Il vescovo Vera López profana la Messa con bandiera arcobaleno e “creatività” abortiva

di Angelica La Rosa

RAÚL VERA LÓPEZ, VESCOVO DI SALTILLO (MESSICO), HA CELEBRATO UNA MESSA IN CUI HA PREGATO PER LA “CREATIVITÀ E SAGGEZZA” DEI CATTOLICI CHE SI BATTONO CON UN’ORGANIZZAZIONE INTERNAZIONALE CHE PROMUOVE LA LEGALIZZAZIONE DELL’ABORTO. NON CONTENTO HA MESSO DAVANTI L’ALTARE LE BANDIERE GAY E TRANSESSUALI

Raúl Vera López, vescovo di Saltillo (Messico), ha celebrato una messa in cui ha pregato per la “creatività e saggezza” dei cattolici che si battono con un’organizzazione internazionale che promuove la legalizzazione dell’aborto, “per il diritto di decidere in Messico e in molti altri paesi affinché continuino a evangelizzare con tanta creatività e saggezza in tutta la comunità e soprattutto per la vita di ragazze e donne”.Non contento, nel celebrare la messa il vescovo ha messo davanti l’altare le bandiere gay e transessuali. Ringraziando Dio il prelato messicano ha compiuto ieri, 21 giugno, i 75 anni, e per questo motivo dovrà presentare le loro dimissioni al Papa.

Fondato nel 1973, il gruppo “Catholics for the Right to Decide” ha un budget annuale di circa 3 milioni di dollari che riceve attraverso organizzazioni che finanziano apertamente l’aborto, come la Ford Foundation, la William and Flora Hewlett Foundation e la MacArthur Foundation. Solo tra il 2002 e il 2012, “i cattolici per l’aborto” hanno stanziato oltre 13 milioni di dollari per gli sforzi volti a legalizzare l’aborto in diversi paesi dell’America Latina.

Diversi vescovi hanno naturalmente negato che “i cattolici per il diritto di decidere” siano un’organizzazione veramente cattolica. Nel 2016 l’arcivescovo di New York, il cardinale Timothy Dolan, l’ha definita “un’organizzazione di promozione dell’aborto” e non cattolica.

All’inizio del 2020, il vescovo Raúl Vera López aveva celebrato la Santa Messa per la comunità gay San Aelredo accompagnato dal falso sacerdote Julián Cruzalta, “consigliere teologico” dei “cattolici per il diritto di decidere”.

Cinque anni fa, davanti un uditorio che non superava le 80 persone, in un centro per pellegrini di Roma (Santa Teresa Couderc), il vescovo Raúl Vera López aveva affermato che gli attivisti delle lobby gay che si dichiarano cattolici e non condividono la retta dottrina, sono in realtà “los salvadores de la Iglesia” (“i salvatori della Chiesa”).

Monsignor Vera, che nel 2011 ha anche difeso la depenalizzazione dell’aborto, era stato il principale relato dell’evento chiamato “Ways of Love”, organizzato tra l’altro dall’European Forum dei gruppi “cristiani” LGBT. Il Forum aveva promosso la creazione di una rete di attivisti LGBT di tutto il mondo (Stati Uniti, Germania, Cile, Kenya, e altri) denominato Global Network of Rainbow Catholics, che ha come suoi obiettivi immediati combattere le azioni e le parole dei vescovi che difendono la famiglia naturale fondata sul matrimonio tra un uomo e una donna aperti alla vita. Questo gruppo LGTB riceve finanziamenti dal Fondo Fastenopfer e da un importante fondazione degli Stati Uniti.

Durante il suo discorso in lingua italiana, che era durato poco più di un’ora, il vescovo messicano aveva spiegato alcune delle ragioni che, secondo lui, favorirebbero le unioni omosessuali. Citando discutibilmente una serie di passi della Bibbia, in particolare il Vangelo di Matteo, il libro di Ezechiele e il Vangelo di Giovanni, il vescovo di Saltillo aveva assicurato ai presenti che il Papa Francesco ha bisogno degli omosessuali perché “sono i salvatori della Chiesa”.

Secondo la cattiva interpretazione fatta dal vescovo messicano, il Santo Padre avrebbe “gettato la dottrina e recuperato il Vangelo dell’amore e della misericordia” . Più volte nel suo discorso monsignor Vera aveva definito assurdo qualificare le relazioni omosessuali come “intrinsecamente cattivi”, mettendosi così in netta contrapposizione rispetto al Catechismo della Chiesa Cattolica. Come parte della sua dissertazione monsignor Vera aveva presentato un video in spagnolo nel quale aveva mostrato le testimonianze di attivisti gay del gruppo San Elredo della diocesi di Saltillo in Messico che avevano espresso il gradimento per la pastorale di “accoglienza” dell’ideologia delle lobby LGBT che questo vescovo ha praticato negli anni nella sua diocesi.

Con un atteggiamento di disprezzo verso la famiglia naturale fondata sul matrimonio tra un uomo e una donna, monsignor Vera aveva letto una lettera di un gay sposato con un altro uomo in Messico, e l’aveva definita una lettera che offriva un “bel contributo ed è profetica”. Il Vescovo aveva anche detto che questi attivisti gay sono “profeti” da seguire per “cambiare la Chiesa e il mondo”.

Nel mese di aprile del 2015 monsignor Vera aveva deciso di mantenere al suo posto di sacerdote Adolfo Huerta Alemán, che aveva dichiarato ad un giornale di avere relazioni sessuali con frequenza e che se Dio “existía o no le valía ‘madres’”. Subito dopo un forte intervento del Vaticano sul caso, il sacerdote era stato rimosso.

In un altro esempio di disprezzo per il Magistero della Chiesa monsignor Raúl Vera aveva assicurato che le persone omosessuali si formano nel ventre materno ed aveva chiamato “perversa” una donna che gli aveva espresso la sua preoccupazione per lo stile di vita gay del figlio. Dopo che questo vescovo si era espresso a favore delle unioni omosessuali, alcuni fedeli della sua diocesi avevano collocato un cartello presso la Cattedrale di Saltillo nella quale si leggeva “queremos un Obispo católico” (“vogliamo un vescovo cattolico”). Speriamo sia davvero arrivato il momento della nomina di un vescovo cattolico!

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