucco
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CONSIDERAZIONI SULLA FESTA DELLA REPUBBLICA
La celebrazione del 2 giugno, nella sua forma attuale, appare come un vuoto simulacro, una liturgia civile che si perpetua senza più consapevolezza del fondamento.
Si inneggia alla Repubblica, alla “libera scelta del popolo”, come se il solo atto di volontà potesse legittimare ogni esito, dimenticando che la volontà, se sradicata dalla verità del bene, diventa principio di distruzione e non di ordine.
La fondazione della Repubblica, per essere giusta, non basta sia voluta: deve essere conforme a ciò che è giusto per natura.
Eppure, ciò che oggi si celebra è una forma politica che, lungi dal custodire l’ordine naturale delle cose, ne ha smarrito i presupposti primi, cedendo alla tentazione prometeica di rifondare l’umano senza riferimento alcuno alla legge non scritta che abita il cuore razionale dell’uomo.