13 Luglio 2025

Leone XIV sul valore prezioso della testimonianza di laici e giovani

A cura della Redazione

DISCORSO DEL SANTO PADRE LEONE XIV AI PARTECIPANTI ALLA SCUOLA ESTIVA DI ASTROFISICA PROMOSSA DALLA SPECOLA VATICANA, AI VESCOVI DEL MADAGASCAR E AI PELLEGRINI DELLA REPUBBLICA DEMOCRATICA DEL CONGO, CONVENUTI PER LA BEATIFICAZIONE DI FLORIBERT BWANA CHUI

Il Santo Padre ha ricevuto ieri mattina in udienza:  Santiago Oliveira, Ordinario Militare per l’Argentina; Jesús Moliné Labarta, Vescovo emerito di Chiclayo (Perú), il Dottor Alessandro Cassinis Righini, Revisore Generale, il Reverendo Padre Wojciech Giertych, O.P., Teologo della Casa Pontificia; Monsignor Michele Seccia, Arcivescovo di Lecce (Italia). Il Santo Padre ha accettato la rinuncia al governo pastorale della Diocesi di Kalibo (Filippine), presentata da Sua Eccellenza Monsignor Jose Corazon T. Tala-oc.

Nella Sala dei Papi, sempre Lunedì 16 giugno 2025, ricevendo i vescovi del Madagascar, Leone XIV ha detto:

È con grande gioia che vi accolgo oggi presso la tomba dell’apostolo Pietro, voi pastori della Chiesa che è in Madagascar, venuti a Roma in pellegrinaggio giubilare. Questo incontro ha per me un significato particolare, perché è il nostro primo incontro. Rendo grazie al Signore per questa occasione di fraternità in Cristo.

Devo anche dirvi che ammiro la vostra decisione di venire tutti insieme a Roma, come vescovi del Madagascar. È un bel segno di unità, già concordato con l’amato Papa Francesco, che sentiamo spiritualmente presente anche in questo momento. Egli ha visitato il vostro Paese nel 2019 e, tre anni dopo, vi ha accolto in Visita ad limina Apostolorum. Questa volta è il Giubileo, l’Anno di grazia proclamato dal Signore Gesù, che vi ha convocati.

Ed è bello che siate diventati pellegrini della speranza, insieme alle migliaia e migliaia di fedeli che ogni giorno varcano le Porte Sante delle basiliche papali. Siete innanzitutto pellegrini della speranza per voi stessi: voi che siete pastori, avete ricordato che siete prima di tutto pecore del gregge, alle quali Cristo dice: «Io sono la porta delle pecore. […] Se qualcuno entra attraverso di me, sarà salvato; entrerà e uscirà e troverà pascoli» (Gv 10, 7.9). E allo stesso tempo siete diventati pellegrini di speranza per il vostro popolo, per le famiglie, per gli anziani, i bambini, i giovani; affinché le Chiese che sono in Madagascar, attraverso di voi, ricevano la grazia di camminare nella speranza che è Gesù Cristo.

Sono lieto di ascoltarvi raccontare le gioie e le prove pastorali che portate con fedeltà. La vostra vicinanza al popolo di Dio è un segno vivente del Vangelo. Incoraggio ciascuno di voi nel proprio ministero episcopale, in particolare ad avere cura dei sacerdoti, che sono i vostri primi collaboratori e i vostri fratelli più vicini, nonché dei religiosi e delle religiose che si spendono nel servizio.

Rendo grazie per la vitalità missionaria delle vostre Chiese particolari, eredi della testimonianza dei santi che, per portare il Vangelo in questa terra lontana, non hanno temuto né il rifiuto né la persecuzione. Vorrei ricordare Henri de Solages, il primo missionario che non si lasciò scoraggiare dal fallimento e dalla prigionia, o il santo martire Jacques Berthieu, il cui sangue fu seme di cristiani in Madagascar. Che il loro esempio continui a rafforzarvi nella donazione di voi stessi a Cristo e alla sua Chiesa, tra i successi e le prove pastorali che attraversate per raggiungere il popolo di Dio nelle diverse realtà delle vostre diocesi!

Vi esorto a non distogliere lo sguardo dai poveri: essi sono al centro del Vangelo e sono i destinatari privilegiati dell’annuncio della Buona Novella. Sappiate riconoscere in loro il volto di Cristo e che la vostra azione pastorale sia sempre animata da una concreta sollecitudine verso i più piccoli. Il vostro ministero in questo Giubileo, al di là delle prove, li aiuti ad accendere gli orizzonti sempre nuovi della speranza offerta da Cristo.

