13 Luglio 2025

Leone XIV: “Il Vangelo accolto sine glossa non cesserà mai di diffondere il profumo della propria bellezza”

A cura della Redazione 

L’ATTIVITÀ APOSTOLICA DEL SANTO PADRE 

Il Santo Padre Leone XIV ieri, 28.06.2025, ha ricevuto in Udienza il Card. Luis Antonio G. Tagle, Pro-Prefetto del Dicastero per l’Evangelizzazione (Sezione per la Prima Evangelizzazione e le Nuove Chiese Particolari), la Delegazione del Patriarcato Ecumenico di Costantinopoli, il Signor Teodoro Obiang Nguema Mbasogo, Presidente della Repubblica della Guinea Equatoriale, con la Consorte e Seguito, Mons. Lisandro Alirio Rivas Durán, I.M.C., Vescovo di San Cristóbal de Venezuela (Venezuela), i Membri della Presidenza del Consiglio delle Conferenze Episcopali d’Europa (CCEE), il Signor Bernhard Kotsch, Ambasciatore della Repubblica Federale di Germania, in visita di congedo, i Partecipanti al Capitolo Generale della Congregazione Benedettina Vallombrosana, i Partecipanti al Pellegrinaggio giubilare della Chiesa Greco-Cattolica Ucraina.

Ai Membri della Delegazione del Patriarcato Ecumenico, in occasione della festa dei Santi Pietro e Paolo, il Santo Padre ha detto:

Sono particolarmente lieto di dare il benvenuto, per la prima volta dopo la mia elezione quale Vescovo di Roma e successore dell’Apostolo Pietro, alla vostra Delegazione che rappresenta la Chiesa sorella di Costantinopoli mentre celebriamo la festa dei Santi Pietro e Paolo, Patroni della Chiesa di Roma.

Questo tradizionale scambio di delegazioni tra le due Chiese in occasione delle rispettive feste dei Santi Patroni è segno della profonda comunione già esistente tra noi e riflesso del vincolo di fraternità che unisce gli Apostoli Pietro e Andrea.

Dopo secoli di disaccordi e incomprensioni, il riavvio di un autentico dialogo tra le Chiese sorelle di Roma e di Costantinopoli è stato possibile attraverso i coraggiosi e lungimiranti passi compiuti da Papa Paolo VI e dal Patriarca Ecumenico Atenagora. I loro venerati successori nelle Sedi di Roma e di Costantinopoli hanno continuato con convinzione nello stesso cammino di riconciliazione, rafforzando ulteriormente le nostre relazioni. A tale proposito, desidero menzionare la testimonianza di sentita vicinanza nei confronti della Chiesa Cattolica offerta dal Patriarca Ecumenico Sua Santità Bartolomeo, con la sua personale partecipazione alle esequie di Papa Francesco e poi alla Messa inaugurale del mio Pontificato.

Mentre ricordo con viva gratitudine il cammino compiuto fino ad ora, vi assicuro il mio intento di perseverare nello sforzo per ristabilire la piena comunione visibile tra le nostre Chiese. Questa meta si può raggiungere soltanto con l’aiuto di Dio, attraverso un continuo impegno di ascolto rispettoso e dialogo fraterno. Pertanto, sono aperto a qualunque suggerimento in merito, sempre consultando i miei confratelli Vescovi della Chiesa Cattolica che con me condividono, ciascuno nel suo proprio modo, la responsabilità per la piena e visibile unità della Chiesa (cfr Conc. Ecum. Vat. II, Cost. dogm. Lumen gentium, 23).

Eminenza, cari fratelli in Cristo, vi sono molto grato per la vostra presenza a Roma in questa solenne circostanza. Vi chiedo cortesemente di trasmettere il mio cordiale saluto al Patriarca Bartolomeo e ai membri del Santo Sinodo, insieme con la mia riconoscenza per avere inviato la Delegazione anche quest’anno. L’intercessione dei Santi Pietro e Paolo, di Sant’Andrea e della Santa Madre di Dio, che vivono in eterno nella perfetta comunione dei santi, ci accompagni e ci sostenga nel nostro impegno al servizio del Vangelo. Grazie!

