16 Luglio 2025

Cardini sul Concilio di Nicea e l’unità dei cristiani

di Bruno Volpe

INTERVISTA ALLO STORICO FRANCO CARDINI

Nel 2025 ancora in corso, stiamo celebrando il 1.700 anniversario del Concilio di Nicea, svoltosi nel 325 dopo Cristo. Ma perché questo Concilio è tanto importante e che cosa ha stabilito di particolare? Naturalmente tutti i Concili rappresentano pagine centrali nella storia della Chiesa, pensiamo a quello di Calcedonia, Efeso (col dogma di Maria Madre di Dio), il Vaticano I e Vaticano II. Lo abbiamo chiesto in questa intervista al noto docente di storia del Medioevo a Firenze, professor Franco Cardini.

Professor Cardini. Ricorrono 1.700 anni dal celebre Concilio di Nicea, per quale motivo venne indetto?

“Intanto diciamo che il Concilio di Nicea, di fatto, è la pagina fondativa della Chiesa, non in senso rigorosamente istituzionale come la pensiamo oggi. Ma ha un ruolo essenziale in questo cammino. Vi parteciparono tutti i vescovi del momento e sappiamo che la parola vescovo, dal greco antico significa “custode”, quello che controlla ed anche protegge. E in quel momento storico grande era la confusione politica e dottrinale sotto il cielo”.

In che senso?

“Che vi erano tante correnti che si definivano cristiane, ma ciascuna con la propria identità e sensibilità teologica, insomma si sentiva la necessità di unità e coerenza e allora venne indetto questo Concilio”.

Chi lo indisse?

“La cosa singolare è che questo Concilio che ha generato di fatto la nascita della Chiesa, sia stato convocato da un imperatore pagano, Costantino, la cui mamma Elena era invece cristiana. Costantino non lo fece per spirito di generosità, ma perché si rendeva conto che nell’Impero ormai la religione cristiana era diventata importante e bisognava da un lato disciplinarla e dall’altro accontentarne i fedeli. Fu un giusto calcolo quello di Costantino”.

Quale fu il frutto più rilevante dal punto di vista teologico?

“Erano tante le problematiche aperte, penso alla idea della Trinità di Dio, alcuni non vi credevano, stentavano ad assecondare l’idea di un Dio che è anche uomo e dunque la sua incarnazione, cioè il postulato del vero Dio e vero uomo. Taluni non erano concordi sui sacramenti come li vediamo oggi, specie l’eucarestia. Altri ancora non erano aperti al ruolo di Maria, nemmeno alla teoria della nascita virginale di Cristo e dei santi. Insomma, una Babilonia che aveva bisogno di unità”.

Che cosa successe?

“Come ogni concilio che si rispetti, venne preparato un documento introduttivo che poi venne approvato. Quel documento è esattamente il Credo che noi recitiamo in chiesa la domenica e che reca verità di fede, cioè dogmi. Il dogma è appunto quel postulato non razionalmente spiegabile che un credente deve accettare appunto per verità di fede. Dal Concilio di Nicea nacque l’attuale preghiera del Credo”.

Poi i cristiani si sono ridivisi…

“Una storia vecchia eppure nuova. Nel tempo sono riapparse le divisioni e ritengo che arrivare ad unità totale sia lungo e difficoltoso, tuttavia bisogna provarci”.

San Nicola partecipò al Concilio di Nicea?

“Nicola era in quel momento storico vescovi di Myra in Turchia e dunque dal punto di vista storico è ragionevole pensare che vi abbia preso parte, è possibile”.

Si racconta che abbia schiaffeggiato l’eretico Ario.

“Su Nicola è stato detto e scritto tanto, ma non esistono documenti che attestino la veridicità dell’episodio specifico. Certamente da alcune fonti si evince la veemenza dottrinale di Nicola contro le eresie”.

Insomma, chi ha fondato la Chiesa?

“La Chiesa, ripeto non come istituzione assimilabile all’attuale, è nata per volontà di Costantino, un pagano e per iniziativa di San Paolo. Paolo col suo zelo e la sua evangelizzazione a tutti, anche ai non credenti, è il vero lievito del cristianesimo, ha predicato a tutti e, infatti, è detto Apostolo dei Gentili. Un evangelizzatore”.

Ricordiamo ai lettori, a scanso d’equivoci, che la Chiesa è stata fondata dalla Santissima Trinità attraverso il figlio di Dio incarnato, Nostro Gesù Cristo, come affermato nel Catechismo della Chiesa Cattolica. Dio ha dato la sua pienezza a Cristo, capo della Chiesa, e Cristo a sua volta l’ha donata alla Chiesa. Nel Catechismo, la fondazione della Chiesa è vista come un atto di Dio, che ha voluto creare un organismo attraverso il quale il suo amore e il suo piano di salvezza si manifestino agli uomini. Gesù, in quanto Figlio di Dio e incarnazione del Padre, è il fondamento e il centro della Chiesa. In sostanza, il Catechismo non attribuisce la fondazione della Chiesa a un uomo, ma a Dio, che ha agito attraverso Gesù Cristo per dare vita a questo organismo che non sarà mai abbattuto dalle forze degli inferi.

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