13 Luglio 2025

Mons. Reed: “Celebrare la Messa in latino è un’esperienza travolgente”

di Angelica La Rosa

LA COMMOVENTE TESTIMONIANZA DI MONS. REED

Il vescovo ausiliare di Boston, mons. Robert Reed ha raccontato sui suoi social media che la prima volta che ha celebrato la Messa tradizionale latina è stata un’esperienza così travolgente che, dopo aver tolto gli ornamenti liturgici, si è inginocchiato su una panchina e si è rotto a piangere.

Il vescovo Robert Reed, 66 anni, sul suo account Twitter non ha specificato nel suo messaggio quando ha celebrato per la prima volta questa forma del rito romano o quanto spesso lo ha fatto da allora.

Il giorno dopo il messaggio social un portavoce dell’arcidiocesi di Boston ha riferito che il vescovo Reed non rilascia interviste sulla questione. La sua pubblicazione sul social network, nel giro di poche ore, ha raggiunto 116.000 visualizzazioni.

Il messaggio ha anche ricevuto decine di commenti di supporto. Uno di loro ha detto: “Molti di noi, i cosiddetti tradizionali, ci sentiamo disprezzati, addirittura odiati, dai nostri padri spirituali solo per amare la tradizione della Chiesa. Non sa quanto significhi per noi una dichiarazione del genere da parte di un vescovo. Grazie, Vostra Eccellenza”.

Un altro utente ha commentato: “Come convertito del protestantesimo, insieme a tutta la mia intera famiglia di convertiti, partecipiamo alla Messa tradizionale. Non perché odiamo il Novus Ordo o i cattolici del Novus Ordo, ma perché amiamo il nostro antico rito”.

Le parole di Mons. Reed arrivano in un momento in cui i cattolici di tutto il mondo si chiedono come papa Leone XIV affronterà la questione della Messa tradizionale, specialmente dopo gli approcci marcatamente diversi dei suoi due immediati predecessori. Benedetto XVI, che ha tenuto la sede di Pietro dal 2005 al 2013, ha liberalizzato la celebrazione del rito tridentino, consentendo ai sacerdoti di celebrarlo senza richiedere un’autorizzazione speciale da parte dei vescovi diocesani. Invece, Francesco, papa tra il 2013 e l’aprile del 2025, ha cercato di limitare il suo uso per “promuovere l’unità della Chiesa”. Nella sua Lettera Apostolica Traditionis Custodes del luglio 2021, infatti, ha stabilito regole che hanno impedito la celebrazione di questa forma liturgica nelle chiese parrocchiali e ha richiesto ai nuovi sacerdoti di ricevere l’autorizzazione direttamente dalla Santa Sede.

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