15 Giugno 2025

La Rivoluzione Comunista e gli ebrei

di Matteo Castagna

UN ARTICOLO ANCORA ATTUALE

La Civiltà Cattolica, edita a Roma, il 12 ottobre 1922, LXXIII, vol. IV, quad. 1736, pp. 111-121 scrisse un editoriale che alcuni trovano ancora attuale. Per evidenti motivi di spazio non lo riporteremo tutto, ma le parti salienti che potrebbero avvicinarsi, se non sovrapporsi all’attualità. Sempre considerato che, in special modo agli inizi del secolo scorso la rivista dei gesuiti era particolarmente prestigiosa e molto seguita.

L’incipit è: “Il mondo è malato. Non siamo noi a dirlo: oggi lo ripetono anche i moralisti da strapazzo, la gente più spensierata, spaurita dal turbinoso caos in cui vede precipitare ogni ordine. sociale, si è scossa, si è guardata intorno chiedendo a se stessa dove e come le sia venuto un tale eccesso di follia”. A distanza di oltre un secolo, chi è onesto può vedere che la situazione generale in cui ci troviamo a vivere non è cambiata.

“Dappertutto i popoli agitati da inesplicabili convulsioni, gli Stati consumati dal debito pubblico, le nazioni affamate dalla carenza dei viveri, i cambi ogni giorno più rovinosi, e l’aggio dell’oro più stemperato; lo squilibrio economico sull’orlo del fallimento”. Effettivamente, è così anche nel Terzo Millennio.

“E la turba, tanto più disamorata del lavoro quanto più avida di guadagni e di inafferrabili godimenti, pare divertirsi in una ridda tragica di tumulti e di scioperi, aspettando di proclamar domani la repubblica comunista, mentre i politici, i savi delle nazioni si aggirano, sperduti in cerca di una pace che, si risolve in una perpetua delusione”. Questa frase sembra scritta per questo periodo, ove il governo si è visto costretto ad introdurre 14 nuovi reati e inasprimenti delle pene proprio a causa di tumulti in legittime manifestazioni di dissenso degli ex comunisti (forse non tanto ex…) e i grandi della terra non riescono a trovare la pace né per la martoriata Ucraina né per la devastata Striscia di Gaza.

“Poiché le moltitudini sono mandrie e non sanno dove vanno, ubbidiscono a qualcuno che le guida o che le spinge. Chi spinge questa baruffa di partiti, di leghe, di logge, chi guida questo movimento di rivoluzione universale che capovolge la società umana da un confine all’altro del mondo?” – è la stessa domanda che oggi si pongono molte persone per bene in questo delicato frangente storico.

“Voci sinistre si levano da più parti ad accusare la sinagoga. Il lupo è sempre lupo: le colpe antiche accreditano i sospetti nuovi e riaprono una piaga rimarginata ma non mai guarita. Una mano profana ha tratto pure alla luce dei segreti che portano la marca del ghetto. Documenti o falsificazioni? Sarà difficile, come sempre, poter diradare le tenebre in cui si avvolge gelosamente Israele.
Noi abbiamo il diritto di frugare e trarre alla luce del sole quello che ci riguarda, quello che tocca il bene pubblico del popolo cristiano, a cui far danno per i talmudisti è precetto di legge e merito di religione” – scrisse con piglio determinato La Civiltà Cattolica.

“A dir vero, già è parecchio tempo che di questi misteri ebraici si discorre, e si scrive in Italia e fuori, e più ancora fuori che in Italia, perché là più che da noi spadroneggia quella razza.
Noi abbiamo sinora taciuto di proposito, perché nessuno ci accusasse – come altre volte – quali istigatori partigiani di antisemitismo. Oggi, al punto in cui sono le cose, crediamo essere, parte del nostro compito, mettere i lettori a notizia dei fatti che dettero occasione all’inchiesta”.

“La Russia è oggi il campo di battaglia sul quale si disputa l’impero del mondo di domani” – come effettivamente può apparire nelle circostanze attuali.

“Per quanto fitte sieno le tenebre con cui artatamente è circondato quell’infelice paese dalla prepotenza dei tiranni che se ne vogliono impadronire, essi non hanno potuto interamente nascondere il tetro bagliore degli incendi, né strozzare il grido delle vittime straziate, fucilate, trucidate, a capriccio, né soffocare la disperata lotta di un popolo, a cui col ferro, col fuoco, col sangue si volle imporre la delizia del governo comunista”. Si nota la continuità del costante pensiero cattolico sul socialismo ed il comunismo, condannati solennemente da Papa Leone XIII come ideologie intrinsecamente perverse, non a caso cadute rovinosamente, anche grazie alla “disperata lotta del popolo” russo che ha contribuito ad una ricrescita ed una rinascita molto rapide.

