Mons. Antoine Hérouard: “l’Europa in questa crisi non ha mostrato un segnale di unità e di fraternità

“L’Europa in questa crisi non ha mostrato almeno all’inizio un segnale di unità, di fraternità: ciascun Paese ha agito un po’ per conto proprio, lasciando indietro i Paesi più in difficoltà, penso anche in particolare all’Italia quando è cominciata l’epidemia. Adesso il nostro desiderio è di salutare lo sforzo e la volontà che sembra essere manifestata dalla dichiarazione della Commissione Ue e della presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, per avere un passo molto importante per creare a livello economico, sociale e finanziario una solidarietà più concreta”.


Lo ha dichiarato a Vatican News monsignor Antoine Hérouard, presidente della Commissione della Comece sugli Affari Sociali e vescovo ausiliare di Lille, illustrando il comunicato dei vescovi Ue, diffuso all’indomani della presentazione da parte di Ursula von der Leyen, presidente della Commissione europea, del piano di risanamento Next Generation Eu (precedentemente chiamato Recovery Fund) nel contesto dell’attuale pandemia di Covid-19 e dei suoi drammatici effetti su tutti gli Stati membri dell’Ue.

Lo stesso prelato, come riporta Sir, ha aggiunto: “l’Ue ha l’opportunità di fare un importante passo avanti per affermare ed esprimere la propria solidarietà. Questa crisi – dice il vescovo francese – potrebbe rappresentare un’opportunità per l’Unione europea affinché compia un importante passo in avanti per affermare ed esprimere la sua solidarietà, sostenendo l’Europa a riprendersi attraverso una giustizia ecologica, sociale e contributiva”.

Secondo il vescovo francese, “dobbiamo anche cambiare il nostro modo di consumare e produrre, con cambiamenti profondi nella vita quotidiana di ciascuno per essere più rispettosi dell’ambiente, secondo il cammino proposto per esempio della Laudato si’ di Papa Francesco”. Un secondo obiettivo “è l’attenzione alla giustizia sociale perché questa crisi, come tutte le altre, sta creando delle differenze molto forti fra la gente: vediamo che molte persone si ritrovano senza lavoro e senza denaro. Quindi questa esigenza della giustizia sociale va posta al centro del progetto di aiuto per le regioni e i Paesi che hanno più bisogno. Il terzo punto di questo sforzo riguarda la questione del denaro, delle tasse, quindi una giustizia fiscale: come avere un sistema che sia più giusto e nel quale ognuno paghi il proprio conto e non cerchi di trovare un cammino fuori casa per non pagare le tasse”.


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