Cristianofobia, la Chiesa Cattolica sempre più perseguitata

Di Emanuela Maccarrone

Il fenomeno cristianofobia sembra non arrestarsi.

Da ultimo la Chiesa di Cristo Re a Göteborg, in Svezia, è stata profanata e vandalizzata.

Il parroco, Tobias Unnerstål, ha spiegato la vicenda con queste parole: “Mi chiedo se il colpevole sappia molto del simbolismo cristiano. Perché quello che è stato fatto è molto specifico”.

Secondo il parroco si è trattato di un attacco intenzionale contro il Cristianesimo. Gli elementi che hanno indotto il sacerdote a pensare che fosse un’azione diretta contro la fede cristiana sono vari: pulpito gettato fuori dal presbiterio, l’altare completamente spogliato, le candele spente con un estintore, i libri degli inni gettati a terra, la ghirlanda commemorativa dei defunti è stata gettata via.

“Hanno afferrato le tovaglie dell’altare e le hanno gettate sul pavimento in modo che i candelabri fossero sparsi in tutte le direzioni. La sedia sacerdotale è stata gettata via, hanno ribaltato l’ambone e l’hanno gettato giù per le scale”, ha specificato il sacerdote amareggiato dall’accaduto, anche perché circa una settimana fa era stato rubato il crocifisso.

Il parroco ha informato i fedeli che la Chiesa continuerà a rimanere apertavanche nei giorni feriali invitandoli a una maggior partecipazione, per scoraggiare nuovi assalti.

Oltre all’Europa, ‘vandalizzata’ dalla cristianofobia, nel Caucaso meridionale si sono verificati attacchi contro i monumenti cristiani.

La Chiesa cattolica di Armenia ha manifestato il proprio rammarico per la profanazione avvenuta nella Chiesa Santo Salvatore di Ghazanchetsots: “siamo stati rattristati nell’apprendere che nella notte tra il 9 e il 10 novembre, dopo l’accordo di cessate il fuoco congiunto firmato tra i leader di Armenia, Azerbaigian e Russia, gli azeri sono entrati nella città di Shushi nell’Artsakh e hanno profanato il Ghazanchetsots, la Chiesa del Salvatore, lasciando il segno sulle pareti esterne ed interne della chiesa”.

La comunità religiosa sostiene che all’Azerbaigian deve essere impedita la prosecuzione della sua politica di genocidio culturale. Al riguardo, la Chiesa cattolica di Armenia si appella alla comunità internazionale: “allo stesso tempo, chiediamo alla comunità internazionale e alle strutture interreligiose di alzare la voce e prendere le misure appropriate per impedire alle autorità azere nell’Artsakh di mostrare tale barbarie e sentimenti anti-armeni nei confronti di monumenti religiosi e culturali”.

 

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