13 Luglio 2025

Leone XIV: C’è chi “si vende anche l’affetto e la dignità”

a cura della Redazione

LE RIFLESSIONI DI LEONE XIV DURANTE L’UDIENZA GENERALE

Mercoledì, 4 giugno 2025, in Piazza San Pietro, il Santo Padre Leone XIV ha continuato il suo ciclo di Catechesi – Giubileo 2025 sul tema Gesù Cristo nostra speranza. II. La vita di Gesù. Le parabole. 8. Gli operai nella vigna. «E disse loro: “Andate anche voi nella vigna”» (Mt 20,4)

Queste le parole del Santo Padre.

Cari fratelli e sorelle, desidero fermarmi ancora su una parabola di Gesù. Anche in questo caso si tratta di un racconto che nutre la nostra speranza. A volte infatti abbiamo l’impressione di non riuscire a trovare un senso per la nostra vita: ci sentiamo inutili, inadeguati, proprio come degli operai che aspettano sulla piazza del mercato, in attesa che qualcuno li prenda a lavorare. Ma a volte il tempo passa, la vita scorre e non ci sentiamo riconosciuti o apprezzati. Forse non siamo arrivati in tempo, altri si sono presentati prima di noi, oppure le preoccupazioni ci hanno trattenuto altrove.

La metafora della piazza del mercato è molto adatta anche per i nostri tempi, perché il mercato è il luogo degli affari, dove purtroppo si compra e si vende anche l’affetto e la dignità, cercando di guadagnarci qualcosa. E quando non ci si sente apprezzati, riconosciuti, si rischia persino di svendersi al primo offerente. Il Signore ci ricorda invece che la nostra vita vale, e il suo desiderio è di aiutarci a scoprirlo.

Anche nella parabola che oggi commentiamo ci sono degli operai in attesa di qualcuno che li prenda a giornata. Siamo nel capitolo 20 del Vangelo di Matteo e anche qui troviamo un personaggio che ha un comportamento insolito, che stupisce e interroga. È il padrone di una vigna, il quale esce di persona per andare a cercare i suoi operai. Evidentemente vuole stabilire con loro un rapporto personale.

Come dicevo, si tratta di una parabola che dà speranza, perché ci dice che questo padrone esce più volte per andare a cercare chi aspetta di dare un senso alla sua vita. Il padrone esce subito all’alba e poi, ogni tre ore, torna a cercare operai da mandare nella sua vigna. Seguendo questa scansione, dopo essere uscito alle tre del pomeriggio, non ci sarebbe più ragione di uscire ancora, perché la giornata lavorativa terminava alle sei.

Questo padrone instancabile, che vuole a tutti i costi dare valore alla vita di ciascuno di noi, esce invece anche alle cinque. Gli operai che erano rimasti sulla piazza del mercato avevano probabilmente perso ogni speranza. Quella giornata era andata a vuoto. E invece qualcuno ha creduto ancora in loro. Che senso ha prendere degli operai solo per l’ultima ora della giornata di lavoro? Che senso ha andare a lavorare solo per un’ora? Eppure, anche quando ci sembra di poter fare poco nella vita, ne vale sempre la pena. C’è sempre la possibilità di trovare un senso, perché Dio ama la nostra vita.

Ed ecco che l’originalità di questo padrone si vede anche alla fine della giornata, al momento della paga. Con i primi operai, quelli che vanno nella vigna all’alba, il padrone si era accordato per un denaro, che era il costo tipico di una giornata di lavoro. Agli altri dice che darà loro quello che è giusto. Ed è proprio qui che la parabola torna a provocarci: che cosa è giusto? Per il padrone della vigna, cioè per Dio, è giusto che ognuno abbia ciò che è necessario per vivere. Lui ha chiamato i lavoratori personalmente, conosce la loro dignità e in base ad essa vuole pagarli. E dà a tutti un denaro.

Il racconto dice che gli operai della prima ora rimangono delusi: non riescono a vedere la bellezza del gesto del padrone, che non è stato ingiusto, ma semplicemente generoso, non ha guardato solo al merito, ma anche al bisogno. Dio vuole dare a tutti il suo Regno, cioè la vita piena, eterna e felice. E così fa Gesù con noi: non fa graduatorie, a chi gli apre il cuore dona tutto Sé stesso.

