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UNA NUOVA VITTORIA PER LA VITA E LA LIBERTÀ
In un’epoca in cui le fondamenta morali degli Stati Uniti vengono quotidianamente minacciate da un’agenda radicale e permissiva, la recente sentenza della Corte Suprema rappresenta una boccata d’aria pura, un atto di coraggio giuridico e morale. Con una maggioranza netta di sei a tre, i giudici della Corte – fedeli al testo costituzionale e alla coscienza del popolo americano – hanno stabilito che gli Stati sono pienamente legittimati a tagliare i fondi pubblici destinati a Planned Parenthood, anche per servizi che non riguardano direttamente l’aborto.
Si tratta di una decisione storica che riafferma il diritto dei contribuenti a non essere complici dell’industria dell’aborto.
Chiariamo subito una cosa che i media liberal cercano disperatamente di offuscare: Planned Parenthood è l’emblema di un’industria che ha fatto profitti sull’aborto per decenni. Anche se parte dei fondi pubblici non sono destinati direttamente all’interruzione di gravidanza, è ingenuo o volutamente disonesto pensare che quei fondi non sostengano in alcun modo l’apparato che la rende possibile. Le risorse pubbliche, anche quelle impiegate per servizi collaterali, liberano risorse interne che Planned Parenthood può reindirizzare verso aborti, promozione ideologica e lobbying.
La Corte Suprema ha agito correttamente riconoscendo che ogni Stato ha il diritto – anzi, il dovere – di proteggere i suoi cittadini dal rischio di essere moralmente complici. Come ha detto il Governatore Henry McMaster, i contribuenti non dovrebbero essere costretti a sovvenzionare pratiche che violano profondamente la loro coscienza. Questo è il vero significato della libertà in America: la possibilità di vivere secondo i propri valori, senza essere costretti a finanziare l’uccisione di vite innocenti nel grembo materno.
I difensori dell’aborto amano dipingere Planned Parenthood come un baluardo irrinunciabile per la salute femminile, soprattutto per le fasce più povere della popolazione. Eppure, questa è una narrazione costruita per mascherare la realtà. Esistono centinaia di cliniche e centri sanitari comunitari che forniscono servizi di prevenzione, screening oncologici, ginecologia e medicina di base – tutto questo senza uccidere bambini non nati. Tagliare i fondi a Planned Parenthood non significa abbandonare le donne, significa ridirigere quei fondi verso realtà eticamente accettabili che si prendono cura della salute senza fare compromessi con la morte.
È un falso dilemma quello che ci viene continuamente proposto: o Planned Parenthood o il caos. La verità è che gli Stati come il South Carolina stanno finalmente affermando che la vita non è negoziabile, e che le alternative esistono, se solo si smettesse di idolatrare l’abortificio nazionale.
Quattro anni dopo la coraggiosa decisione in Dobbs v. Jackson Women’s Health Organization, che ha restituito ai cittadini il potere di decidere in materia di aborto, questa nuova sentenza riafferma la direzione intrapresa da una Corte che non ha paura di scontrarsi con la narrazione dominante. È una conferma che la cultura della vita sta avanzando, a dispetto delle urla indignate di una minoranza radicalizzata. Che sia chiaro: questo non è un attacco ai diritti, ma una difesa della vera giustizia. Il diritto all’obiezione di coscienza, il diritto alla protezione del nascituro, il diritto dei singoli Stati di autodeterminarsi su questioni morali fondamentali – tutti questi valori sono stati riaffermati con forza. La decisione della Corte Suprema non è soltanto una vittoria legale, ma un segnale potente che l’America non ha dimenticato il suo cuore morale. E i giudici costituzionali hanno avuto il coraggio di stare dalla parte giusta della Storia.
Oltreoceano hanno fatto un altro passo verso il ripristino di un’America pro-vita. E in Italia? Mentre la sinistra parla di “attacco ai diritti riproduttivi”, e le destre non hanno il coraggio di opporsi all’aborto, purtroppo non vediamo l’inizio di una restaurazione di valori, di responsabilità, di rispetto per la vita, dal concepimento alla morte naturale. Per questo i tanti pro vita in Italia continueranno a combattere e a difendere i più piccoli e i più vulnerabili. Per la vita. Per la verità. Per l’Italia.