–
UNA TEMERARIA VISITA DI DARIO NARDELLA A TOKYO
Il recente viaggio dell’europarlamentare Dario Nardella presso la sede centrale della Soka Gakkai a Tokyo, accolto con tutti gli onori da Minoru Harada e altri dirigenti dell’organizzazione, solleva non pochi interrogativi, soprattutto alla luce delle numerose controversie, critiche e ombre che da anni accompagnano la storia della Soka Gakkai.
Dietro l’apparente messaggio di pace e armonia universale, si cela infatti un’organizzazione che molti analisti, ex membri e osservatori religiosi hanno descritto come una struttura settaria, autoritaria e potentemente politicizzata, la cui espansione internazionale si accompagna a gravi accuse di proselitismo aggressivo, manipolazione psicologica e controllo sociale.
Fondata in Giappone negli anni ’30, la Soka Gakkai nasce come una branca laica del buddismo Nichiren, ma ha rapidamente assunto i tratti di un movimento para-religioso fortemente centralizzato attorno alla figura carismatica del suo “maestro” Daisaku Ikeda, oggi considerato quasi un semi-divinità dai membri più ferventi. La venerazione di Ikeda, il culto della personalità, i rituali ripetitivi e il dogmatismo ideologico sono stati oggetto di durissime critiche anche da parte di altri buddisti giapponesi.
Nel suo paese d’origine, la Soka Gakkai è stata accusata più volte di esercitare un’influenza indebita nella politica, tramite il suo braccio partitico Komeito, parte integrante di varie coalizioni di governo. L’ambigua commistione tra religione e potere ha fatto parlare più volte di una “teocrazia strisciante”, dove i valori religiosi della Soka Gakkai vengono utilizzati come strumento per legittimare il potere terreno e acquisire consenso.
Numerosi ex adepti, fuoriusciti e studiosi hanno denunciato pratiche di indottrinamento, ostracismo verso i dissidenti interni, pressione per le donazioni e rigido controllo sulla vita privata dei membri. In alcuni paesi, come Francia e Belgio, la Soka Gakkai è stata inclusa in rapporti parlamentari sulle sette. Le autorità giapponesi stesse hanno più volte preso le distanze da alcune delle attività dell’organizzazione, pur non giungendo mai a un vero e proprio divieto.
In Italia, l’Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai (IBISG), riconosciuto ufficialmente dallo Stato con l’Intesa del 2015, ha ottenuto l’8×1000, suscitando polemiche per la gestione opaca dei fondi e per l’attività promozionale mascherata da iniziative culturali e ambientaliste. Anche qui, il culto della figura di Ikeda rimane centrale, spesso a scapito di una reale apertura al dialogo interreligioso autentico.
È dunque legittimo domandarsi cosa spinga un europarlamentare italiano, già sindaco di una città importante come Firenze, a prestarsi a una simile celebrazione pubblica. È soltanto una forma di diplomazia culturale o una preoccupante forma di legittimazione politica di una struttura settaria?
Nel 2017, la stessa Firenze ha conferito la cittadinanza onoraria a Daisaku Ikeda: un gesto che, oggi più che mai, appare come una leggerezza istituzionale, se non addirittura una colpevole ignoranza. Le frasi pronunciate da Nardella — secondo cui “il pensiero di Ikeda rappresenta una guida in un mondo in crisi” — suonano inquietanti se lette alla luce delle testimonianze critiche e dei documenti che denunciano il carattere totalizzante e ideologico del pensiero della Soka Gakkai.
Il vero problema non è che la Soka Gakkai promuova la pace, ma che lo faccia attraverso una struttura gerarchica, dogmatica e intrinsecamente autoreferenziale, che ha più tratti in comune con una multinazionale religiosa che con una vera scuola spirituale.
Chi rappresenta le istituzioni pubbliche dovrebbe essere molto più prudente prima di conferire onori e premi a organizzazioni la cui reputazione è così ampiamente contestata. L’impressione è che la Soka Gakkai, con la sua abilità mediatica e diplomatica, sia riuscita ancora una volta a trasformare un atto di pura propaganda in un evento politico dal valore internazionale.
È tempo che si apra un dibattito serio e documentato sul reale ruolo della Soka Gakkai nel panorama religioso e politico europeo — prima che le strette di mano diplomatiche diventino vere e proprie complicità culturali.
Non ho compreso il senso dell’articolo… Ho letto illazioni supportate da nessuna prova certa.
Un articolo pieno di illazioni supportate da nessuna prova concreta.
Questo non è giornalismo.