Shemà. Commento al Vangelo del 19 aprile della teologa Giuliva Di Berardino

Shemà (in ebraico “Ascolta”), un commento al Vangelo del Giorno di Giuliva Di Berardino.

Anche a noi, uomini e donne del terzo millennio, Nostro Signore Gesù Cristo dice: “Shemà”. Ascoltiamolo!

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IL COMMENTO TESTUALE

IL VANGELO DEL GIORNO: Gv 6, 22-29

lunedì 19 Aprile 2021

Il Vangelo di oggi ci mostra la folla che, il giorno successivo al miracolo della moltiplicazione dei pani, si mette alla ricerca di Gesù, inseguendolo: prima fino a Tiberiade, poi in barca verso Cafarnao, finché lo trovano al di là dal mare. Potremmo dire che lo cercano ovunque, per terra e per mare, e questo percorso della folla ci dice qualcosa anche della nostra ricerca di Dio, che inizia sempre il giorno dopo, quindi in un tempo successivo, quando cioè ci accorgiamo, ci rendiamo conto che Dio ci è venuto incontro e che quello che siamo, quello che abbiamo non è solo frutto delle nostre forze o delle nostre possibilità. Ecco, quando realizziamo che Dio ci ama e interviene a nostro favore, allora inevitabilmente iniziamo a seguirlo, anzi, proprio come ci mostra il testo di oggi, iniziamo ad inseguirlo, dovunque pensiamo che Lui sia, e spesso capita che lo cerchiamo, ma non lo troviamo e, se lo troviamo, come in questo testo la folla lo trova, Gesù si fa trovare al di là dal mare, cioè sempre oltre le nostre aspettative. Infatti la folla qui chiede a Gesù «Rabbì, quando sei venuto qua?» non tornano i tempi, non tornano i conti, la folla è stupita del fatto che Gesù abbia raggiunto l’altra riva in così poco tempo. Ma Gesù non risponde alla loro domanda, non dà spiegazioni sui tempi, sui calcoli e sulle aspettative di quella gente, ma, come è proprio di un vero Maestro, mostra la verità profonda di questa loro ricerca e li fa riflettere sulla motivazione che li ha spinti a mettersi in ricerca di lui. Se ci pensiamo bene, questa gente aveva percorso a piedi chilometri, aveva preso imbarcazioni, aveva cercato con fatica Gesù e poi, quando lo trova, scopre la verità: «In verità, in verità io vi dico: voi mi cercate non perché avete visto dei segni, ma perché avete mangiato di quei pani e vi siete saziati. Datevi da fare non per il cibo che non dura, ma per il cibo che rimane per la vita eterna e che il Figlio dell’uomo vi darà. Perché su di lui il Padre, Dio, ha messo il suo sigillo». Ecco, cari amici, oggi riflettiamo anche noi sul perché ci mettiamo ogni giorno in ascolto di Gesù, perché lo cerchiamo? Perché ascoltiamo le sue parole? Perché ci fa stare bene o perché solo Lui ci trasforma dentro in modo da spingerci a fare del bene, ad aiutarci gli uni gli altri, in questo mondo? Come dice Gesù c’è un cibo che non dura in eterno, c’è una ricerca che ci stanca perché sì, ci appaga, ci sazia, ma non ci rende capaci di donare qualcosa di noi, non ci rende capaci di amare, non ci rende amabili verso gli altri. Seguire Gesù é desiderare il sigillo di Gesù, la sua amabilità che è capace di cambiare i cuori in profondità e di aprire il cuore e la mente alle sorprese dello Spirito. Seguire Gesù non è come seguire un personaggio famoso e ricco che ci può dare delle opportunità per vivere meglio, no! Seguire Gesù è imparare a essere liberi, a essere se stessi, nella verità e, con quello che siamo, cercare di aiutarci, di crescere e di nutrirci gli uni gli altri, nello Spirito di Gesù, che è la carità. Oggi, dunque, chiediamoci se le nostre fatiche sono dovute al fatto che stiamo cercando Gesù come la folla e non come veri discepoli e invochiamo lo Spirito Santo perché ci doni il coraggio di cambiare prospettiva e di ricominciare a seguire il Signore oggi, non tanto per stare bene, ma per renderci capaci di fare il bene. Buona giornata! 

Gv 6, 22-29


Il giorno dopo, la folla, rimasta dall’altra parte del mare, vide che c’era soltanto una barca e che Gesù non era salito con i suoi discepoli sulla barca, ma i suoi discepoli erano partiti da soli. Altre barche erano giunte da Tiberìade, vicino al luogo dove avevano mangiato il pane, dopo che il Signore aveva reso grazie. Quando dunque la folla vide che Gesù non era più là e nemmeno i suoi discepoli, salì sulle barche e si diresse alla volta di Cafàrnao alla ricerca di Gesù. Lo trovarono di là dal mare e gli dissero: «Rabbì, quando sei venuto qua?». Gesù rispose loro: «In verità, in verità io vi dico: voi mi cercate non perché avete visto dei segni, ma perché avete mangiato di quei pani e vi siete saziati. Datevi da fare non per il cibo che non dura, ma per il cibo che rimane per la vita eterna e che il Figlio dell’uomo vi darà. Perché su di lui il Padre, Dio, ha messo il suo sigillo». Gli dissero allora: «Che cosa dobbiamo compiere per fare le opere di Dio?». Gesù rispose loro: «Questa è l’opera di Dio: che crediate in colui che egli ha mandato».

 

IL COMMENTO IN VIDEOhttps://www.youtube.com/channel/UCE_5qoPuQY7HPFA-gS9ad1g/videos

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