13 Luglio 2025

Andrea Grillo è cattolico?

di Angelica La Rosa 

IN DIFESA DELL’EUCARISTIA, DEL PROSSIMO SANTO CARLO ACUTIS E DEL SOPRANNATURALE CRISTIANO.

SE CI FOSSE UN CONTROLLO SERIO SUI DOCENTI… GRILLO NON INSEGNEREBBE ANCORA IN CERTE FACOLTÀ TEOLOGICHE…

INTANTO INVITIAMO I NOSTRI LETTORI A BOICOTTARE I SUOI TESTI E QUELLI DELLA CITTADELLA EDITRICE (COLPITI SUI SOLDI, FORSE, RITROVERANNO LA RAGIONE…)

Con l’articolo intitolato Il giovane Carlo Acutis e la maleducazione eucaristica, pubblicato il 17 giugno 2025 su Munera – Rivista europea di cultura (Cittadella Editrice), Andrea Grillo (chiamarlo teologo ci sembra troppo) ci offre, suo malgrado, un documento esemplare di quella teologia che ha smarrito il senso del mistero, del sacro e del soprannaturale.

Non è solo un attacco gratuito al giovane beato, prossimo santo, Carlo Acutis, ma è un manifesto di riduzione razionalistica della fede cattolica, che merita una risposta lucida, ferma e — soprattutto — rispettosa del depositum fidei.

In apertura, Grillo si domanda come sia possibile che un giovane come Carlo Acutis, beatificato dalla Chiesa e venerato da milioni di fedeli, possa essere stato “contagiato” da una comprensione eucaristica che egli definisce “vecchia, pesante, ossessiva”.

Questo tono sprezzante è indegno di un discorso serio. Carlo Acutis non ha inventato nulla: ha semplicemente raccolto e rilanciato con entusiasmo giovanile ciò che la Chiesa, da secoli, ha sempre creduto e insegnato. La sua famosa mostra sui miracoli eucaristici è frutto di una fede vissuta, di una pietà sincera, non di una teologia accademica sterile e autoreferenziale che da anni porta avanti Grillo…

Grillo sembra guardare con sospetto tutto ciò che non sia compatibile con una visione immanentistica e quasi sociologica dell’Eucaristia. Ma proprio qui sta il punto: per la tradizione cattolica, l’Eucaristia non è primariamente un “segno di comunione ecclesiale”, bensì è il vero Corpo, Sangue, Anima e Divinità di Cristo. Questo è il cuore della fede eucaristica. Il resto, anche la comunione fraterna, ne è conseguenza.

Che i miracoli eucaristici non siano “oggetto diretto di fede” è cosa nota: nessuno li pone sullo stesso piano della Rivelazione pubblica. Ma che essi possano sostenere la fede e confermarla, è una verità ampiamente riconosciuta dai santi, dai Papi e dai teologi più ortodossi.

San Tommaso d’Aquino, nel Corpus Domini e in altri testi scolastici, spiega chiaramente che Dio può permettere fenomeni miracolosi — come l’apparizione del Sangue o del Cuore umano di Cristo — proprio per rinnovare la fede nella presenza reale, soprattutto quando questa viene minacciata o ridotta a simbolo.

E i miracoli eucaristici documentati, da Lanciano a Buenos Aires, da Sokółka a Legnica, non sono illusori o ingenui: sono eventi reali, studiati anche scientificamente, che hanno portato molte anime a una conversione più profonda e a un amore rinnovato per l’Eucaristia.

È dunque insensato — e teologicamente miope — liquidare tutto questo come “ossessione per il visibile” o come “fissazione adolescenziale”. Carlo Acutis ha fatto esattamente ciò che ogni grande evangelizzatore ha sempre fatto: ha mostrato che la fede non è un’astrazione ma tocca la carne, il sangue, la storia.

Grillo ironizza sul fatto che Carlo Acutis, insieme ai testi introduttivi alla mostra, proponga una dottrina eucaristica che sarebbe “minimale, secca e superata”. In realtà, quella è la dottrina della Transustanziazione, definita solennemente dal Concilio di Trento e ribadita chiaramente dal Catechismo della Chiesa Cattolica al n. 1376. Non è affatto superata: è eterna, perché esprime con precisione l’ineffabile realtà del Sacramento.

