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RIPRENDIAMOCI DIO E LA CHRISTIANITAS, PRIMA CHE SIA TROPPO TARDI!
Dopo l’omicidio di Charlie Kirk abbiamo assistito ad un clamoroso show mediatico e ne abbiamo sentite di tutti i colori, soprattutto da parte di esponenti politici e giornalisti di sinistra. Per chi ancora avesse avuto dei dubbi, la matrice d’odio è una componente dell’ideologia globalista, erede della fallimentare e sanguinaria dittatura marxista, dai metodi leninisti. Cambiano il pelo, ma non il vizio di scambiare gli avversari per nemici. Chi la pensa diversamente è vittima della delegittimazione, dell’esclusione dal dibattito pubblico, del disprezzo e dell’intimidazione.
Per amplificare tutto questo, la galassia progressista con l’alleato Grande Capitale, un tempo oggetto di pubblica invettiva, ha inventato un linguaggio ad hoc, fatto di etichette infamanti, adatte per il pubblico ludibrio. Ami la tua Patria? Sei “fascista”. Credi in Dio? Sei “bigotto e retrogrado”. Credi alla famiglia naturale? Sei “omofobo”. Credi ad un modello economico corporativo? Sei ancora più “fascista”, perché non vuoi la socializzazione della miseria, in favore della ricchezza di quei pochi, che il più delle volte sono avidi e cinici speculatori sulla pelle dei popoli, ma finanziatori di questa perversa ideologia transumana. Se, infine, ti permetti di essere fieramente bianco, etero e cristiano, magari tradizionalista, sei un impresentabile.
Sarebbe giusto andare oltre a questo, che rischia di apparire un commento parziale, per giungere ad un’analisi che vada oltre lo scontro “destra-sinistra”. Le cause del decadentismo moderno si chiamano società aperta e società fluida. La prima è la definizione della post-modernità in materia politica ed economica, la seconda in tema socio-culturale.
Roberto Marchesini sintetizza in maniera efficace il significato di questi due mali: “George Soros non è solo una delle 30 persone più ricche al mondo, ma è anche un intellettuale il cui punto di riferimento è tuttora Karl Popper. Il quale sognava una «società aperta» in cui vi fosse tolleranza per tutti…tranne per chi crede nella verità, da lui negata. E oggi Soros, con la sua Open Society, sta realizzando il sogno del suo docente, accantonando il Logos in favore di una società informe e senza identità, dove ogni realtà, perfino la più immorale, è ben accetta.
Credo che sia giusto ricordare, se non proprio l’autore, il catalizzatore del processo che portò alla fine del comunismo: George Soros (György Schwartz). Soros è stato il regista della fine del comunismo, come lui stesso spiega nel suo libro Underwriting democracy (2004); e come conferma Jeffrey Sachs, in The end of poverty (2005). Alcuni ricordano, ad esempio, un’intervista del 1998 nella quale ammette cinicamente di avere – lui, ebreo – confiscato i beni degli ebrei ungheresi durante l’occupazione nazista; e di non provare, per questo, alcun senso di colpa”.
Nello stesso articolo, Marchesini spiega che “l’Europa è la terra plasmata dal Logos, Colui che era in principio e che si definì come «la via, la verità e la vita» (Gv 14, 6). Bene, Soros sta «aiutando» il vecchio continente a completare la sua transizione da «società chiusa», fondata su una Verità eterna e universale a «società aperta», informe, senza cultura né identità. Una società tollerante, nella quale – spiega Soros – tutto è oggetto di contrattazione tra individui, senza limiti né interferenze da parte di alcuna autorità morale; una società classista, nella quale tutto è in vendita e nella quale tutto è possibile («eutanasia, ingegneria genetica e il lavaggio del cervello»), senza valori né relazioni stabili. In poche parole, è lo stesso Soros ad affermarlo: il Brave New World di Aldous Huxley”. (La Nuova Bussola Quotidiana, 30.08.2019)
Questa sovversione dell’ordine divino e naturale si è andata via via imponendo nel Vecchio Continente dalla fine della II Guerra Mondiale. L’antifascismo ideologico si è fatto e si fa portabandiera di questa concezione globalista, che distrugge il principio di non contraddizione, il principio di autorità e gerarchia, sopprime la sussidiarietà, apre a un dissennato mondialismo e a un suicida meticciato, portando al caos, padroneggiando solo la logica del profitto. Perciò, nel sonno della ragione, nella morte di Dio, si generano mostri, che possono abbracciare anche differenti visioni politiche.
Questa settimana un ragazzo ha sparato su un centro per migranti gestito dall’ICE a Dallas, in Texas. Un morto, due feriti, poi si è ucciso. Nei biglietti che ha lasciato, diceva di voler «terrorizzare» gli agenti anti-immigrazione. Secondo la descrizione di amici e parenti: “passava moltissimo tempo online, sepolto dentro Reddit e 4Chan e attaccato ai videogiochi; i suoi amici lo definiscono “edge lord”, che nel gergo di internet significa «uno che ama esibire posizioni nichiliste e provocatorie».
Dunque, la società aperta e fluida, che fornisce strumenti online che creano dipendenza nel virtuale, quindi alienazione dal mondo reale, può creare anche supposti razzisti o anti-razzisti, che sono uniti dall’ odio per le forze dell’ordine, in quanto tutori della legge, fino ad arrivare alle estreme conseguenze. In ogni caso, il denominatore comune della società aperta e fluida è la degenerazione in forme psicotiche, talvolta criminali, di persone indebolite dal Sistema e dai suoi paradigmi innaturali, indifferentisti, squilibrati e irrazionali.
Riprendiamoci Dio e la Christianitas, prima che sia troppo tardi.



