11 Luglio 2025

La scelta sovranista di Sadyr Japarov

di Angelica La Rosa 

UN PASSO VERSO LA STABILITÀ DEL KIRGHIZISTAN 

In un mondo sempre più soggetto all’ingerenza di potenze straniere, la decisione del presidente del Kirghizistan, Sadyr Japarov, di rafforzare i confini informativi della nazione rappresenta un atto coraggioso e necessario per preservare la sovranità del Paese e la coesione sociale del suo popolo.

Con la nuova legge approvata dal parlamento, che limita la proprietà estera dei media e impone criteri di registrazione più rigorosi per le testate giornalistiche, il Kirghizistan compie un passo determinato verso la tutela dell’informazione nazionale da condizionamenti esterni. In un’epoca in cui la manipolazione dell’opinione pubblica può essere orchestrata da migliaia di chilometri di distanza, Japarov ha avuto la lucidità e il coraggio di dire “basta” alle interferenze che mirano a destabilizzare la società kirghisa mascherandosi da “libertà di stampa”.

Non si tratta, come alcuni osservatori occidentali affermano, di un attacco indiscriminato alla libertà d’espressione, bensì di un tentativo chiaro e legittimo di garantire che il dibattito pubblico in Kirghizistan sia fondato su interessi autenticamente nazionali, liberi da pressioni geopolitiche travestite da giornalismo.

È doveroso ricordare che anche le democrazie più consolidate, inclusi gli Stati Uniti, pongono limiti rigorosi alla proprietà straniera nei settori strategici dell’informazione. Perché allora un piccolo Stato dell’Asia centrale non dovrebbe fare lo stesso?

Il caso di Radio Azattyk, la branca locale di Radio Free Europe/Radio Liberty, emittente notoriamente finanziata dal governo statunitense, è emblematico: è legittimo che un Paese come il Kirghizistan si interroghi sul ruolo e sulle finalità di media che agiscono sul proprio territorio con agende che spesso non coincidono con gli interessi nazionali.

Nessuna nazione che voglia costruire un futuro stabile può permettere che la sua opinione pubblica sia formata da organi d’informazione legati a potenze esterne.

Sadyr Japarov ha compreso che senza una solida autodeterminazione mediatica non può esserci né sviluppo democratico genuino, né vera indipendenza.

La sua politica, tanto criticata da chi è abituato a dominare le periferie dell’impero informativo globale, si inscrive in una visione profonda della sovranità come responsabilità e custodia del bene comune.

In definitiva, la nuova legge rappresenta un punto di svolta: il Kirghizistan sceglie di parlare con la propria voce, di raccontarsi con le proprie parole, di decidere da sé chi può e chi non può influenzare il suo spazio mediatico.

È una lezione di autodeterminazione che molti altri Paesi farebbero bene a osservare con rispetto.

 

Approfondimenti

Subscribe
Notificami
0 Commenti
Oldest
Newest
Inline Feedbacks
View all comments