La guerra dei vaccini è cominciata, ma l’Europa ha già perso

La guerra dei vaccini è cominciata, ma l’Europa ha già perso

LA GRAN BRETAGNA, FUORI DALL’EUROPA, SI IMPONE COME UN MODELLO PER L’UE

Di Umberto Spiniello

Non era sbagliata l’idea di fondo sul piano vaccinale. Far gestire direttamente a Bruxelles gli approvvigionamenti dei 27 Stati dell’UE, per poi procedere con una distribuzione equa in base alla popolazione.

Una scelta sensata anche per evitare possibili divergenze tra i vari Paesi, garantire gli equilibri economici e  glissare gli eventuali conflitti d’interesse tra Paesi produttori e Paesi acquirenti. Ma adesso di fronte ai ritardi nelle varie campagne vaccinali questa sorta di patto potrebbe definitivamente naufragare, considerando anche le già avvenute fughe in avanti da parte della Germania che avrebbe già in mano un accordo con la Russia per lo Sputnik V.

Il vaccino russo, efficace e sicuro ad oggi sembra essere snobbato formalmente dai vertici dell’UE ma contemporaneamente ambito da tutte le Nazioni. Risulta evidente che nell’immediato servono accordi diretti delle varie Nazioni con le aziende americane per avere subito a disposizione milioni di vaccini extra. “O ci sarà un coordinamento europeo o faremo da soli” ha dichiarato di recente il nostro premier Mario Draghi, che di certo non può essere tacciato di sovranismo ne tanto meno di antieuropeismo.

Un eventuale liberi tutti nella corsa al vaccino anti-Covid di certo rappresenterebbe un duro colpo per l’Unione Europea, tuttavia senza una accelerata sarà difficile resistere alla tentazione dell’andare per conto proprio.

Mentre l’Europa va avanti a stento con una difficile campagna vaccinale fatta di stop ed indagini dalle varie autorità sanitarie, la Gran Bretagna procede a tutta velocità. In Inghilterra dove sono già a 40 milioni le persone che hanno ricevuto il vaccino contro il Covid-19, ora tocca ai 40enni. Un Paese, quello britannico, prima denigrato per la gestione della pandemia ma che oggi si impone come un modello per l’UE e che continua a conquistare primati. Tra numero di persone vaccinate e numero di contagiati in UK e che quindi hanno sviluppato gli anticorpi, secondo una previsione dell’University College London  la Gran Bretagna ha già raggiunto l’immunità di gregge. La popolazione totale in Inghilterra sfiora i 68 milioni. “È come una reazione a catena – commenta a Sky News il professore dell’UCL Karl Friston –. Se si rimuove la possibilità al virus di trasferirsi da una persona all’altra, questo muore”.

La brillante performance nella campagna vaccinale inglese viene superata solo da quella di Israele che sta tornando alla routine anche in ambito sanitario. Nei giorni scorsi diversi ospedali hanno cominciato a chiudere i dipartimenti speciali per il Coronavirus. “È possibile – ha detto Eran Segal, biologo computazionale del Weizmann Institute alla tv Kan – che il Paese abbia raggiunto una sorta di immunità di gregge e, a prescindere, abbiamo un’ampia rete di sicurezza. Penso che questo renda possibile rimuovere immediatamente alcune delle restrizioni”.

Gli Stati Uniti per vaccinare 330 milioni di cittadini hanno già ordinato 1,2 miliardi di dosi, somministrando in media oltre 3 milioni di dosi al giorno e presto dovrebbero raggiungere l’immunità di gregge.

E in Italia? Non è un mistero il nostro Paese arranca. Ritardi nelle consegne, gestione fallace di molte regioni dal punto di vista logistico, ma soprattutto totale dipendenza dai vincoli Europei che, in buona sostanza, si sono dimostrati inefficaci. Sono arrivate all Hub nazionale della Difesa di Pratica di Mare, le prime 184mila dosi del vaccino Janssen della Johnson & Johnson, ma per ora, questi vaccini rimarranno “stoccati” in attesa delle verifiche. “Nei nostri container le dosi possono essere conservate fino a due anni, c’è tutto il tempo per gli accertamenti del caso”, ha spiegato a Rainews 24 Stefano Sbaccanti, della struttura commissariale per l’emergenza Covid. “La campagna vaccinale prosegue – ha aggiunto – ci sono aumenti rispetto alle prime stime, tutte le dosi che arrivano andranno alle Regioni”. In una nota del commissario straordinario all’emergenza Francesco Paolo Figliuolo si legge che “sono state inoltre consegnate circa 175mila dosi di vaccino Vaxzevria (di AstraZeneca,ndr). I due arrivi sono parte dei 4,2 milioni di dosi che giungeranno in Italia nel periodo 16-22 aprile, che, assieme a quelle nelle disponibilità delle Regioni, contribuiranno in modo significativo al raggiungimento del target della campagna a livello nazionale”. La gestione dei piani vaccinali a livello internazionale ha messo in evidenza la debolezza dell’Europa e della gestione unitaria di Bruxelles, constatare questo dato di fatto non significa essere sovranisti, significa offrire uno sprone prezioso per ripensare radicalmente l’organizzazione del cuore della civiltà occidentale.

 

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Una corsa sfrenata e insensata verso la MORTE DA VACCINO!
Bruno PD

Non è il problema chi lo distribuisce, la casa farmaceutica o come viene gestito. Il problema è che il vaccino a mRna uccide. Ultimi dati Eudra Vigilance: oltre 240.000 casi avversi e oltre 5.000 morti in Europa. Ben diversi dalle menzogne di Speranza il 15/4/21 in Parlamento.

Intanto il Vescovo di Brescia ha dato ordine ai religiosi della diocesi di vaccinarsi. Già non ci sono vocazioni, così facendo la città resterà in 1-2 anni senza clero. Perchè non si vaccina lui per primo insieme a Speranza, così ce ne liberiamo?