“Sono quattro anni che l’Europa, stolta o infrollita, sta da spettatrice di quella distruzione regolata a mente fredda da masnadieri trasformati in capi di Stato, circondati da sicari ben degni del titolo significativo di «guardie rosse », ministri di strage e di terrore”. E’ cambiato il numero degli anni, ma il vulnus di questa affermazione è di stringente attualità.

“Si è parlato di milioni di bambini, vite innocenti mietute in fiore dall’ implacabile flagello: si parla di altri milioni di vite di sventurati che l’inedia finirà di consumare, se la mano soccorritrice delle nazioni cristiane non sarà pronta a porgere loro un pezzo di pane che li strappi alla morte”.
Oggi, forse, i bambini sono meno, ma la tragedia della guerra e della fame li sta attanagliando ancora, mentre le nazioni laiciste appaiono impotenti o disinteressate al bene comune dei piccoli come degli anziani e dei fragili, in Ucraina, in Russia, in Medio Oriente, in Sudan, Siria, Libano, Cisgiordania, presto in Libia, ovunque vi sia una situazione sociale gravemente compromessa.

“In un opuscolo pubblicato nel 1920 dalla Società «Unità della Russia » troviamo, estratto dagli stessi giornali ufficiali « bolscevichi » un lungo elenco nominativo di tutti i membri dei Consigli, delle Commissioni e delegazioni, dei Comitati, Commissariati. Uffici centrali, da cui fu costituito l’organismo dello Stato allo stabilirsi del governo comunista. Quell’elenco venne divulgato in tutte le lingue, in tutti i paesi senza contraddizione: le sue informazioni presentano quel valore che dà loro, oltre la prima Origine, la pacifica notorietà che ne accredita almeno la veracità sostanziale.

In quell’elenco di oltre 545 nomi di membri degli uffici direttivi dello Stato, i cittadini di stirpe russa sono non più di 30; gli ebrei sono la bellezza di 447: il resto va disperso tra lettoni; finlandesi, tedeschi, armeni, polacchi e le altre genti che già componevano l’Impero” – comunicava ufficialmente La Civiltà Cattolica.

Giunge, ora, una stoccata non da poco: “D’altra parte la popolazione totale della repubblica russa non conta certamente meno di novanta milioni di nazionali di fronte a forse quattro milioni di ebrei che fino a ieri brulicavano nel pattume del ghetto, fatti segno al disprezzo comune. Eppure questa infima minoranza oggi ha invaso tutte le vie del potere e impone la sua dittatura alla nazione.
E quale dittatura!”

“Ora fermiamoci ad osservare.
Noi abbiamo la lista dei membri di questo consiglio dei commissari che si può comparare al Consiglio dei ministri negli altri governi europei; essa contiene ventidue nomi che ci fanno conoscere gli uomini nelle cui mani sta il destino della nazione. Il primo fra essi è quello del presidente del Consiglio, Vladimiro Illitch Oulianov, conosciuto sotto il nome di Lenin; egli è vero russo ed appartiene alla nobiltà ereditaria. Nato nel 1870 a Limbrisk, studiò diritto ed economia politica, all’Università di Kazan e di Pietroburgo.

“Un altro russo è il commissario per gli affari esteri, Cicerin, anch’egli di famiglia nobile, dalla quale aveva ereditato una considerevole fortuna che egli abbandonò per mantenere fede alla professione socialista. Sono esempi che si vedono solo in quei paesi. Il terzo è commissario per l’educazione (come si designa il Ministero della Istruzione pubblica), Lunaciarskij, figlio di un consigliere di Stato, ortodosso e propagatore del comunismo fra il clero inferiore. A questi russi si aggiunga il commissario per l’agricoltura, Protean, e quello per gli affari dalle nazionalità, Djongachvili, che sono di origine armena”.

