Arcilesbica transfobica: quando la realtà supera la fantasia

Arcilesbica transfobica: quando la realtà supera la fantasia

PARE SIANO IN CORSO LE PROCEDURE PER ESPELLERE DA ILGA EUROPE L’ASSOCIAZIONE ARCILESBICA, COLPEVOLE, INCREDIBILE MA VERO, DI ODIO E TRANSFOBIA

Di Dalila di Dio

Il percorso è tracciato, l’obiettivo è chiaro: ogni sforzo nella società moderna deve essere indirizzato alla difesa delle donne, vittime di un sistema retrogrado, medievale, in cui sono escluse dai centri di potere e dall’accesso alle alte cariche ed in cui viene loro, quotidianamente, impedito di esprimere la propria personalità, il proprio talento, le proprie potenzialità.

Una battaglia che va combattuta su tutti i fronti, per abbattere ogni residuale retaggio patriarcale in nome della parità.

È con questo spirito che due animaliste del gruppo “Almas Veganas Animal Sanctuary ENG” hanno salvato delle galline ovaiole dallo stupro, sottraendole alla violenza dei – fascistissimi e patriarcali – galli nel pollaio.

La notizia è un po’ datata ma è tornata in voga negli ultimi giorni, sull’onda delle rivendicazioni femministe che quotidianamente imperversano sui media manistream e che non accennano a cedere il passo a banalità ormai superate come l’economia al collasso, le scuole chiuse ed il tessuto sociale del Paese distrutto da un anno di Covid.

Le galline, dicevamo, simbolo dell’emancipazione dal maschio prevaricatore.

Quel maschio che quando vi chiama signora, signorina o vi rivolge un complimento, chessò «brava» o «bella», sta solo tentando di affermare la propria superiorità sessuale nella gerarchia del pensiero: parola di Michela Murgia, quella convinta che le dicano «stai zitta» perché è femmina e non perché è stata capace di partorire aberrazioni come il fascistometro e la matria.

In questo delirio nazifemminista, l’otto marzo appena trascorso è stato capace di regalarci l’ennesima follia progressista: perché, sia chiaro, la donna è l’essere perfettissimo, insuperabile, nessuno è in grado di batterla.

Anzi no.

Pare siano in corso le procedure per espellere da ILGA Europe l’associazione Arcilesbica, colpevole, incredibile ma vero, di odio e transfobia.

Ad ILGA, International Lesbian and Gay Association – l’associazione internazionale che riunisce più di 400 gruppi omosessuali e lesbici di tutto il mondo – non sarebbero andate giù alcune prese di posizione di Arcilesbica: «mentre Pillon attacca Vladimir Luxuria, affermando che “femmina non è“, Arcilesbica ha pensato ad un augurio per la Festa della Donna solamente per  chi è nata donna. Escludendo dunque a priori le donne transgender» si legge sul sito gay.it, secondo cui Arcilesbica avrebbe la colpa «di essere invece a favore all’abolizione universale dell’utero in affitto (una legge proposta da Giorgia Meloni) …. Ma soprattutto, troviamo la loro apertura alla rivendicazione dei diritti delle persone trans, purché non ledano i diritti delle donne. Infine, si dicono contro al blocco della pubertà nei minori (solitamente tramite l’assunzione di triptorelina) che presentano una disforia di genere, condannandoli quindi a una vita di disagio, sempre in conflitto con il proprio corpo

In effetti, Arcilesbica, proprio in occasione dell’otto marzo, ha riaffermato di essere “contro l’utero in affitto, l’autocertificazione di genere ed il blocco della pubertà dei minori non conformi alle norme d genere (erroneamente detti trans)” riaffermando l’ovvio: donne e transgender non sono la stessa cosa.

Ma in un mondo in cui le donne sono relegate a “persone col mestruo” o “persone che allattano”, simili prese di posizione sono, evidentemente, inaccettabili.

Così anche Arcilesbica, che dichiara come obiettivi fondamentali “difendere le lesbiche dalle discriminazioni” e “potenziare la visibilità delle lesbiche”, è diventata un covo di fascisti, odiatori e transfobici.

Come abbiamo scritto molte volte, i progressisti concepiscono una sola forma di libertà.: quella volta a celebrare, promuovere e riaffermare il pensiero unico politicamente corretto.

Tutto il resto è fascismo, discriminazione, odio.

Chiunque si discosti dai dictat, dal pensiero preconfezionato ed infiocchettato dei buoni, è il nemico.

Ultimamente, però, si va affermando una tendenza a stringere ulteriormente le maglie di questa pretesa libertà: c’è una soglia sotto la quale non si è ricevibili, anche se progressisti e arcobalenati.

Non basta avere nel proprio statuto la (incomprensibile) finalità di potenziare la visibilità delle lesbiche. Non è sufficiente essere femministe, non serve a nulla battersi “contro la violenza istituzionale contro le madri separate” (eh?) o per “l’apertura delle adozioni a persone dello stesso sesso e alle singole persone” o per “il diritto dei minori alla libera espressione di sé al di fuori degli stereotipi di genere”.

Tutte queste nobili battaglie spariscono di fronte al minimo, esile, barlume di buonsenso: se dissenti dalla narrazione imposta, secondo cui una persona transgender è una donna a tutti gli effetti, il genere può essere autocertificato e l’utero in affitto è una pratica di civiltà, il tuo stesso diritto ad esistere viene messo in discussione e le accuse di odio, transfobia, oscurantismo si abbattono su di te come una mannaia.

Arcilesbica portatrice di odio e transfobia: cose per cui, grazie a follie come la legge Zan, potrebbero essere trascinate in Tribunale come un Pillon qualunque.

 

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