Dire che “questo è il mio Corpo” indica un cambiamento sostanziale, anche se accidenti e apparenze rimangono: questa è teologia cattolica, non “fantasia domenicana”. Le parole pronunciate dal sacerdote nel Canone sono certamente più estese, ma ciò che realizza la consacrazione è esattamente quanto riportato: “Hoc est enim Corpus meum”. La liturgia è ricca, ma la dottrina rimane precisa.

Invece Grillo vorrebbe forse una “consacrazione sociologica”, dove il vero miracolo non è la Presenza reale ma l’assemblea che si riconosce come comunità. Ma questa è una riduzione protestante, non cattolica.

Grillo continua a ripetere che il “vero miracolo” dell’Eucaristia sarebbe la “comunione ecclesiale”. Nessuno lo nega: l’Eucaristia fa la Chiesa, come la Chiesa celebra l’Eucaristia. Ma questa comunione è possibile solo perché lì, sull’altare, non c’è più pane, non c’è più vino, ma il Signore vivo e presente. È Cristo, realmente presente, che ci unisce. Senza la presenza reale, la comunione ecclesiale non ha senso: sarebbe solo un rito umano, una cena simbolica.

Negare o ridurre la realtà del mistero eucaristico in nome di una visione “moderna” e relazionale della liturgia è tradire secoli di fede e di adorazione, dai Padri della Chiesa ai santi del Novecento.

Grillo insinua che Carlo Acutis sia stato “strumentalizzato” da adulti ignoranti o distorti. Questa affermazione è non solo infondata, ma anche profondamente offensiva. Carlo era un ragazzo intelligente, libero, pienamente cosciente delle sue scelte. È lui stesso ad aver realizzato la mostra, a curarla, a promuoverla. Ha saputo usare gli strumenti digitali per evangelizzare meglio di tanti teologi di mestiere.

Chi educa meglio i giovani? Chi li avvicina al tabernacolo, all’adorazione, al Rosario, alla Messa quotidiana — come faceva Carlo? O chi li intrattiene con catechesi vuote, laboratori sinodali e dibattiti autoreferenziali, privi di ogni forza sacramentale?

Grillo accusa Acutis e chi lo ha sostenuto di “maleducazione eucaristica”. Ma la vera maleducazione sta nel dimenticare il miracolo, nel ridurre la fede a simbolo, nel trasformare la liturgia in pedagogia comunitaria.

Noi non abbiamo paura dei miracoli. Noi crediamo nei miracoli, perché crediamo in un Dio che agisce, che si rende presente, che consola i suoi figli anche con segni straordinari. E crediamo che la fede nel soprannaturale non è superstizione, ma è il cuore del Cristianesimo.

Carlo Acutis non va deriso. Va ascoltato. Ha parlato con il linguaggio semplice e profondo di un’anima innamorata dell’Eucaristia. E proprio per questo è oggi beato, e forse un giorno sarà santo.

Andrea Grillo, e con lui chi condivide questa visione impoverita della fede, dovrebbe domandarsi: davvero la teologia serve ancora a comunicare Dio, o è solo un esercizio di decostruzione accademica?

Per parte nostra, continuiamo a credere — con Carlo, con i santi, con la Chiesa di sempre — che l’Eucaristia è Gesù vivo, e che ogni miracolo che lo manifesta è un dono, non un imbarazzo.

“L’Eucaristia è la mia autostrada per il Cielo”, diceva Carlo. Per altri, purtroppo, è solo un tema da correggere col bianchetto teologico.

Per questo invitiamo i nostri lettori a boicottare le conferenze e i libri di Andrea Grillo, alle autorità accademiche interessate di controllare la fedeltà di Grillo alla dottrina cattolica ed estrometterlo dall’insegnamento se questa fedeltà non c’è, di non comprare più i libri della Cittadella Editrice finché Grillo continuerà a pubblicare questi articoli che lasciano un profondo senso di sdegno…

Approfondimenti

Subscribe
Notificami
0 Commenti
Oldest
Newest
Inline Feedbacks
View all comments