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L’ATLETA AUSTRALIANA HA FATTO DELLA FEDE UN PILASTRO FONDAMENTALE DEL SALTO IN ALTO
Stoccolma, la capitale della Svezia, ha ospitato sabato 14 e domenica 15 giugno la Diamond League 2025.
Tra i vari risultati ricordiamo la vittoria della gara di salto in alto femminile di Nicola Lauren McDermott, da coniugata Olyslagers. Lo ricordiamo non per motivi sportivi ma per l’esempio di vita cristiana.
Infatti, Nicola, cresciuta tra le corsie dell’atletica, ha sperimentato una svolta spirituale decisiva intorno ai 16 anni, durante un campo giovanile cristiano. In quel momento, la sua vita — e la sua carriera sportiva — hanno trovato un nuovo centro: non più solo performance, ma un radicamento profondo nella fede in Gesù.
La fede, da quel momento, è diventata il motore dei suoi successi. Per Nicola la preparazione non è solo muscoli e tecnica: “Ho allenato lo spirito tanto quanto il corpo”, dichiarava durante i Giochi di Tokyo del 2021. La preghiera quotidiana è diventata il cuore della sua vita quotidiana, offrendo forza nei momenti di difficoltà e chiare parole di identità in Cristo.
Dotata di un talento sorprendente — ha superato i 2 metri nel salto— Nicola ha scelto di crescere, sia nelle prestazioni che nella fede. Questo cammino l’ha portata a tentare di raggiungere 2,06 m nel 2024, dimostrando che la sua crescita interiore alimenta anche quella atletica.
Il salto diventa per lei anche una sorta di atto di adorazione: quel gesto tecnico, lo definisce come un vero e proprio “rito di lode”. Dopo il salto, scrive versetti biblici su una agenda, legge quotidianamente la Bibbia, ed è solita portare con sé un piccolo “libro d’oro”, dove annota riflessioni e citazioni di preghiera.
Insieme ad altri atleti cristiani ha fondato Everlasting Crowns, una comunità dedicata a far crescere la fede tra gli sportivi. L’obiettivo? “Trasformare la cultura atletica attraverso l’amore di Cristo”, con raduni, preghiere e studi biblici che abbracciano eventi sportivi e auditorium di tutto il mondo.
Nel 2021 si è aggiudicata la medaglia d’argento a Tokyo e nel 2024 ha ripetuto il successo a Parigi. In entrambi i casi ha dichiarato apertamente: “Gloria a Dio, non a me”, e ha portato con sé la parola “revival” persino sulle scarpe, segno del suo sogno: una rinascita di fede nello sport.
Nicola Olyslagers incarna l’ideale di atleta cristiana per cui la prestazione fisica è al servizio dell’anima. La sua Fede permea ogni salto, ogni gara, ogni scelta: un esempio luminoso di come lo sport possa diventare veicolo di fede e speranza. Con la sua voce sincera continua a spingere confini, non solo fisici, ma del cuore umano.