Seguendo Papa Francesco, vi invito a prendervi cura della nostra casa comune, a preservare la bellezza della Grande Isola, la cui bellezza e fragilità vi sono state affidate. La cura della nostra casa è parte integrante della vostra missione profetica. Prendetevi cura del creato che geme e insegnate ai vostri fedeli l’arte di proteggerlo con giustizia e pace.

Cari fratelli, andate avanti nel vostro servizio con coraggio e speranza. Il Successore di Pietro vi accompagna con la sua preghiera e il suo affetto. Che la Vergine Maria, Nostra Signora del Madagascar, vi protegga. Che il beato Raphaël Rafiringa, la beata Victoire Rasoamanarivo, san Giacomo Berthieu e tutti i santi della vostra terra intercedano per voi. Vi benedico di cuore.

In Sala Clementina, sempre Lunedì 16 giugno 2025, il Santo Padre ai pellegrini della Repubblica Democratica del Congo, convenuti per la beatificazione di Floribert Bwana Chui, ha detto:

Vi accolgo con gioia, dopo la beatificazione di Floribert Bwana Chui. Saluto i Vescovi presenti, in particolare quelli dalla Repubblica Democratica del Congo, tra i quali il Vescovo di Goma, diocesi dove visse il nuovo Beato. Saluto la mamma e i familiari del Beato Floribert, come pure la Comunità di Sant’Egidio, a cui apparteneva. Questo giovane ha incontrato il martirio a Goma, l’8 luglio 2007. Lo ricordo con le parole dell’amato Papa Francesco, rivolte ai giovani a Kinshasa, durante il suo viaggio apostolico in Congo: «Un giovane come voi, Floribert Bwana Chui: […] a soli ventisei anni, venne ucciso a Goma per aver bloccato il passaggio di generi alimentari deteriorati, che avrebbero danneggiato la salute della gente. […] In quanto cristiano, pregò, pensò agli altri e scelse di essere onesto, dicendo no alla sporcizia della corruzione. Questo è mantenere le mani pulite, mentre le mani che trafficano soldi si sporcano di sangue. […] Essere onesti è brillare di giorno, è diffondere la luce di Dio, è vivere la beatitudine della giustizia: vinci il male con il bene!» (2 febbraio 2023).

Da dove un giovane traeva la forza di resistere alla corruzione, radicata nella mentalità corrente e capace di ogni violenza? La scelta di mantenere le mani pulite – era funzionario alla dogana – maturò in una coscienza formata dalla preghiera, dall’ascolto della Parola di Dio, dalla comunione con i fratelli.

Viveva la spiritualità della Comunità di Sant’Egidio, che Papa Francesco ha riassunto con tre “P”: preghiera, poveri, pace. I poveri erano decisivi nella sua vita. Il Beato Floribert viveva una familiarità impegnata con i ragazzi di strada, spinti a Goma dalla guerra, disprezzati e orfani. Li amava con la carità di Cristo: si interessava a loro e si preoccupava della loro formazione umana e cristiana. La forza di Floribert è cresciuta nella fedeltà alla preghiera e ai poveri. Un amico ricorda: «Era convinto fossimo nati per fare cose grandi, per incidere nella storia, per trasformare la realtà». [Le testimonianze e le parole del Beato Floribert Bwana Chui sono tratte dalla Positio super Martyrio].

È stato un uomo di pace. In una regione tanto sofferente come il Kivu, lacerata dalla violenza, portava avanti la sua battaglia per la pace con mitezza, servendo i poveri, praticando l’amicizia e l’incontro in una società lacerata. Una religiosa ha ricordato che diceva: «La comunità mette tutti i popoli alla stessa tavola».

Questo giovane, per nulla rassegnato al male, aveva un sogno, che si nutriva delle parole del Vangelo e della vicinanza al Signore. Molti giovani si sentivano abbandonati e senza speranza, ma Floribert ascoltava la parola di Gesù: «Non vi lascerò orfani; tornerò da voi» (Gv 14,18). Nessuna terra è abbandonata da Dio! Egli invitava i suoi amici a non rassegnarsi e a non vivere per sé. Malgrado tutto, esprimeva fiducia riguardo al futuro. Diceva: «Il Signore prepara un mondo nuovo, dove la guerra non ci sarà più, gli odi saranno cancellati, la violenza non si affaccerà più come un ladro nella notte … i bambini cresceranno in pace. Sì, è un grande sogno. Non viviamo, allora, per ciò che non vale. Viviamo piuttosto per questo grande sogno!».

