A cura della Redazione
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INTERVISTA A RICCARDO ROSSI
Riccardo Rossi, perché lancia un appello alla donazione del sangue?
Perché con l’arrivo dell’estate in diverse zone d’Italia si registra una cronica carenza di sangue. Parlo in particolare di città come Catania, Messina, Palermo, Napoli, e anche di aree della Sardegna, Barletta, Foggia e Corato. E non è solo un problema estivo: già da adesso in tutta Italia c’è una grande mancanza di plasma, da cui si ottengono immunoglobuline fondamentali per la terapia di malattie gravi come la Miastenia Gravis, la sindrome di Guillain-Barré, la Steff Pearson… Malattie degenerative e con gravi deficit immunitari.
Qual è la situazione generale in Italia riguardo il plasma?
Attualmente in Italia manca circa il 30% del fabbisogno nazionale di plasma, e lo stesso problema esiste anche a livello europeo. Ogni anno siamo costretti ad acquistarlo all’estero, soprattutto dagli Stati Uniti, a costi molto elevati. Questo significa che spesso i malati ricevono farmaci derivati del plasma a prezzi proibitivi, e a volte addirittura inaccessibili.
Lei parla anche di un significato spirituale nella donazione del sangue. Ce ne vuole parlare?
Sì, invito tutti a diventare donatori. Donare è un atto concreto di amore che ci mette nella condizione di fare e ricevere del bene. In proposito, Gesù ci ricorda: “Chi vuol ricevere deve dare, il dare dispone la creatura a ricevere, e Dio a dare” (Libro di Cielo, volume 29, 10 maggio 1931, Luisa Piccarreta). Non dobbiamo lasciarci frenare dai preconcetti. Anche io, lo confesso, avevo paura degli aghi. Avevo crisi di panico solo al pensiero. Mi consolavo dicendomi che già facevo tanto nel sociale come missionario e giornalista, al fianco di Fratel Biagio Conte.
Cosa l’ha spinta a superare questa paura?
È stata mia moglie Barbara, donatrice da trent’anni, e la fede. Grazie a loro ho trovato il coraggio di iniziare. Oggi dono sangue, plasma e piastrine, con la consapevolezza che questo gesto può salvare la vita di chi ha subito un incidente, chi ha bisogno di una trasfusione, chi affronta un trapianto, un tumore o vive con malattie infettive o immunodeficienze.
E oggi come vive il momento della donazione?
Lo vivo nella preghiera, che mi aiuta a restare unito a Gesù. Mantengo la calma, non guardo l’ago e penso solo al bene che posso fare. Il piccolo dolore della puntura sparisce e le mie paure svaniscono. Resta solo la gioia del dono.
Un ultimo messaggio?
Prima di partire per le vacanze, ricordiamoci di donare. A chi non lo ha mai fatto, dico: coraggio! Non esitate. Donando sangue, plasma e piastrine si salvano vite. È un gesto semplice, ma dal valore immenso.