Alla luce di questa parabola, il cristiano di oggi potrebbe essere preso dalla tentazione di pensare: “Perché cominciare a lavorare subito? Se la remunerazione è la stessa, perché lavorare di più?”. A questi dubbi Sant’Agostino rispondeva così: «Perché dunque ritardi a seguire chi ti chiama, mentre sei sicuro del compenso ma incerto del giorno? Bada di non togliere a te stesso, a causa del tuo differire, ciò ch’egli ti darà in base alla sua promessa». [Discorso 87, 6, 8]

Vorrei dire, specialmente ai giovani, di non aspettare, ma di rispondere con entusiasmo al Signore che ci chiama a lavorare nella sua vigna. Non rimandare, rimboccati le maniche, perché il Signore è generoso e non sarai deluso! Lavorando nella sua vigna, troverai una risposta a quella domanda profonda che porti dentro di te: che senso ha la mia vita?

Cari fratelli e sorelle, non scoraggiamoci! Anche nei momenti bui della vita, quando il tempo passa senza darci le risposte che cerchiamo, chiediamo al Signore che esca ancora e che ci raggiunga là dove lo stiamo aspettando. Il Signore è generoso e verrà presto!

Al termine della sua catechesi, ai fedeli di lingua francese, il Santo Padre ha detto: “Il nostro mondo fatica a trovare un valore alla vita umana, anche nella sua ultima ora: lo Spirito del Signore illumini le nostre menti, affinché sappiamo difendere la dignità intrinseca di ogni persona umana”.

Ai fedeli di lingua inglese ha detto: “Mentre ci prepariamo a celebrare la solennità di Pentecoste, invoco su di voi e sulle vostre famiglie una ricca effusione dei doni dello Spirito Santo”.

Ai fedeli di lingua tedesca ha detto: “In questi giorni prima di Pentecoste siamo invitati a chiedere al Signore il dono del suo Spirito. Egli segni le vostre vite con il suo amore e rinnovi così la faccia della terra”.

Ai fedeli di lingua spagnola ha detto: “Vi incoraggio tutti a pregare con fervore il Signore affinché vi venga incontro. Preghiamo in particolare per i giovani e per coloro che si trovano in un momento buio della loro vita, scoraggiati e senza una chiara visione del futuro. Che il Padrone della vigna vi faccia sentire la sua voce e vi dia la forza di rispondere con entusiasmo. Posso dirvi per esperienza che Dio vi sorprenderà”.

Ai fedeli di lingua cinese ha detto: “Cari fratelli e sorelle, vi incoraggio a camminare sempre con gioia nelle vie del Signore. A tutti la mia benedizione!”.

Ai pellegrini di lingua portoghese ha detto: “Con un cuore umile e colmo d’amore per tutti, rispondiamo senza indugio all’invito di Cristo. Lo dico soprattutto ai giovani: non abbiate paura di lavorare nella vigna del Signore! Non rimandate l’incontro con Colui che solo può dare senso alla nostra vita”.

Ai fedeli di lingua araba ha detto: “Non ci scoraggiamo! Anche nei momenti bui della vita, Dio viene sempre a incontrarci con amore e speranza. Il Signore vi benedica tutti e vi protegga ‎sempre da ogni male‎‎‎‏!”.

Ai fedeli di lingua polacca ha detto: “Vi esorto a seguire con coraggio il Signore, rispondendo alla chiamata che Egli rivolge a ciascuno di voi. Possano i santi e i beati essere guide in questo cammino. Tra loro vi è il beato Pier Giorgio Frassati, Patrono dell’Incontro dei Giovani di quest’anno in Polonia, nei Campi di Lednica. Vi benedico di cuore!]

Ai pellegrini di lingua italiana ha detto: “non stancatevi di affidarvi a Cristo e di annunciarlo con la vostra vita in famiglia e in ogni ambiente. È questo che gli uomini anche oggi attendono dalla Chiesa. Saluto inoltre i fedeli di San Severo, Canosa di Puglia e Altamura, incoraggiandoli ad approfondire sempre di più la vita di fede, per essere protagonisti di coraggiosa azione evangelizzatrice nel territorio. Accolgo con affetto il gruppo ANAS e l’Istituto Orsoline di San Carlo di Milano e assicuro la mia preghiera perché il Signore ricolmi ciascuno dei suoi doni. Il mio pensiero va infine ai giovani, agli ammalati e agli sposi novelli. Nel clima di preparazione alla Solennità di Pentecoste ormai prossima, vi esorto a essere sempre docili all’azione dello Spirito Santo, invocandone la luce e la forza. A tutti la mia benedizione!”.

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