A cura della Redazione
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LE SINISTRE OFFENDONO LE FAMIGLIE
Migliaia di genitori accolgono con soddisfazione e speranza l’accelerazione impressa all’iter del disegno di legge presentato dal Ministro Valditara che obbliga le scuole a chiedere il consenso informato della famiglia sui progetti di educazione sessuale, visto che la propaganda gender e LGBTQ che sta trasformando le scuole italiane in enormi campi di rieducazione ideologica di massa rappresenta ormai una vera e propria emergenza nazionale”.
Così dichiara Jacopo Coghe, portavoce di Pro Vita & Famiglia onlus.

“Speriamo che questa celerità sia mantenuta nelle fasi successive dell’iter e che in fase emendativa il testo possa essere ulteriormente rafforzato a difesa della libertà educativa dei genitori. Le critiche delle opposizioni, che parlano di un blitz, sono ideologiche e strumentali, oltre che offensive nei confronti delle famiglie italiane. Queste stesse minoranze hanno contestato la libertà dei genitori di prestare il consenso a questi progetti paragonandola a una forma di censura verso i propri figli, o affermando che se i genitori non gradiscono l’educazione e l’istruzione della scuola statale pubblica allora dovrebbero tenerli a casa. Ancora, c’è stato addirittura chi ha insultato gli italiani insinuando che i genitori non sarebbero in grado di educare i figli alla luce di alcuni casi di violenze familiari, facendo una vergognosa generalizzazione. Una legge sul consenso informato è invece una svolta di civiltà e buon senso, utile per tenere lontano dalle aule scolastiche qualsiasi iniziativa di stampo ideologico, spesso orientata verso una visione distorta e pericolosa della sessualità e di chiaro stampo Lgbtqia+”.
“Tagliare le audizioni. Poi imporre una scadenza lampo per presentare gli emendamenti, a ridosso della pausa estiva, senza neanche il tempo di leggere le memorie inviate. È così che Federico Mollicone, evidentemente eseguendo gli ordini di Giuseppe Valditara, sta cercando di blindare un disegno di legge ideologico come quello sul consenso informato nelle scuole, senza dibattito, senza ascolto, senza confronto. Un vero e proprio blitz. Il provvedimento non ha alcuna urgenza. Ma riguarda una questione molto seria: imporre alle scuole l’obbligo di richiedere il consenso preventivo delle famiglie per far partecipare gli studenti ad attività che riguardino temi attinenti l’ambito della sessualità. Un attacco alla libertà educativa mascherato da tutela. Così si aggira il Parlamento, si tradisce il ruolo delle istituzioni e si nega ogni spirito di confronto e dialogo con il mondo della scuola. Ribadiamo la richiesta già avanzata in Ufficio di Presidenza: si fermi questa forzatura e si rinvii l’esame del provvedimento a settembre. Serve un confronto vero, non una fuga in avanti costruita sulla chiusura e sull’ideologia”.
Così hanno dichiarato i capigruppo delle opposizioni laiciste in commissione cultura alla Camera Antonio Caso (M5S), Irene Manzi (PD), Elisabetta Piccolotti (AVS).

“Il blitz, semmai, è quello che da anni si compie nella scuola italiana, dove troppe volte si sono introdotte attività su temi delicatissimi — come la sessualità e l’identità di genere — senza informare adeguatamente le famiglie, né tantomeno chiedere il loro consenso. Il disegno di legge promosso dall’ottimo Ministro Giuseppe Valditara, con il sostegno responsabile dell’on. Mollicone, va nella direzione opposta: non impone nulla, ma restituisce alle famiglie il diritto sacrosanto di sapere cosa viene proposto ai propri figli e di scegliere se farli partecipare o meno. Non si tratta di un attacco alla libertà educativa, ma della sua espressione più alta: quella che riconosce ai genitori, primi educatori, un ruolo decisivo. Parlare di forzatura o ideologia è un rovesciamento della realtà. È ideologico, piuttosto, chi pretende che lo Stato possa introdurre contenuti eticamente sensibili senza alcun filtro, esautorando famiglie e comunità educante. La rapidità dell’iter parlamentare è pienamente legittima e risponde all’urgenza di porre un argine a derive ideologiche che hanno trasformato la scuola in un campo di rieducazione culturale. Bene quindi ha fatto il centrodestra a intervenire con chiarezza e determinazione. L’ascolto va bene, ma non può essere un alibi per rinviare all’infinito una norma di buon senso”, ha commentato il saggista professor Matteo Orlando, autore dei volumi “Docenti informati“, “Legislazione scolastica per tutti” ed “Educare oggi: teorie e pratiche“.



