di Bruno Volpe
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INTERVISTA A DON FORTUNATO DI NOTO, CORAGGIOSO PARROCO SICILIANO, FONDATORE DEL GRUPPO ANTIPEDOFILIA METER
“Il sacerdote usi i social in modo corretto e rispettando la sua identità”. Lo dice in questa intervista don Fortunato Di Noto, coraggioso parroco siciliano, fondatore della Meter che ultimamente ha ricordato col solito garbo (in riferimento ad un presbitero della diocesi di Milano che fa da sponsor e promoter di integratori on line dichiarando di devolvere gli incassi per opere di carità) i doveri del sacerdote.
Don Fortunato, preti social. Come ci si deve comportare ed è giusto che il sacerdote vada in rete?
“Più che altro è inevitabile. Credo che oggi sia un diritto, ma anche un dovere da parte nostra, in quanto i social nel bene e nel male, sono diventati la nuova agorà e noi dobbiamo annunciare il Vangelo con gli strumenti che abbiamo… Pertanto è bene avvalersi anche dei social al fine di portare a tutti l’annuncio. Ma ci sta un ma…”.
Quale?
“Rispettare sempre la propria identità. Se sono prete devo dirlo, non posso fingere di essere un Carabiniere o un aviatore. Del resto il cristiano per inclinazione e missione ha il compito di evangelizzare pubblicamente, negli Atti degli Apostoli sono chiamati quelli della via. A volte ci imbattiamo sui social in situazioni sgradevoli e ricordo che esistono quelle che io definii nel passato periferie digitali”.
Un prete può usare i social per attività commerciali sia pur a fine caritatevole?
“Assolutamente no. Lo vieta il nostro abito e soprattutto il diritto canonico. Non ci è consentito vendere nulla. Motivi di carità? Neanche quello, il sacerdote oltre essere onesto, deve sembrarlo. Abbiamo già il nostro aiuto economico e ci sostengono i fedeli con le offerte, basta questo per andare avanti”.
Torniamo al ruolo di sacerdote. Forse oggi tutti preghiamo poco…
“Vero, anche questo è un motivo di crisi della Chiesa che non è una ong, una associazione filantropica, ma il suo scopo primario è la salvezza delle anime e dunque l’annuncio del Vangelo, la preghiera e i sacramenti. Negli Atti degli Apostoli leggiamo che venne istituita la figura del diacono, che non era un sacerdote e aveva la precisa finalità di servire nella carità le persone. E contemporaneamente venne istituita quella del presbitero, anziano e sacerdote che aveva come compito primario quello della preghiera. Dunque sono gli stessi Atti degli Apostoli che ci dicono: i sacerdoti servono a pregare prevalentemente, senza trascurare si intende le opere di misericordia corporali”.
Veniamo all’attualità. Il Ministro Salvini per definirsi divisivo si è paragonato a Gesù…
“Ma quale Gesù, finiamola. Nessuno è autorizzato a dire questo, semmai dobbiamo cercare di imitare Gesù. Basta con l’utilizzare Gesù o la religione a fini personali o politici, non mischiare il sacro con le vicende politiche, sono terreni diversi e non bisogna tirare Gesù e la Scrittura per fini o vantaggi personal. È lo spirito della sana laicità”.
Cosa ne pensa della situazione di Gaza…
“Triste, ma il problema sono tutte le guerre nel mondo, penso alla Somalia che tendiamo a dimenticare. La Terra Santa insanguinata è terribile, sia Israele che i palestinesi hanno diritto ad abitare in sicurezza e serenità uno Stato. In quanto a quello che sta accadendo a Gaza è disumano e dico ad Israele che persino la sua Legge vieta di uccidere, specie donne e bambini e persone che sollecitano aiuto”.
È favorevole a delle sanzioni contro Israele…
“Ricordo ancora che ammazzare gente inerme è sporcare il volto di Dio. Relativamente alle sanzioni mi sento di dire che oggi prima di tutto mancano leader mondiali autorevoli. Se le sanzioni dovessero aiutare a risolvere il problema, ben vengano”.
Che cosa pensa della proposta di escludere Israele da competizioni sportive, culturali e canore?
“Non condivido. Una cosa è la politica, altra l’arte, lo sport e la cultura. Vale per Israele e vale per la Russia. Non ho condiviso l’idea di censurare artisti e opere russe, e lo stesso criterio vale per Israele. Anzi sport e cultura possono contribuire ad avvicinare. Oggi manca il dialogo”.




Se un papa ha potuto fare da testimonial a un vaccino, senza che nessun sacerdote levasse la voce…