11 Luglio 2025

La guerra di cui non si parla

di Mauro Armanino

IN AFRICA UNA POLITICA SENZA VERGOGNA PERPETUA LA MISERIA DEI POPOLI

L’anno scorso i conflitti armati riconosciuti tali nel mondo erano 61 ma ad uccidere più di tutti i conflitti messi assieme è la miseria, che porta via con sé, troppo spesso nel silenzio, milioni di persone. Una tragedia che si consuma dietro lo schermo delle statistiche economiche.

Le tracce della miseria durano più a lungo di quelle della guerra perché coinvolge i bambini, le donne e i giovani. Essa è il frutto più immediato di guerre, movimenti forzati di popolazione, avversità climatiche ma soprattutto di classi politiche ammalate di potere e che depredano il popolo in cerca di un arricchimento personale nel più breve tempo possibile. Le cause esterne, interne e purtroppo “eterne” della miseria si perpetuano perché è stata smarrita la vergogna, che sembra davvero scomparsa dal lessico e soprattutto dai volti.

Nel Sahel imperversa la vulnerabilità alimentare per milioni di persone, l’indigenza, la carenza di strutture educative e sanitarie. Mancano dispositivi che facilitino l’ingresso dei giovani nel mondo lavorativo. La classe politica non si vergogna di nulla e così gli intellettuali attirati dalla retorica che sembra promettere loro un futuro. Persino i leader religiosi, senza vergogna, puntellano il sistema fatiscente.

Il Fondo Monetario Internazionale che non è un ente di beneficenza, ha rilasciato un documento che, prendendo in considerazione il Prodotto interno lordo stila la lista dei dieci Paesi col reddito pro capite più basso in Africa. Con tutti i limiti che questa operazione sappiamo comportare, rimane utile affacciarsi su questa strana e drammatica classifica i cui numeri dovrebbero far nascere un sentimento di vergogna innanzitutto nei politici.

Senza sorpresa, l’Africa subsahariana domina la classifica. I conflitti cronici, la debolezza istituzionale e una élite politica sempre più spesso militarizzata non sembra in grado di offrire alternative coerenti ed efficaci alla precarietà di vita dei popoli che dovrebbero servire. Nella lista troviamo il Sudan del Sud, lo Yemen, il Burundi, la Repubblica Centrafricana, il Malawi, il Madagascar, il Sudan, il Mozambico, la Repubblica Democratica del Congo e il Niger, paese nel quale ho il privilegio di trovarmi.

Ciò dovrebbe far vergognare chi profitta della miseria degli altri per arricchirsi o per illudere i poveri con vuote e false promesse di un domani migliore. Finché la vergogna non ritornerà ad essere una materia di insegnamento nella grammatica della vita quotidiana, sarà difficile cambiare lo sguardo sul mondo.

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