13 Luglio 2025

Chi tocca l’ideologia gender muore…

di Angelica La Rosa

DIEGO SALVADORI E IL CORAGGIO DELLA RESPONSABILITÀ IN TEMPI DI CACCIA ALLE STREGHE

In un’epoca in cui la politica si nutre troppo spesso di indignazioni costruite e processi sommari sui social, la decisione di Diego Salvadori di dimettersi dal consiglio comunale di Bolzano rappresenta un gesto raro: quello di un uomo che, pur tra mille difficoltà, sceglie la via della responsabilità personale, anteponendo il bene della comunità alla propria carriera.

Salvadori, esponente di Fratelli d’Italia e voce critica ma coerente all’interno della sua stessa area politica, ha saputo farsi carico di un errore comunicativo che egli stesso ha riconosciuto e per il quale ha chiesto pubblicamente scusa. In tempi normali, ciò basterebbe per archiviare l’episodio come un inciampo chiarito. Ma viviamo tempi in cui la macchina del fango non si ferma neppure davanti al pentimento sincero. Le sue parole di rammarico non sono bastate a spegnere il fuoco delle polemiche, e l’accanimento ha presto oltrepassato la soglia della critica politica, colpendo la sfera personale e familiare. Questo è inaccettabile.

Diego Salvadori ha voluto lanciare un messaggio politico – condivisibile o meno – sulla necessità di preservare la neutralità ideologica degli spazi istituzionali. È un tema serio e degno di confronto, che nulla ha a che fare con l’odio o la discriminazione. Che poi il post contenesse una citazione infelice e da lui stesso riconosciuta come sbagliata non può cancellare la buona fede con cui l’intervento è nato. Ma nel clima di censura morale che vige ormai in molte piazze pubbliche, reali o digitali, il linciaggio ha preso il posto del confronto, e le scuse vengono trattate come colpe ulteriori.

A chi oggi si straccia le vesti per una frase decontestualizzata, va chiesto se l’obiettivo sia davvero la civiltà del dibattito democratico o la demonizzazione sistematica del dissenso, soprattutto quando viene da voci scomode o non allineate al pensiero unico. La vicenda Salvadori dimostra quanto poco spazio rimanga per il confronto leale quando ogni parola può essere strumentalizzata per regolare conti interni o mettere a tacere chi osa sollevare obiezioni di merito.

Con le sue dimissioni, Salvadori ha dimostrato dignità, lucidità e rispetto verso le istituzioni e la sua città. Non si è aggrappato alla poltrona, non ha innescato guerre intestine, non ha alzato polveroni vittimistici. Ha fatto un passo indietro con sobrietà, come solo chi ha davvero a cuore il bene comune sa fare. Per questo merita rispetto. E per questo oggi è giusto, doveroso, esprimergli solidarietà.

Il tempo saprà distinguere l’errore umano dalla strumentalizzazione politica. E quando il clamore sarà svanito, rimarrà l’esempio di un uomo che, in un mondo di slogan e convenienze, ha scelto la via più difficile: quella della coerenza.

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