Questo martire africano, in un continente ricco di giovani, mostra come essi possano essere un fermento di pace “disarmata e disarmante”. Questo laico congolese mette in luce il valore prezioso della testimonianza dei laici e dei giovani. Possa allora, per l’intercessione della Vergine Maria e del Beato Floribert, realizzarsi presto la sospirata pace in Kivu, in Congo e in tutta l’Africa! Grazie.

Nella Sala del Concistoro, sempre ieri Lunedì 16 giugno 2025, ai partecipanti alla scuola estiva di astrofisica promossa dalla Specola Vaticana, ha detto:

Sono lieto di avere questa opportunità di salutare tutti voi, studenti e studiosi di varie parti del mondo che partecipate alla Scuola estiva della Specola Vaticana. Offro i miei oranti buoni auspici perché questa esperienza di vivere e studiare insieme non sia solo un arricchimento accademico e personale, ma aiuti anche a sviluppare amicizie e forme di collaborazione che non possono che contribuire al progresso della scienza al servizio della nostra unica famiglia umana.

La Scuola estiva di quest’anno è dedicata — così mi dicono — al tema Esplorare l’universo con il telescopio spaziale di James Webb. Senz’altro questo deve essere un momento entusiasmante per essere astronomi! Grazie a quello strumento davvero notevole, per la prima volta siamo in grado di scrutare nel profondo nell’atmosfera degli esopianeti, dove potrebbe svilupparsi la vita, e studiare le nebulose, dove si formano i sistemi planetari stessi. Con il Webb possiamo perfino tracciare la luce antica di galassie lontane, che parla dell’inizio stesso del nostro universo.

Gli autori delle sacre Scritture, scrivendo così tanti secoli fa, non hanno potuto beneficiare di questo privilegio. Tuttavia, la loro immaginazione poetica e religiosa ha riflettuto su come poteva essere stato il momento della creazione, quando “Le stelle brillano dalle loro vedette e gioiscono; egli le chiama e rispondono: ‘Eccoci!’ e brillano di gioia per colui che le ha create” (Baruc 3, 34). Oggi le immagini del James Webb non ci riempiono forse di meraviglia e, di fatto, di una gioia misteriosa mentre contempliamo la loro sublime bellezza?

Il team scientifico del Telescopio Spaziale ha lavorato duramente per rendere queste immagini disponibili al pubblico, cosa per la quale tutti noi possiamo essere grati. In modo speciale, però, tutti voi che partecipate alla Scuola estiva avete ricevuto le competenze e la formazione che vi possono consentire di utilizzare questo straordinario strumento per allargare la nostra conoscenza del cosmo del quale siamo una parte minuscola ma significativa.

Naturalmente nessuno di voi è giunto da solo a questo punto. Ognuno di voi fa parte di una comunità molto più grande. Pensate a tutte le persone che negli ultimi trent’anni hanno lavorato per costruire il Telescopio Spaziale e i suoi strumenti e a coloro che hanno lavorato per elaborare le idee scientifiche per la cui verifica è stato ideato. Oltre al contributo dei vostri colleghi scienziati, ingegneri e matematici, è anche grazie al sostegno delle vostre famiglie e di tanti vostri amici che avete potuto apprezzare e prendere parte a questa straordinaria impresa, che ci ha permesso di vedere in modo nuovo il mondo che ci circonda.

Pertanto, non dimenticate mai che ciò che fate è volto a beneficiare tutti noi. Siate generosi nel condividere ciò che apprendete e ciò che sperimentate al meglio delle vostre capacità e in qualsiasi modo possiate farlo. Non esitate a condividere la gioia e lo stupore nati dalla vostra contemplazione dei “semi” che, con le parole di Sant’Agostino, Dio ha sparso nell’armonia dell’universo (cfr. De Genesis ad litteram, V, 23, 44-45). Più gioia condividerete più gioia creerete, e così, attraverso la vostra ricerca della conoscenza, ognuno di voi potrà contribuire alla costruzione di un mondo più pacifico e giusto.

Con queste riflessioni, amici miei, vi ringrazio nuovamente per la vostra visita e vi assicuro delle mi preghiere per voi, le vostre famiglie e il vostro lavoro e su tutti voi invoco volentieri le benedizioni di Dio della sapienza e della comprensione, della gioia e della pace.

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