11 Luglio 2025

Trump vince ancora. Addio Ius Soli?

di Angelica La Rosa

UNA PIETRA MILIARE NELLA GUERRA PER LA SOVRANITA’

In una giornata destinata a entrare nei libri di storia americana, il 27 giugno 2025 si è consumata una delle più grandi vittorie politiche e simboliche del Presidente Donald J. Trump: la Corte Suprema ha limitato il potere dei tribunali inferiori di bloccare le decisioni presidenziali, aprendo così la strada all’effettiva cancellazione dello “ius soli”, ossia il principio secondo cui chiunque nasce negli Stati Uniti ha automaticamente diritto alla cittadinanza.

Siamo di fronte a una svolta epocale. Per troppo tempo, la sinistra progressista ha abusato delle aule di tribunale per sabotare la volontà del popolo, affidandosi a giudici politicizzati, pronti a bloccare ogni iniziativa volta a proteggere i confini e a difendere il significato autentico della cittadinanza americana. Ma oggi, la Corte Suprema ha rimesso le cose al loro posto: il potere legislativo appartiene al Congresso, quello esecutivo al Presidente eletto dal popolo, e i tribunali non possono usurpare entrambi in nome di una agenda globalista.

Il presidente Trump ha festeggiato su Truth Social con parole che entreranno nella storia: “Vittoria enorme alla Corte Suprema! Persino la bufala del diritto di cittadinanza per nascita è stata indirettamente colpita. Hanno salvato la divisione dei poteri. Vittoria monumentale Costituzione.”

Questa non è solo una battaglia vinta: è un segnale di restaurazione della vera sovranità americana. Per anni, lo ius soli è stato il cavallo di Troia con cui milioni di stranieri, spesso entrati illegalmente, hanno potuto ottenere diritti e benefici attraverso i figli nati sul suolo americano. Una strategia demografica con cui la sinistra ha cercato di rimpiazzare l’elettorato patriottico con una nuova popolazione plasmata sull’assistenzialismo e il multiculturalismo.

Il principio per cui la cittadinanza è un dono, non un automatismo geografico, torna a imporsi. Trump ha posto le fondamenta per una nuova dottrina patriottica della cittadinanza: essa non è il frutto del caso, ma della lealtà, della cultura, del rispetto delle leggi e dell’identificazione con l’eredità giudeo-cristiana e costituzionale degli Stati Uniti d’America.

Con questa sentenza, la Corte Suprema non ha solo tutelato i poteri del Presidente: ha colpito al cuore la grande frode dello ius soli, mostrando che persino la sua presunta “intoccabilità” era solo una costruzione ideologica. Da oggi, nessuna legge sarà più al riparo dal vaglio costituzionale e dalla volontà del popolo sovrano.

Questa è una vittoria per ogni patriota che ha visto la propria nazione svenduta nei decenni passati. È una vittoria per chi crede che l’America non sia una terra di nessuno, ma una casa per chi la ama davvero. È una vittoria per chi dice: “America First, sempre.”

In un momento in cui i confini vengono ripristinati, le leggi fatte rispettare e l’identità nazionale riaffermata, il presidente Trump dimostra, ancora una volta, di essere l’unico difensore autentico della civiltà americana.

Che il mondo prenda nota: lo ius soli sta morendo, e con esso l’ingegneria sociale globalista. È l’alba di una nuova America. E porta il nome di Trump.

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