Santa Teresa di Lisieux: “un albero si riconosce dai frutti”
Di Gian Piero Bonfanti
“Un albero si riconosce dai frutti. Un albero buono produce buoni frutti; mentre un albero cattivo darà frutti scadenti” (Matteo 12,33).
Questo è il passaggio del Vangelo che forse maggiormente pone l’accento sull’opera compiuta dai coniugi Martin, genitori di Marie-Françoise Thérèse Martin (1873-1897), nota come Suor Teresa di Gesù Bambino e del Volto Santo, la cui festa è celebrata oggi.
Ci riferiamo a Louis Martin (1823-1894) ed a sua moglie Marie-Azélie Guérin, detta Zélie (1831-1877), canonizzati nel 2015 e genitori di 9 figli, tra i quali ricordiamo appunta Santa Teresina di Lisieux.
Proprio questi due genitori, che hanno dedicato la loro vita al lavoro ed alla preghiera, profondendo nel contempo opere di bene, hanno dovuto sopportare la morte prematura di 4 dei loro figli, ma nulla ha impedito loro di mantenere lo sguardo verso il Cielo.
La vita della famiglia Martin è stata contraddistinta da una esemplare devozione a Dio e questa è una delle ragioni per cui le 5 figlie rimaste in vita si sono dedicate tutte alla vita monastica. Proprio la più giovane tra loro, Santa Teresa di Lisieux, appartenente all’ordine delle carmelitane, ha speso ogni attimo della sua esistenza dedicandola a Dio, alla salvezza delle anime ed anelando alla santità.
La spiritualità di Santa Teresina si può sintetizzare come noto nella “Piccola Via”, come venne da lei definita. Si tratta della via dell’infanzia, dell’umiltà e del totale abbandono fiducioso in Dio. Ritenendo se stessa inadeguata e riconoscendo la sua debolezza, la giovane religiosa ha offerto i meriti di Gesù e dei Santi per la riparazione e la salvezza delle anime.
Questo rendersi piccola e tornare ad una purezza tipica dei bambini, è il punto di partenza della “Piccola Via” ed è stata fonte di ispirazione per molti di coloro che hanno speso la loro vita in opere di bene. Secondo Santa Teresina, Gesù non chiede grandi azioni, bensì soltanto l’abbandono al suo amore e la riconoscenza, come “l’abbandono del bambino che si addormenta senza paura tra le braccia di suo padre” (Storia di un’anima, pp. 319-320).
La concezione che Teresina di Lisieux ha del sacrificio della sua vita per la riparazione e la salvezza delle anime è sicuramente un modo di pensare che ai giorni nostri risulta difficile comprendere. Non tutti possono avere la stessa vocazione o questa profonda spiritualità, ma certamente se manteniamo lo sguardo verso l’alto e con la grazia di Dio, sarà più facile mantenere salda la rotta.
La santità della giovane carmelitana è stata riconosciuta in tempi brevi, tant’è che Papa Pio XI l’ha beatificata il 29 aprile 1923 e proclamata santa il 17 maggio 1925. Il 19 ottobre del 1997, durante la celebrazione per il centenario della sua morte, Santa Teresina è stata quindi proclamata Dottore della Chiesa da San Giovanni Paolo II (1920-2005), un titolo riservato solamente ad altre due donne prima di lei: Santa Caterina da Siena e Santa Teresa d’Avila.
Ogni giorno siamo purtroppo sommersi da messaggi negativi, demoralizzanti, infausti, ma se riuscissimo a puntare in alto, prendendo come riferimento la vita dei Santi, di sicuro potremmo giovarci di ogni tipo di circostanza, con l’arricchimento costante delle nostre esistenze.