Guccini, “macchietta da avanspettacolo”, istiga all’odio contro Meloni, Salvini e Berlusconi
di Valerio Pece
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LA POLEMICA SU BELLA CIAO…
Nei giorni scorsi Francesco Guccini ha fatto infuriare Giorgia Meloni con una versione all’olio di ricino di “Bella ciao”.
In un video realizzato in occasione di #iorestolibero, manifestazione promossa per lo scorso 25 aprile, il cantautore emiliano, senza troppi giri di parole, ha indicato la leader di Fratelli d’Italia – ovviamente insieme a Matteo Salvini e Silvio Berlusconi – come il nuovo «invasore». «Partigiano/ portali via/ come il 25 april», ha intonato un imbarazzante e affaticatissimo Guccini.
La replica della Meloni non si era fatta attendere: «Cosa intende esattamente Francesco Guccini […]? Che dovrebbero farci i processi sommari, appenderci a testa in giù, rasarci i capelli ed esporci alla pubblica gogna? Cosa intende quando dice “oh partigiano portali via”? Dove dovrebbero portarci questi partigiani? Al confino, in galera, dove?». «Questa – ha scritto la Meloni – si chiama istigazione all’odio, cari compagni».
Scrive su Tempi il nostro Valerio Pece: “Al di là della querelle, sorprende e amareggia vedere un poeta ridotto a macchietta da avanspettacolo, per giunta su commissione. Non foss’altro perché il monito di Eskimo, sua celebre canzone, non può non valere anche per lui” (“Bisogna saper scegliere in tempo/ non arrivarci per contrarietà”).
Purtroppo, sottolinea Pece, “lo scetticismo spinto, quando diventa Weltanschauung e catechismo, arriva a trasformare anche i poeti in clown afoni e melanconici; mentre l’ideologia ‘à la bellaciao’ baderà a sottrarre ogni ispirazione e a invecchiarli prima del tempo”.
“La causa prima del pessimismo che accompagna da sempre il cantautore-poeta va cercata nella sua difficoltà di sperimentare la paternità di Dio”, scrive Pece.
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