9 Novembre 2025

Massoneria, esoterismo, magia? MAI!

di Matteo Castagna 

L’AUTO-DIVINIZZAZIONE DELL’UOMO

Sono molte le persone che conoscono Schuon, Evola, Guénon, ma pochi sanno che le loro dottrine attingono alla Cabala giudaica.

Tramite Raimondo Lullo, Marsilio Ficino, Pico della Mirandola, Giordano Bruno e Baruch Spinoza, la Cabala spuria ha influenzato i grandi iniziati moderni, tra i quali occorre annoverare anche Joseph De Maistre e Attilio Mordini. I particolari si possono trovare nel testo “L’Esoterismo” di Curzio Nitoglia (ed. Sodalitium, 2002).

Oltre alla condanna assoluta di ogni massoneria, giudicata severamente da Clemente XII nel 1738 e da Benedetto XIV nel 1751, da me già trattata in vari articoli, interviste e conferenze, è mio intento far riflettere su quella che don Nitoglia definisce “auto-divinizzazione dell’uomo”, attraverso l’esoterismo, ossia l’insieme delle dottrine occulte e significati nascosti, riservati a pochi “illuminati”, che renderebbero l’uomo una sorta di divinità di se stessa in Terra.

Dal greco “eisoteo”, significa penetrare il segreto, la verità occulta, che è priva di essenza, quindi indefinibile. Sta qui la contraddizione in termini. Come può essere ciò che non è? E’ una tenebrosa manifestazione d’orgoglio e una pericolosissima sfida a Dio, tramite i mezzi del maligno: la gnosi e la magia. Illuminismo e Teosofia fecero, anch’esse, uso a piene mani dell’esoterismo tenebroso, in ultima analisi, per sostituire Dio con la propria intelligenza e conoscenza, sottomesse alle proprie voluttà, spesso perverse.

Nelle epistole, San Paolo dimostra padronanza delle dottrine misteriche elleniche. In particolare, come i pitagorici e i platonici, egli distingueva nell’aggregato umano tre livelli: il corpo grossolano (ὕλη, hyle, lett. la sostanza), l’anima (ψυχή, psykhé) e lo spirito (πνεῦμα, pnéuma).

In questo modo, secondo la preponderanza d’un livello sugli altri, suddivideva gli esseri umani in tre categorie: carnali, psichici e pneumatici. Questo corrisponde esattamente alla tripartizione dei tipi umani in tāmasa, rājasa e sāttvika, caratteristica dell’Induismo (I Corinzi, 15.44).

Per esplicita dichiarazione, San Paolo insegnava la dottrina, adattandola a questi tre livelli, a seconda dei discepoli cui si rivolgeva: “Noi non abbiamo ricevuto lo spirito dal mondo, bensì lo spirito che viene da Dio, perché conosciamo le cose che Dio ci ha gratuitamente donato, e di queste noi parliamo, non con parole suggerite dalla sapienza umana, ma con quelle insegnate dallo spirito, adattando dottrine spirituali a uomini spirituali.

Ma l’uomo psichico non accetta le cose dello spirito di Dio, che per lui sono follia, e non può comprenderle, perché sono viste dal livello spirituale. Invece l’uomo spirituale giudica tutto, e non è giudicato da nessuno. Infatti «chi ha conosciuto il pensiero del Signore, da potergli fare da maestro?». Noi invece possediamo l’intelletto (noùs) di Cristo.

Ed io, fratelli, non posso parlare a voi come a uomini spirituali, ma come a uomini carnali, come dei bambini in Cristo. Vi dovetti dare del latte da bere e non del cibo solido, perché non lo potevate ricevere, anzi non lo potete neppure ora. Infatti, siete ancora carnali: dal momento che ci sono ancora tra voi invidia e discordia, non siete forse carnali e non seguite l’umanità?“ (I Cor. 2.12- 3.3).

Il Cristianesimo è essoterico, ovvero aperto a tutti, per antonomasia. Le gradualità prima esposte servono alla pienezza della comprensione, tenendo presente l’età, le inclinazioni e molti altri fattori soggettivi dell’anima e dell’intelletto, che vanno plasmati dalla Verità per giungere alla Fede.

Esiste un’ulteriore interpretazione dell’esoterismo, che lo designa come un tipo di pratica “spirituale”, di conoscenza profonda del sé più recondito, altrimenti irraggiungibile; una via, dunque, di auto-conoscenza e di auto-determinazione, di scoperta del proprio “io” nascosto agli occhi profani dei non adepti.

L’iniziazione corrisponderebbe ad una sorta di illuminazione dell’intelletto e dello spirito, che donerebbe una visione totalmente rinnovata del “micro” e del “macro cosmo”, cioè dell’uomo e del mondo nei loro reciproci rapporti.

Secondo il fumoso e spesso ridicolo movimento New Age, il “luogo spirituale”, approdo del cammino di conoscenza esoterico, dovrebbe essere uguale per tutti; perciò divulgano la teoria dell’esistenza di un’unica religione universale, migliore delle religioni particolari (principalmente quelle monoteiste) che non dovrebbe creare conflitti né distinzioni. Si tratterebbe dell’omologazione a un “love and peace” da figli dei fiori, che non esclude lo sballo o l’utilizzo di stupefacenti per raggiungere mete che, altrimenti, non si potrebbero neppure immaginare.

Nel libro del Levitico (19,26), Dio proibisce esplicitamente la divinazione e la magia. Questo divieto include pratiche come la lettura dei presagi, l’astrologia (perciò gli oroscopi), gli incantesimi e la stregoneria. Il Deuteronomio contiene un elenco di pratiche occulte che sono considerate abominevoli agli occhi di Dio.

Tutte queste deviazioni sono, da un lato tentazioni del Demonio, che Dio permette, per misurare la nostra fedeltà, dall’altro sono la degenerazione della necessità di qualcosa che sia trascendente, insita nell’animo umano. Oggi, ci si rifugia nell’esoterismo, nella magia, nel new age, nello woke, nelle filosofie orientali piene di sciocchezze ma anche di teoremi completamente irragionevoli, credendo di essere “alternativi” o addirittura “antagonisti”. Ma a cosa?

L’unico modo per essere antagonisti al mondo contemporaneo è vivere da autentici cattolici. E’ più difficile seguire i dieci comandamenti e i precetti della Chiesa, piuttosto che il “laissé faire” contrario alla mortificazione, al peccato, al pentimento, al ravvedimento, ma favorevole al sesso senza regole e al cambio di esso! Gli esoteristi, i maghetti, gli gnostici sono tutti libertini. Nessuno obbedisce ai dogmi, non esistono, perché se li fanno da soli, su misura. Però! Che responsabilizzazione e che senso dell’onore!

Come scriveva Mons. Pietro Parente (1891-1986) già collaboratore del Card. Achille Ottaviani al Sant’Uffizio: “nonostante tutti i tentativi per eliminarlo, il problema religioso pesa ancora oggi sulla coscienza e sulla vita umana come una imprescindibile urgenza. Ora, la teologia vera, ben compresa, è la soluzione integrale di quel problema” (La Teologia, Luce e Vita, ed. Studium, 1952, riedizione Effedieffe, 2023)

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