16 Novembre 2025

Becchetti: “Leone XIV ha indicato come sconfiggere le sacche di povertà”

di Bruno Volpe

INTERVISTA AL PROFESSOR LEONARDO BECCHETTI, ECONOMISTA DELL’UNIVERSITÀ DI TOR VERGATA A ROMA

“Un documento assolutamente in linea con la dottrina sociale della Chiesa”. Il professor Leonardo Becchetti, noto economista a Tor Vergata a Roma, ha letto e studiato l’esortazione apostolica Delexi te di Papa Leone a fini scientifici e lo abbiamo intervistato.

Professor Becchetti, che idea si è fatto di questa esortazione apostolica?

“Come tutti sanno essa è il primo atto del Magistero del nuovo Papa. In ogni caso ed anche questo era abbastanza risaputo, il testo in gran parte era stato abbozzato dal predecessore Papa Francesco e in molti punti ne rispecchia fedelmente il pensiero. Però, una volta apparsa e apposta la firma del nuovo Pontefice è evidente che vada attribuito per intero a lui. E ritengo che qualche aggiustamento o cambiamento, tenuto conto del suo stile e della sua provenienza, sia stato fatto, sia pur in modo non significativo ed incisivo”.

Che cosa vi vede?

“Prima di tutto la continuità con la tradizione e la dottrina sociale della Chiesa e non penso che potesse accadere nulla di veramente nuovo, non ci vedo grosse e significative novità. Ci sono comunque alcuni spunti interessanti”.

Prego…

“Uno di essi tipicamente di impronta di Francesco è quello relativo allo sgocciolamento delle povertà diffuse e delle necessità di interventi rapidi per eliminare o attutire le povertà. Ovvero il concetto che i poveri non possono e non devono aspettare”.

Poi?

“Inoltre e penso che invece questa sia una svolta di Leone, vi è un riferimento alla sconfitta della povertà. La Chiesa non ha mai detto o scritto in alcun documento ufficiale di dottrina sociale che si deve sconfiggere la povertà e come. In un paragrafo della esortazione invece, vi è un invito alle organizzazioni internazionali affinché si operino per eliminare e sconfiggere le sacche di povertà. Questo è un piccolo, ma importante cambio di passo. Inoltre ed anche questo mi sembra maggiormente incline a Leone, si fa riferimento, come spesso accade proprio negli Usa alla povertà vista come colpa. In alcuni Paesi specie di derivazione protestante, la povertà è considerata figlia della colpa, del non aver saputo svolgere adeguatamente il proprio compito o di aver mal operato sia economicamente che eticamente. Poi noto la differenza tra povertà scelta e miseria subita”.

Cioè?

“Vi è chi pur ricco, lascia tutti i suoi averi e li mette in comune con gli altri, penso agli ordini religiosi. I religiosi anche se benestanti, si spogliano dei loro averi, ma questi beni confluiscono negli ordini che provvedono al loro mantenimento quotidiano. La miseria subita è altra cosa, è quella che il soggetto accusa contro la sua volontà per situazioni oggettive e soggettive”.

Nel testo si parla di varie povertà…

“Infatti non esiste solo quella economica, che pur è la principale, ma abbiamo quella sociale, quella esistenziale, quella personale, specialmente nel tempo delle comunicazioni interpersonali rarefatte”.

Che cosa non vede?

“Leggo una bella e completa analisi, inclusa la progressiva distanza tra Paesi ricchi e poveri, tra chi ha ricchezze e chi diventa povero, ma non scorgo policy, cioè indicazioni su come risolvere, ma questo è tradizione dei documenti ecclesiastici che non entrano, per ovvi motivi, nella scelta delle soluzioni”.

Documento bello, ma poco popolare, non se ne è parlato molto…

“Vero, questo penso dipenda dal fatto che ancora Leone non ha bucato come si dice gli schermi mediatici rispetto al suo predecessore. Potremmo essere smentiti nell’avvenire, ma sin qui percepisco minore popolarità rispetto a chi lo ha preceduto”.

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