11 Luglio 2025

Sempre più musulmani delusi dall’Islam

di Pietro Licciardi

ADESSO È SOPRATTUTTO L’IRAN A SCOPRIRE CRISTO

Un fenomeno di cui poco o nulla si parla è il crescente numero di mussulmani che si convertono al cristianesimo, questo sia nell’islam sunnita che in quello scita, in Iran in particolare, dove è il regime dispotico e tirannico degli ayatollah ad alimentare l’apostasia. Molti iraniani infatti scappano dal Paese e si convertono ad un ritmo tale che le chiese – purtroppo per lo più protestanti – non riescono a tenere il passo con la domanda. A testimoniarlo già nel 2018 Sebnem Koser Akcapar, professore di Sociologia all’Università di Koç di Istanbul il quale riferiva dei molti rifugiati iraniani che hanno voltato le spalle al Corano soprattutto per l’atteggiamento dell’islam nei confronti delle donne.

Una conversione piuttosto clamorosa avvenuta in Iran è stata raccontata da Nazanin Baghestani, supervisor del canale televisivo Mohabat TV, seguito da musulmani ma anche da tanti cristiani, che è stato avvicinato da un uomo che poi si è rivelato essere un boia del gruppo terrorista jihadista Isis, il quale voleva sapere qualcosa di più su Cristo, raccontando di essere tormentato da frequenti incubi e inquietudini.

Più recentemente è il regime teocratico a suscitare un sentimento di rifiuto, che rimane ancora sommerso dal momento che gli iraniani sanno molto bene che se scendessero pubblicamente in piazza sarebbero uccisi a migliaia senza pietà. Ma oltre allo slancio politico da anni vi è un mutamento spirituale dettato dalla ricerca di libertà e speranza.

A confermarlo nei giorni scorsi anche Marziyeh Amirizadeh, autrice e presidente di New Persia, anch’essa una cristiana iraniana convertita che ha trascorso nove mesi in prigione per aver distribuito Bibbie e aver fondato due chiese domestiche clandestine.

Amirizadeh ha ammesso che milioni di iraniani stanno celebrando segretamente la campagna israeliana contro il regime degli ayatollah e guardando con simpatia al figlio dell’ultimo scià, Reza Pahlavi, considerato come l’unico leader credibile per una transizione democratica. Inoltre, non si contano più le persone che si starebbero allontanando dalle moschee e in migliaia starebbero abbracciando una fede nuova e dissidente, stufe di subire le dure regole dell’islam.

Del resto già da diversi anni il libanese Camille Eid, scrittore, giornalista e profondo conoscitore del mondo arabo avverte che molti mussulmani, anche e specialmente tra gli immigrati in Europa, si avvicinano al Vangelo in cerca di risposte, altrove rispetto a un islam sempre più repressivo. Secondo Eid chi ha subìto la violenza del fondamentalismo islamico e la sottomissione senza ragioni agli ordini della legge coranica, di fronte ai comandamenti dell’amore cambia. Ma molti lo fanno proprio a partire dal Corano. Infatti, intuendo che Gesù non può essere solo un profeta si incuriosiscono e lo riscoprono come Dio nel Vangelo.

Purtroppo i più attivi nell’opera di conversione sembrano essere gli appartenenti alle numerose congregazioni evangeliche, meno i cattolici, tra i quali sembrano aver fratto breccia certe suggestioni spiritoconciliari ed “ecumeniche”, secondo le quali il “proselitismo” – epiteto che ha sembra aver sostituito l’evangelica conversione – è peccato e “tutte le religioni portano a Dio”.

 

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