Ricevendo in Udienza i partecipanti al Capitolo Generale della Congregazione Vallombrosana dell’Ordine di San Benedetto il Santo Padre ha detto:

Saluto l’Abate Generale, che è stato nuovamente eletto, e vi ringrazio tutti per il dono che la vostra vita monastica rappresenta, richiamando la Chiesa intera al primato di Dio quale fonte di gioia e principio di trasformazione personale e sociale.

Come all’inizio della vostra storia, quando San Giovanni Gualberto obbedì alla vocazione che lo sospingeva a maggiore autenticità, ci troviamo nuovamente all’alba di un millennio in cui fra molte paure il mondo intero sembra riconfigurarsi. Non si tratta di abbandonare le sfide del nostro tempo, ma di abitarle con la profondità di chi sa fare silenzio e ascoltare la Parola di Dio, per darla alla luce nella cultura che cambia.

La fragilità di quegli inizi può ispirare e consolare le fragilità presenti. Siamo spesso meno forti che in passato, meno giovani, meno numerosi, talvolta feriti dai limiti e dagli errori umani, ma il Vangelo accolto sine glossa non cesserà mai di diffondere il profumo della propria bellezza. Nulla vi trattenga dall’originaria esigenza di riformare, di rinnovare e di rendere semplice, a beneficio di tutti, quella vita cristiana che ancora può allargare gli orizzonti e il respiro di ogni esistenza umana.

Già nel 1973 San Paolo VI ricordava in questo modo il vostro Fondatore e i primi passi della Congregazione: «Egli volle un “ novum institutum”, che ritornasse alle fonti genuine della preghiera e dell’apostolato, come avevano fatto gli Apostoli, i Padri della Chiesa, e il suo San Benedetto; e i primi frati, che si raggrupparono attorno a lui, a Vallombrosa, cercarono e trovarono appunto quella “ nova conversio”, che era da essi sentita come fonte di santificazione personale, ma che doveva altresì dimostrarsi un fermento e un lievito di vita nuova».

Papa Montini – chissà, molti di voi erano forse giovani monaci in quel tempo… alcuni di voi, vedo molti giovani però! –, lui insisteva sull’attualità di quegli inizi, osservando che «il rinnovamento degli ordini religiosi, e in generale l’aggiornamento della Chiesa, nel clero e nel laicato, sono i punti più vivi e appassionanti del Concilio e del Post-Concilio».

Il mio amato predecessore, Papa Francesco, ha esortato instancabilmente tutti noi a portare avanti il rinnovamento della Chiesa promosso dal Concilio Vaticano II. Esso ancora ci chiede di vincere l’autoreferenzialità, di essere più poveri e in ascolto dei poveri, di intensificare i legami di comunione. In particolare la comunione con le altre Congregazioni delle figlie e dei figli di San Benedetto vi aiuti a rimanere fedeli alla Regola, in dialogo col mondo contemporaneo. Sempre nuova, infatti, è la ricerca di una spiritualità in cui preghiera, lavoro e gioia si intreccino nella fedeltà ai luoghi e alle cose di ogni giorno. Siatene testimoni attenti e ospitali.

Vi incoraggio a guardare avanti con speranza, con un pensiero affettuoso anche a tutti i vostri confratelli, mentre di cuore vi imparto la Benedizione Apostolica.

Accogliendo in udienza i Pellegrini della Chiesa Greco-Cattolica Ucraina il Santo Padre Leone XIV ha detto:

Saluto cordialmente tutti voi, cari fedeli della Chiesa Greco-cattolica ucraina, giunti alla tomba dell’Apostolo Pietro in occasione dell’Anno giubilare. Saluto Sua Beatitudine Shevchuk, Arcivescovo Maggiore di Kyiv-Halyč, i Vescovi, i sacerdoti, le consacrate e i consacrati e tutti i fedeli laici.

