Altri che non si inginocchiano e sottomettono al “Black Lives Matter”

“Solo perché siamo nella posizione di essere giocatori NBA non ci fornisce automaticamente la possibilità di comprendere o di intuire tutto ciò che accade intorno a noi. Ma penso che, poiché abbiamo l’ascolto di così tante persone, sia importante per noi essere accurati, diligenti e dire la nostra opinione ma in modo equilibrato”.

In piedi per i tuoi principi anche se resti da solo, in ginocchio solo davanti a Dio.

Onore, gratitudine e ammirazione a Jonathan Isaac degli Orlando Magic.

Lorenzo Capellini Mion

 

A Jonathan Isaac degli Orlando Magic, primo giocatore NBA a scegliere di non inginocchiarsi durante l’esecuzione dell’inno nazionale americano prima della partita, e a non indossare la maglietta nera “Black Lives Matter”, ha fatto da contraltare, per il mondo degli allenatori, il coach Gregg Popovoch (San Antonio Spurs) che venerdì ha scelto di non inginocchiarsi durante l’esecuzione dell’inno nazionale americano, prima della sfida contro i Sacramento Kings.

Assieme a Gregg Popovich anche l’assistente allenatrice Becky Hammon ha assistito in piedi all’inno.

Jonathan Isaac dei Magic è da alcuni mesi un Ministro del Culto alla Jump Ministries Global Church di Orlando, coach Gregg Popovich ha una formazione universitaria militare.

 

La redazione

 

Il giocatore dei Pittsburgh Steelers, Stephon Tuitt, ha spiegato perché resterà rispettosamente in piedi davanti alla bandiera al risuonare dell’inno nazionale: “Resto in piedi per la bandiera perché sono orgogliosamente americano. Continuerò a onorare il mio Paese e ad essere un esempio per i miei figli affinché imparino a sostenere ciò in cui credono”.

Ovviamente in gran parte ignorato, perché appena escono dalla piantagione ideologica per i media dell’establishment i neri sbiadiscono subito, ma non poteva dirlo meglio.

Lorenzo Capellini Mion

 

 

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