di Matteo Castagna
–
LO SMARRIMENTO DEL SENSO PIÙ AUTENTICO DI AUTORITÀ
Nunzio Ciullo si laurea in Giurisprudenza nel 2005 con una tesi in Storia del diritto italiano, poi consegue il Diploma di specializzazione per le professioni legali nel 2007.
In seguito ottiene borse di studio dal Centro Europeo di Studi Normanni (2006), dal Centro Internazionale di Studi Bruniani (2008-2009), dall’Istituto Italiano di Scienze Umane (2011), dal Centro di Studi Normanno-Svevi (2012) e dall’Istituto Storico Italiano per il Medioevo (2014). Nel 2017 pubblica alcune voci nel Dizionario di eretici, dissidenti e inquisitori nel mondo mediterraneo.
Nel 2018 collabora con l’Università del Volontariato e l’Università Suor Orsola Benincasa Napoli sul tema Storia delle politiche sociali in Italia. Nel 2020 pubblica Pareri motivati di diritto civile e penale (Padova: Primiceri Editore).
“È valida l’elezione di un Papa eretico? Il Papa può sbagliare contro la fede come singolo individuo e non, invece, nella definizione di legge?
Il Papa è infallibile nelle determinazioni di fede, tanto come Pontefice quanto con l’approvazione dei Cardinali?”
A queste e altri quesiti prova a rispondere il trattato inquisitoriale considerato dallo studioso:
i Tractatus Universi Iuris (Venezia,1584-1586) sono un’imponente raccolta di trattati giuridici di diritto comune, voluta da Papa Gregorio XIII.
Il volume XI.2 (Tractatus de haeresi), in particolare, è una selezione di manuali inquisitoriali di vari autori, già editi prima dell’edizione veneziana dei Tractatus.
In alcune di queste opere si esamina l’ipotesi di un papa eretico, anche in rapporto alla sua duplice veste di uomo e, al contempo, di Vicario di Cristo nonché la questione dell’infallibilità pontificia.
L’inserimento di tali argomentazioni nel tomo in esame è singolare e appare, almeno a tratti, contraddittorio. Dunque, è di sicuro interesse un’indagine approfondita soprattutto del trattato di Arnau Albert – con riferimento alle tematiche sopra citate – per cercare di fare luce su un aspetto poco noto degli studi storico-giuridici in materia.
Il dott. Nunzio Ciullo esplora l’ipotesi di un Papa eretico, analizzando il suo significato storico e le implicazioni teologiche. L’eresia è definita come una dottrina contraria alla fede. L’Inquisizione è stata istituita per reprimere le eresie, con tribunali che miravano ad ottenere confessioni.
L’Inquisizione ha avuto un impatto significativo sulla storia della Chiesa e sulla vita di molti individui. I tribunali inquisitoriali furono istituiti per mantenere l’integrità della fede cattolica. L’Inquisizione Spagnola e Portoghese furono tra le più rigide, con l’obiettivo di convertire musulmani ed ebrei.
Il libro invita a riflettere sul rapporto tra potere e responsabilità, sia nella Chiesa che nella società moderna. La questione dell’autorità è centrale nel dibattito contemporaneo.
La fiducia nei rappresentanti eletti è messa in discussione dalla crescente consapevolezza dei cittadini, mentre la ricerca di sicurezza e stabilità continua a influenzare le scelte politiche e religiose. Il tema dell’infallibilità pontificia è ancora rilevante nel contesto moderno delle democrazie e del potere.
Il testo pone, dunque, il principale problema della modernità e postmodernità: la questione dell’Autorità. Secondo l’On. Pierluigi Bersani, esponente del Pd, il progresso avrebbe risolto tutto, se non fosse per il gen. Roberto Vannacci, che, in un’intervista televisiva, gli sembrerebbe l’unico a portare avanti questo principio obsoleto e pericoloso.
Il consenso di Vannacci va ben oltre le aspettative di Bersani, che si interroga, assieme ai suoi colleghi globalisti, su come possa esistere ancora così tanta gente che cerca sicurezza e stabilità nell’esercizio di un’Autorità definita, in una società fatta di regole, dopo tanta fatica per renderla fluida.
Probabilmente, sia In Vaticano che in Parlamento la secolarizzazione sta proprio nello smarrimento del senso più autentico di Autorità, cercato e, in parte ottenuto, dalle lobby liberal in almeno tre secoli di penetrazione instancabile e ininterrotta, anche nella società e nella famiglia. In tal senso può venire in aiuto il noto psichiatra Paolo Crepet col suo libro “L’Autorità perduta” (Ed. Einaudi, Torino, 2011,2013,2022).
Già il 9 aprile 2025 egli ebbe a dire con grande realismo e uno sguardo speranzoso: “Ognuno deve chiedere a se stesso cosa può fare per questa città. Chi non studia, chi non ha formazione, non è libero”.
L’analisi del grande psichiatra parte proprio dall’anarchia che pervade i figli del terzo millennio, fin da fanciulli: “Bambini maleducati, adolescenti senza regole, ragazzi ubriachi e indifferenti, giovani senza occupazione che, invece di prendere in mano la propria vita, vegetano senza studiare né lavorare.
Genitori che si lamentano di una generazione arresa e senza passioni, che sembra aver perso anche la capacità di stupirsi.
Ma ad arrendersi per primi sono stati proprio i genitori, che con la loro accondiscendenza hanno sottratto ai figli l’essenziale, ossia il desiderio, salvaguardando un quotidiano quieto vivere privo di emozioni e ambizioni dove rimbomba soltanto l’elenco delle lamentele contro la società e la politica. Come se questo mondo non l’avessero creato proprio loro”.
Crepet ribadisce tenacemente che educare significa soprattutto preparare le nuove generazioni alle difficili, ma anche meravigliose, sfide del futuro.
«La responsabilità di tale degrado educativo ricade indubbiamente sugli adulti che scelgono il ruolo piú facile, quello di mantenere i figli a vita, ma anche i giovani fanno la loro parte: accettano di essere pagati, rinunciano ai sogni per una manciata di euro o qualche metro quadro di appartamento.Qualcuno ha proposto una sorta di terrificante patto faustiano: i genitori garantiscono ai figli denaro e un po’ di libertà (rubando però loro il futuro) in cambio della firma di un “armistizio sociale”; i figli ottengono un beneficio economico in cambio della rinuncia alla libertà.
Per la prima volta nella storia non ci sarà confronto tra generazioni, ma pace: ciascuna delle parti otterrà ciò che vuole sottoscrivendo un dannato e miserabile accordo».
E’ l’uguaglianza assoluta formulata da Rousseau e continuata da Romolo Murri fino a don Gallo e Alex Zanotelli. Un’utopia più grande e devastante del social-liberalismo e del modernismo, perché azzera ogni forma di autorità, gerarchia, diritto divino e naturale, dissolvendo l’essere umano in una piattaforma identica per tutti, in cui ciascuno è autorità/dio di se stesso.
Per G.K. Chesterton, una vera comunità non nasce dall’uguaglianza di tutti gli individui in ogni aspetto, ma dalla loro collaborazione, in cui le differenze sono una ricchezza e non un ostacolo.
La costruzione delle cattedrali medievali era un simbolo per lui: diversi artigiani, con ruoli e competenze differenti, contribuivano a creare un’unica e imponente opera, una metafora di come la diversità possa portare a un destino comune e positivo. Qui c’è vera pace, intesa come Sant’Agostino d’Ippona, “la tranquillità dell’ordine” cristiano.



