16 Novembre 2025

Come superare l’emergenza sociale della povertà

di Angelica La Rosa 

UNA RICETTA CHE NON VOGLIONO ATTUARE

I dati dell’ISTAT sulla povertà assoluta in Italia nel 2024 confermano un’emergenza sociale che la politica ha colpevolmente ignorato per troppo tempo.

Con oltre 2,2 milioni di famiglie e 5,7 milioni di cittadini ridotti in condizioni di povertà assoluta, pari al 9,8% della popolazione, è chiaro che le politiche economiche e sociali degli ultimi decenni – fondate sul globalismo, sull’immigrazione incontrollata e sulla tutela di interessi estranei rispetto a quelli del popolo italiano – hanno fallito.

L’Italia è stata svenduta ai mercati, ai diktat europei e alle logiche assistenzialiste che non premiano il merito né proteggono i più deboli.

I numeri parlano da soli: tra le famiglie con almeno uno straniero, l’incidenza della povertà assoluta sale al 30,4%, mentre arriva al 35,2% per le famiglie composte solo da stranieri, contro un 6,2% delle famiglie italiane.

Questa è la conseguenza diretta di un’immigrazione fuori controllo che ha finito per creare sacche di degrado, pressione sui servizi pubblici e concorrenza al ribasso sul mercato del lavoro, penalizzando soprattutto gli italiani meno tutelati.

Occorre dunque un’inversione radicale di rotta, che rimetta al centro l’interesse nazionale, la sovranità economica e la giustizia sociale per gli italiani.

Serve innanzitutto una politica che protegga il lavoro nazionale: basta con il precariato incentivato, basta con la logica del profitto a tutti i costi che ha distrutto l’industria e svenduto il nostro sistema produttivo.

È urgente contrastare lo sfruttamento lavorativo e, in secondo luogo, lo Stato deve tornare ad avere un ruolo guida nell’economia, difendendo le imprese italiane, bloccando le delocalizzazioni e sostenendo chi produce sul nostro territorio.

Il welfare deve tornare a essere uno strumento di protezione sociale per chi lavora, per chi ha versato contributi, per le famiglie italiane in difficoltà: basta con un sistema che distribuisce risorse a pioggia senza criteri chiari o che penalizza chi ha sempre fatto il proprio dovere.

L’accesso alla casa (con mutui sociali), alla sanità e alla scuola deve tornare a essere garantito prima agli italiani, in base al principio che chi contribuisce ha il diritto di essere aiutato.

L’immigrazione va fermata e/o regolata con fermezza: non si può più accettare che milioni di euro vengano spesi ogni anno per accogliere, mantenere e integrare persone che non hanno alcun legame con la nostra nazione, mentre milioni di nostri connazionali vivono in condizioni di miseria.

Dobbiamo investire in sicurezza, ordine, controllo del territorio e in una vera politica familiare che sostenga la natalità italiana, perché senza famiglie, senza figli, senza radici, una nazione non ha futuro.

Bisogna rafforzare il principio di reciprocità: chi vive in Italia deve rispettare le nostre leggi, integrarsi nei nostri valori e contribuire al benessere collettivo.

Lo Stato deve difendere i suoi cittadini prima di tutto, soprattutto quelli più fragili, e non piegarsi a modelli di integrazione multiculturale fallimentari che hanno portato solo tensioni, degrado e povertà diffusa.

Se vogliamo davvero combattere la povertà, serve una rivoluzione patriottica: lavoro italiano, case agli italiani, scuole per i figli degli italiani, welfare per chi ha costruito questo Paese.

È il momento di ridare dignità al popolo italiano e rimettere la sovranità al centro dell’agenda politica.

Approfondimenti

Subscribe
Notificami
0 Commenti
Oldest
Newest
Inline Feedbacks
View all comments