“Gli altri diciassette sono tutti figli di israele” – racconta La Civiltà Cattolica. Troviamo fra loro colui che, dopo Lenin, tiene il primo posto nella repubblica e fu il vero ordinatore dell’esercito «rosso », il Bronstein, detto Trotsky, commissario per la Guerra e la Marina. Nato nel 1877 da un giudeo che teneva bottega di speziale nella provincia di Kherson, fin da ragazzo fu un rivoltoso e si fece cacciare dalla scuola per aver profanato orrendamente un’ icona”.

“Egli è un bolscevico pazzo e sanguinario. Suo degno compagno di crudeltà feroce è il commissario, per l’Interno, Ovsei Gershon Apfelbaum, detto Zinoviev, ebreo dell’Ucraina, nato nel 1883. Legato d’amicizia giovanile con Lenin, fu con lui in in Svizzera, dove fino al 1917 pubblicavano il giornale Social-Democrat; con lui rappresenta i socialisti russi alle famose conferenze di Zimmerwald, di Berna, di Kienthal.

Rientrato in Russia con la rivoluzione, quando nel 1918 il governo bolscevico si trasferì da Pietrogrado a Mosca, il Zinoviev rimase a Pietrogrado come presidente di quel comune: a lui si devono imputare gli atti di selvaggia barbarie di cui fu teatro l’infelice città. Dal vedere tale mostro preposto al Ministero dell’Interno si può argomentare quali metodi persuasivi la repubblica voleva adoperare per ristabilire il comunismo nel vecchio Impero”.

Continua La Civiltà Cattolica: “Il Consiglio dei commissari ha un ministro delle Finanze ebreo, Gronkowski, e va da sé; ne ha un altro per i Culti o, come là si dice, per le religioni, Spitzberg, parimente ebreo, e la cosa si capisce meno; ne ha un altro, ancora ebreo, Anvelt, per l’Igiene sociale, e questa non s’intende punto, date le abitudini di ereditario sudiciume in cui la tribù vive da secoli in quelle contrade. Meglio invece si comprende nel Consiglio l’istituzione di un commissariato per il « Soccorso sociale » affidato a una donna, ma essa pure ebrea, Lilina, perché quei soccorsi cadessero in buone mani.

Ebrei sono pure i ministri della Giustizia e dei Lavori pubblici. Altre istituzioni repubblicane in mani ebree sono il commissariato per « le terre dello Stato», quello per « il controllo dello Stato», quello per « la ricostruzione », quello per « l’economia », quello per « il rinvio dei rifugiati », quello sopra tutto per « le elezioni» tenuto già da Moisè Yablonovitch, detto Ouritski, reso famoso dai brogli e dalle frodi tutte ebraiche con cui aveva preparato le grandi elezioni costitutive della repubblica. Un ultimo commissariato, indice dei tempi e dei metodi, è quello « della Stampa » che naturalmente è di pieno dominio giudaico”.

Specifica inoltre, sempre la rivista dei gesuiti: “Da esso dipende un ufficio giornalistico a cui sano addetti quarantadue scrittori, de’ quali uno solo è russo, Massimo Gorki, gli altri sono tutti ebrei, come Moch, Kuhn, Eliasson, Kats, Efron, Davidson, e trenta altri. Questi sono i profeti che dettano il verbo alle turbe proletarie e dirigono la pubblica opinione dalle colonne della Pravda, della Izvestia, della Znamya Truda, ecc. Ad imitazione di questo, gli altri consigli direttivi dello Stato sono tutti sotto il predominio della sinagoga”.

Di fatto, al Ministero degli Esteri, su 17 membri, 13 sono ebrei; in quello degli Interni, sopra 64, quarantacinque; il Ministero della Guerra conta trentaquattro ebrei sopra 43 ufficiali e tra essi nessuno è russo; quello dello Finanze ne conta ventisei sopra 30; quello della Pubblica Istruzione quarantaquattro sopra 53. A questo Ministero è annesso, un corpo dottorale di professori dell’Accademia socialista » di Stato, tra i cui membri troviamo il noto giudeo disertore austriaco Radek, di vero nome Sobel Sohn, uno dei più istruiti e dei più accorti uomini del partito bolscevico.