Il vostro pellegrinaggio è segno del desiderio di rinnovare la fede, di rafforzare il legame e la comunione con il Vescovo di Roma e di testimoniare la speranza che non delude, perché nasce dall’amore di Cristo che è stato riversato nei nostri cuori dallo Spirito Santo (cfr Rm 5,5).

Il Giubileo ci chiama a diventare pellegrini di tale speranza in tutta la nostra vita, nonostante le avversità del momento presente. Il viaggio a Roma, con il passaggio delle Porte Sante e le soste presso le tombe degli Apostoli e dei Martiri, è il simbolo di questo cammino quotidiano, proteso verso l’eternità, dove il Signore asciugherà ogni lacrima e non ci sarà più la morte, né lutto, né lamento, né affanno (cfr Ap 21,4).

Molti di voi, per arrivare qui, siete partiti dalla vostra bella terra, ricca di fede cristiana, fecondata dalla testimonianza evangelica di tanti santi e sante e irrigata con il sangue di molti martiri, che lungo i secoli, con il dono della propria vita, hanno sigillato la fedeltà all’Apostolo Pietro e ai suoi Successori.

La fede, carissimi, è un tesoro da condividere. Ogni tempo porta con sé difficoltà, fatiche e sfide, ma anche opportunità per crescere nella fiducia e nell’abbandono a Dio.

La fede del vostro Popolo ora è messa a dura prova. Molti di voi, da quando è iniziata la guerra, sicuramente si sono chiesti: Signore, perché tutto questo? Dove sei? Che cosa dobbiamo fare per salvare le nostre famiglie, le nostre case e la nostra Patria? Credere non significa avere già tutte le risposte, ma confidare che Dio è con noi e ci dona la sua grazia, che Egli pronuncerà l’ultima parola e la vita vincerà contro la morte.

La Vergine Maria, tanto cara al Popolo ucraino, che con il suo umile e coraggioso “sì” ha aperto la porta alla redenzione del mondo, ci assicura che anche il nostro “sì”, semplice e sincero, può diventare strumento nelle mani di Dio per realizzare qualcosa di grande.

Confermati nella fede dal Successore di Pietro, vi esorto a condividerla con i vostri cari, con i vostri connazionali e con tutti coloro che il Signore vi farà incontrare. Dire “sì” oggi può permettere di aprire nuovi orizzonti di fede, di speranza e di pace, soprattutto a tutti quanti sono nel dolore.

Sorelle e fratelli, accogliendovi qui, desidero esprimere la mia vicinanza alla martoriata Ucraina, ai bambini, ai giovani, agli anziani e, in modo particolare, alle famiglie che piangono i propri cari.

Condivido il vostro dolore per i prigionieri e le vittime di questa guerra insensata. Affido al Signore le vostre intenzioni, le vostre fatiche e tragedie quotidiane e, soprattutto, i desideri di pace e di serenità.

Vi incoraggio a camminare insieme, pastori e fedeli, tenendo lo sguardo fisso su Gesù, nostra salvezza. Vi guidi e vi custodisca la Vergine Maria, che proprio per la sua unione alla passione del Figlio è Madre della Speranza. Benedico di cuore tutti voi, le vostre famiglie, la vostra Chiesa e il vostro popolo.

Il Santo Padre Leone XIV ha ricevuto in Udienza, nel Palazzo Apostolico, il Presidente della Repubblica della Guinea Equatoriale, il Sig. Teodoro Obiang Nguema Mbasogo, il quale si è successivamente incontrato con Mons. Paul Richard Gallagher, Segretario per i Rapporti con gli Stati e le Organizzazioni Internazionali.

Nel corso dei cordiali colloqui in Segreteria di Stato, sono state rilevate le buone relazioni tra la Santa Sede e la Guinea Equatoriale, e ci si è soffermati sul contributo della Chiesa Cattolica in campo educativo e sanitario e per lo sviluppo umano, sociale e culturale della popolazione.

Nel prosieguo della conversazione, vi è stato anche uno scambio di opinioni sull’attualità internazionale, con particolare riferimento agli effetti dei conflitti e ai problemi della sicurezza pubblica nei Paesi dell’Africa Centrale e Occidentale.

 

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