di Anna Tortora
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L’ESEMPIO DI SANTA MARIA GORETTI
Il 6 luglio la Chiesa cattolica celebra Santa Maria Goretti, una delle sante più amate e al tempo stesso più sorprendenti della storia cristiana. Non perché abbia scritto libri, fondato ordini religiosi o compiuto miracoli spettacolari, ma perché, a soli undici anni, ha testimoniato con la sua vita (e la sua morte) il valore dell’amore puro, del coraggio e soprattutto del perdono.
Maria Goretti nacque nel 1890 a Corinaldo, un paesino marchigiano, in una famiglia di contadini poveri ma profondamente credenti. Dopo la morte prematura del padre, Maria si trasferì con la madre e i fratellini a Le Ferriere di Nettuno, nel Lazio, dove la famiglia viveva in condizioni di grande miseria. Maria non frequentò la scuola, ma imparò a leggere il Vangelo e a pregare, mostrando fin da piccola un’anima profondamente devota.
Quella che potrebbe sembrare la vita di una bambina qualunque del suo tempo, si trasformò invece in una testimonianza di straordinaria fede e determinazione.
Il 5 luglio 1902, Alessandro Serenelli, un giovane con cui condivideva la casa, cercò di abusare di lei. Maria si oppose con fermezza, gridando: “No! È peccato! Dio non vuole!”.
Di fronte a quel rifiuto, Alessandro la colpì con un punteruolo. Morì il giorno seguente, dopo ore di agonia, all’ospedale di Nettuno. Ma prima di morire, disse a sua madre parole che oggi ancora commuovono:
“Mamma, perdonalo… per amore di Gesù, io lo perdono… e voglio che venga con me in Paradiso.” Aveva appena 11 anni.
Il perdono di Maria non fu solo un atto eroico, ma trasformativo. Alessandro Serenelli, condannato a trent’anni di carcere, inizialmente non mostrò alcun rimorso. Ma qualche anno dopo, raccontò di aver avuto un sogno: Maria gli appariva in un campo di fiori e gli porgeva dei gigli. Da quel momento iniziò un profondo cammino di conversione.
Uscito di prigione, chiese perdono alla madre di Maria, poi visse il resto della sua vita in un convento come terziario francescano. Era presente in San Pietro, il 24 giugno 1950, quando papa Pio XII canonizzò Maria Goretti come vergine e martire, alla presenza della madre della santa – prima volta nella storia della Chiesa.
A oltre 120 anni dalla sua morte, Maria Goretti continua a parlare al cuore delle persone. In un mondo che spesso confonde libertà con egoismo e amore con possesso, la sua vita ci ricorda che esiste una bellezza profonda nella purezza, nella dignità, nella libertà interiore. E soprattutto, che il perdono è possibile. Anche quando sembra impossibile.
Maria Goretti è oggi patrona delle vittime di violenza, delle ragazze, dei giovani e dei martiri della purezza.
Perché ricordarla oggi? Perché la sua testimonianza non è una storia “del passato”, ma una luce per il presente. In lei c’è la forza dell’amore cristiano che non si arrende alla violenza, e la voce limpida di chi sceglie Dio anche nel momento più buio.
Santa Maria Goretti, prega per noi.