“Membro onorario dell’Accademia era pure la famigerata Rosa Luxemburg. Si vede a che cosa è ridotto « l’onore » tra quella gente!” – esclama inorridita La Civiltà Cattolica del 1922.
“La repubblica ebrea comunista è l’attuazione di una dottrina: sono i dogmi del vangelo di Marx e di Engels posti a fondamento di un programma sociale: è la teoria comunista messa in esperimento, e noi intendiamo facilmente come nessuno poteva essere più adatto interprete del pensiero di quel pretesi legislatori d’Israele o più esperti esecutori dei loro insegnamenti che gli uomini della stessa razza e delle stesse tendenze. Solo il pervertimento di una fantasia semita era capace di capovolgere tutte le tradizioni dell’umanità e creare una società il cui statuto fondamentale è « l’abolizione di ogni proprietà: la ricchezza non deve appartenere agli individui o a una classe di cittadini, ma alla comunità ».

Anche in questo caso, la storiografia non occultata, stupisce perché sentite come si esprimeva un secolo fa una delle più importanti, accreditate e prestigiose riviste, come quella gesuita La Civiltà Cattolica: “Il buon senso della stirpe ariana non avrebbe mai inventato un codice in cui al Principio di un’autorità sociale subentrasse un ufficio centrale di statistica «dal quale verrà stabilito quante paia di stivali e di calzoni, quante salsicce, quanta cera da scarpe, quanto grano, quanto panno dovrà essere prodotto o lavorato ogni anno; lo stesso ufficio fisserà quanti uomini lavoreranno nei campi, nelle fabbriche di salsicce, nelle officine dei sarti. Tutto il lavoro sarà distribuito in misura corrispondente al bisogno, e la produzione sarà regolata secondo un calcolo preciso fondato sul numero degli strumenti agricoli, delle macchine, dei telai, e sopra la quantità disponibile delle materie prime e dei lavoratori »”.

“I malcontenti sono nemici dello Stato e vanno repressi severamente. Perciò la repubblica si è circondata di armi o di armati, ha imposto la coscrizione, e non parendo troppo salda e sicura la fede delle schiere paesane, non esitò un momento a rinnegare tutto il vecchio, antimilitarismo venduto ai gonzi e assoldare un esercito di cinesi, lettoni, ungheresi, vecchi prigionieri, profughi, vagabondi d’ogni colore, ai quali prendere servizio era il più sicuro mezzo di trovar dà, mangiare dove si moriva di fame. Tale non era, davvero il caso dei seguaci della sinagoga, e non li vediamo infatti far mostra di sé nel campo militare”.

“L’ebreo non ama la milizia poiché non ha una patria: e quando dovette essere soldato, la rivoluzione lo fece traditore e assassino” – scrive la nota rivista.

“Il branco di sicari che commise il feroce eccidio della famiglia imperiale moscovita nella notte del 16 luglio 1918 era comandato da due ebrei, Weissen e Safarov, ed essi colpirono le vittime: ed ebrei pure erano le due guardie, Yurovsky e La Pont, che avendo la custodia dei prigionieri lasciarono penetrare gli assassini”. Capito?
“La carneficina inumana suscitò tanto orrore che, almeno per gettare un velo d’ipocrisia sopra i cadaveri, fu nominata una commissione d’inchiesta intorno al misfatto. La commissione, s’intende, ebbe sette ebrei sopra dieci membri. Non sappiamo quale esito l’inchiesta abbia avuto… né se sia mai stata fatta”.

Il Lenin nella relazione al Comitato esecutivo dei « soviet“» dell’aprile 1918 denunciava ripetutamente: « Sarebbe la più grande stoltezza e la più stupida utopia credere che la transizione dal capitalismo al socialismo sia possibile senza costringimento e senza dittatura… Ogni grande rivoluzione e specialmente la rivoluzione socialista non è possibile senza una guerra civile »“. « Niente pace civile (scriveva già il Liebknecht alla conferenza di Zimmerwald) ma guerra civile, ecco la nostra parola d’ordine ».

La bandiera della propaganda comunista porta scritta la formula: «Tutto il potere ai Soviet, la dittatura temporanea al proletariato, la socializzazione totale delle attività umane e l’unione universale del proletariato di tutti i paesi ». Perché si osservi bene: il programma del partito comunista « non è solo la liberazione del proletariato di una nazione, ma di tutte le nazioni, giacché è il programma della rivoluzione internazionale. Il rovesciamento dei governi imperialisti a mano armata deve aprire la via alla dittatura internazionale della classe operaia ». E nella stessa Costituzione della repubblica russa all’art. 3 si dichiara che uno dei suoi intenti principali è « la vittoria del socialismo in tutti i paesi ».

Approfondimenti

Subscribe
Notificami
0 Commenti
Oldest
Newest
Inline Feedbacks
View all comments