–
NELL’OCCIDENTE PAGANO E’ COMINCIATO IL RISVEGLIO CATTOLICO
Sempre più segnali lasciano sperare che sia in atto un risveglio cattolico in questo nostro Occidente, laicista e pagano, e soprattutto nella Chiesa resa agonizzate da un clero eretico e apostata, formatosi nei seminari conquistati dall’ideologia modernista, quella che Papa Pio X definiva «la sintesi di tutte le eresie».
Continua a fare scalpore il massiccio afflusso di giovani all’annuale pellegrinaggio da Parigi verso la cattedrale di Chartres, in Francia, che quest’anno ha visto almeno ventimila pellegrini camminare per tre giorni dietro alle bandiere con l’effige del Sacro Cuore di Gesù, cantando e recitando i Santo Rosario. Pellegrinaggio conclusosi con una grande Messa secondo il rito preconciliare, in latino.
La cosa non è passata inosservata, specialmente dopo che sondaggi condotti anche nelle Americhe riportano di un risveglio della fede cattolica.
Non di un cattolicesimo “moderno” e spiritoconciliare, come quello vagheggiato all’indomani del Vaticano II ma di un cattolicesimo tradizionale, ovvero quello bollato da Papa Bergoglio come “indietrista”.
Tra l’altro l’esempio francese si sta diffondendo anche in altri Paesi. In Spagna già da tre anni si svolge il pellegrinaggio che da Oviedo arriva al santuario di Santa Maria la Real di Covadonga, da cui per inciso scaturì la Reconquista cristiana della penisola iberica dalle mani mussulmane, e dove il quotidiano socialista El Pais ha segnalato con sgomento come di anno in anno i fedeli siano in costante crescita.
A quanto pare a riavvicinare molti alla fede, soprattutto giovani, sono anche i numerosi influiencer cattolici che sui social hanno cominciato a parlare senza problemi di Dio e della Chiesa come molti preti non sanno più fare: senza compromessi o cedimenti alle ideologie dominanti e soprattutto senza il timore di apparire “antiquati”.
Il motivo è presto detto; vale per tutti la risposta di un giovane di vent’anni intervistato da un cronista recatosi appunto a Chartres per costatare coi propri occhi l’entità del fenomeno: «Noi veniamo perché nel mondo attuale è molto difficile riconnettere la verità a qualcosa di autentico. Nella messa tradizionale si recupera il senso del sacro. Dovrebbero celebrarla con più frequenza».
Persino la laicissima e protestante Scandinavia sta vivendo un revival religioso; a Trondheim, in Norvegia, il vescovo monsignor Erik Valden ha parlato di sempre più giovani in cerca di significato e della loro «fame di abbracciare la pienezza della tradizione».
Sull’altra sponda dell’Atlantico invece il Washington Times ha pubblicato pochi giorni fa il risultato di un sondaggio Gallup intitolato “Gli americani pensano che la religione stia tornando alla ribalta” i cui numeri non mentono: se da una parte l’Occidente sta ancora seguendo la sirena di un mondo secolarizzato dall’altra si manifesta una controtendenza; in appena un anno la percentuale di americani che credono la religione nella società sia in declino è calata da 75 al 59%, mentre il 49% ritiene la religione sia indispensabile nella loro vita.
Insomma è in atto una rinascita silenziosa che evidenzia anche un conflitto generazionale all’interno della Chiesa. Da una parte un clero ancora affascinato dai miti modernisti e conciliari che purtroppo ancora occupa tutti i posti di potere e da questi oppone una ottusa resistenza, e anzi ancora spinge per “modernizzare” un cattolicesimo che a forza di innovazioni è quasi alla canna del gas.
Al suo fianco quei sacerdoti, anche loro ormai anziani, che ricordano un mondo in cui il cattolicesimo era culturalmente predominante e per questo non si sono preoccupati di contrastare più di tanto la crescente scristianizzazione e che vedendo la Chiesa sfaldarsi dall’inizio degli anni Sessanta del secolo scorso hanno accettato passivamente che si adattasse alla società secolarizzata.
E’ questa la vera chiesa indietrista e reazionaria, incapace di discernere i veri bisogni spirituali dell’uomo moderno.
Dall’altra i giovani cattolici di oggi, che di fronte all’ostilità del mondo e di certa gerarchia intensificano la loro pratica religiosa e approfondiscono la loro identità manifestando la fede con molta più grinta dei loro predecessori ormai rammolliti e resi insicuri da tiepide omelie e incerta dottrina.
Giovani in cerca di quella intensità dell’esperienza religiosa scomparsa dalle troppe chiese garage e dalle parrocchie Onlus odierne, che si illudono di attirare a Cristo attenuando il peso della Sua Parola.
Impresa assai ardua ed evidentemente fallimentare, secondo quanto ci ha ammonito lo stesso Maestro: «Se uno vuol venire dietro a me, rinunci a se stesso, prenda la sua croce e mi segua».
L’era Ura….!